Caso Itc, Fanucchi: “Dialogo scuola-famiglia ridotto ai minimi termini”

“Come sempre l’episodio finirà nel dimenticatoio, il bullo di turno si farà bello di essere diventato famoso in rete e ben presto verrà emulato da altri”. Questo è l’amaro commento che Franco Fanucchi, insegnante, ex assessore alla pubblica istruzione e adesso vicesindaco del comune di Porcari esprime in merito all’episodio avvenuto al Carrara di Lucca.

“Nelle scuole soprattutto le superiori dove i ragazzi sono più grandi, non ci sono più i ruoli, si può tutto, l’autorità i ragazzi non la riconoscono più. I prof autorevoli, anche se a fatica, sanno farsi valere, gli altri galleggiano in un mare di prese in giro e risatine se va bene. Se va male assistiamo a scene come queste o peggio a vere e proprie violenze fisiche. Questo è il risultato voluto da chi, negli anni, ha screditato la figura prima degli insegnanti e successivamente del Preside relegandolo a burocrate di mega istituti comprensivi alla caccia spasmodica di finanziamenti, dove i professori lo vedono di rado, gli alunni stessi non lo conoscono nemmeno e dove regna l’anarchia a meno che il corpo docente non si faccia carico di adempimenti che non gli sono propri. Tutto è dovuto agli alunni e tutto è dovuto alle famiglie, si vive col timore dei gruppi Whatsapp dei genitori e di quello che possono scrivere sui professori, sulla classe e sulla scuola”.
“Il dialogo scuola-famiglia nel corso degli anni – prosegue Fanucchi – si è ridotto ai minimi storici, gli organi collegiale sono sempre meno partecipati, i genitori sempre più impegnati nel lavoro, la scuola sempre più burocratizzata e occupata a fare progetti necessari al reperimento dei fondi e, di conseguenza, i ragazzi sempre più soli con se stessi ma in compagnia di un’arma potentissima: il telefonino e i social, amici apparenti che colmano la loro solitudine. Io sono mortificato nel vedere cosa è stato costretto a subire un collega e mi metto anche nei panni di un dirigente scolastico che deve far fronte a una situazione del genere sapendo bene che tutto ricadrà su di lui e che, con tutta probabilità il tutto finirà magari con una sospensione dell’alunno senza altre conseguenze di rilievo. In una società civile io penso che, anche se si tratta di minori, visto che tutta la scena è stata pianificata e c’è quindi premeditazione, l’alunno dovrebbe essere espulso immediatamente dalla scuola e non magari tornarvi dopo pochi giorni a vantarsi dell’accaduto; dovrebbe anche, a parer mio, ripetere l’anno scolastico anche se, si sa, il voto di condotta non conta più niente”.
“Detto questo – conclude il vicesindaco – di concerto con la famiglia, lui e chi l’ha aiutato a filmare, dovrebbero essere assegnati per un lungo periodo, una volta ritornati a scuola, ad assistenza magari ai compagni disabili presenti nella scuola in modo che abbiano il tempo di ripensare a quello che hanno fatto. Spero vivamente che le istituzioni si accorgano finalmente della scuola, della scuola pubblica e che la sappiano risollevare affinché riacquisti il ruolo che le spetta nella nostra società, solo così potremmo mettere un freno ad atteggiamenti come questo e fare riacquistare a insegnanti e dirigenti la loro dignità per il futuro del nostro paese”.

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