Mallegni (FI): “Reddito di inclusione, 22mila famiglie escluse in Toscana”

“Almeno 22mila famiglie escluse dal reddito di inclusione in Toscana. Più del 40 per cento. Sono insufficienti le risorse messe sul piatto dallo Stato, attraverso la novità del Rei, per assicurare alle 53mila famiglie toscane, 110mila individui, considerate in povertà assoluta, il sussidio universale nazionale”. Lo ha detto Massimo Mallegni, vicecoordinatore vicario di Forza Italia in Toscana e responsabile dei movimenti civici a livello nazionale sulla base dell’ultimo rapporto sulla povertà realizzato dall’osservatorio sociale della Regione Toscana.

“Secondo le stime infatti – spiega Mallegni – la distanza fra ciò che servirebbe (6,5 miliardi di euro) e ciò che attualmente è stato stanziato (1,1 miliardo di euro) è molto rilevante. Sul piatto mancherebbero tra i 40 ed i 60 milioni di euro per assicurare una copertura omogenea ed equa ai poveri assoluti che vivono in Toscana. Per garantire una copertura totale (100 per cento ) dei nuclei famigliari che ne avrebbero diritto, secondo le proiezioni, servirebbero tra i 180 milioni di euro ed i 202milioni di euro”. “Il reddito di inclusione – analizza Mallegni – è una misura debole ed inefficace. Il Pd, nell’errore di inseguire i Cinque Stelle, ha partorito uno strumento che, nella migliore delle ipotesi, aiuterà una famiglia su due in Toscana. Troppo poche le risorse così come troppo poco è il coraggio messo da questo governo nel contrastare il fenomeno della povertà che coinvolge una platea sempre più grande. Se nelle intenzioni è uno strumento giusto, nel concreto, così come altre misure approvate da questa maggioranza, non assicura risposte definitive e soprattutto durature. Lo Stato deve aiutare chi è in difficoltà ma deve prima di tutto costruire la prospettiva affinchè il numero di poveri si riduca progressivamente. C’è un limite, quello della dignità che va garantito, ed oggi il reddito di inclusione non lo garantisce”.
“La soglia di sopravvivenza, in Italia, si attesta intorno ai 12mila euro – spiega ancora il vice coordinatore vicario di Forza Italia – Il nostro movimento, quando sarà al governo applicherà l’imposta negativa ideata dal Nobel per l’economia Milton Friedman. Per chi non arriva ai 12mila euro abbiamo programmato un reddito di dignità che prevede che sia lo Stato, nell’ambito di una profonda riforma del welfare, a corrispondere denaro a chi non raggiunge quel reddito. Da una parte il reddito di dignità, dall’altra la flat tax, la tassa piatta per imprese e famiglie. Così rimetteremo in moto il paese e non ci dimenticheremo di quel 40% che oggi è escluso dal Rei”.
Nel frattempo è già partito, dice Mallegni, l’assalto ai Caf per la compilazione dell’Isee indispensabile per richiedere il sussidio. “L’altro risultato – conclude Mallegni – è il caos negli uffici del Caf e dei Comuni con code e poche informazioni. Un super lavoro destinato ad intensificarsi a gennaio quando il 15 scadranno gli Isee e migliaia di toscani dovranno rivolgersi nuovamente agli uffici. L’Anci ha correttamente richiesto al governo di portare al 100 per cento il turnover del personale nei piccoli Comuni e di poter utilizzare parte dei fondi messi a disposizione dei municipi per promuovere tirocini formativi e politiche attive del lavoro. Il Rei rischia di mandare il sistema in tilt”.

Cosa funziona e chi ne ha diritto
Il Rei è in un beneficio economico fino a 187,5 euro mensili nel caso di componente unico della famiglia con un tetto di 485 euro al mese nel caso di famiglia in difficoltà con almeno 5 persone. Per accedere al Rei i nuclei famigliari devono avere un reddito Isee entro i 6mila euro annui e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro. Il reddito è erogato per 12 mensilità l’anno e può durare al massimo 18 mesi.

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