Garante vittime di reato, Consiglio si divide. Sì a odg maggioranza

È la questione dell’istituzione della commissione del garante delle vittime di reato ad aprire un consiglio comunale complessivamente dedicato a mozioni e ordini del giorno di maggioranza e opposizione.
Due i testi sul tavolo, la proposta di deliberazione del Movimento Cinque Stelle, che chiede l’istituzione della figura del garante e l’inserimento all’interno dello statuto comunale.
“Esiste – spiega il portavoce del Movimento Cinque Stelle, Massimiliano Bindocci – una direttiva comunitaria che disciplina la figura del garante delle vittime di reato, una figura cui rivolgersi per ottenere un sostegno se vittime di diversi tipi di reato, dal furto in casa, per cui Lucca è in testa alle classifiche nazionali, ai diversi tipi di violenza di cui anche le cronache degli ultimi giorni si sono occupate. Con questa proposta di delibera, la nostra intenzione era quella di aprire un dibattito concreto sul tema, in commissione e poi in Consiglio. Ma in cambio non abbiamo ricevuto nulla, neanche proposte di emendamenti sulla delibera, se non alcune indicazioni tecniche provenienti dal segretario comunale che abbiamo ovviamente accolto. Di contro ci si propone un ordine del giorno che è fumoso, astratto, che non propone alcun tipo di soluzione e che ci ha convinto di proseguire per la nostra strada”.

Il presidente della commissione sociale, Pilade Ciardetti, respinge le argomentazioni del consigliere pentastellato: “La discussione su questo tema – ricorda – ha occupato ben tre commissioni, cui Bindocci non è quasi mai stato presente. La questione è che la direttiva in nessun punto indica in alcun modo la nascita di un referente. Invece in Italia, anche se poco, e in Europa di più esistono, per affrontare queste questioni, associazioni private che sono più o meno coordinate dai poteri statali. A Firenze, ad esempio, ce ne sono due: Dafne e Aletheia. A Lucca abbiamo già aperto un rapporto con la seconda di queste e c’è intenzione di proseguire”. La ‘controproposta’ è, dunque, una maggiore relazione e confronto con soggetti priati e del volontariato. “E’ giusto – si chiede Ciardetti – che il Comune possa servirsi di una figura che non ha spazi definiti e di cui non c’è una definizione, né una indicazione, di responsabilità legale, che non è poco? Come commissione quindi seriamente, e senza perdere tempo siamo arrivati alla conclusione di puntare sull’incentivazione sul territorio di queste reti”. Bonturi parla dell’atto di indirizzo alternativo, votato dalle commissioni sociale e partecipazione, all’unanimità dei presenti di maggioranza e opposizione: “Un atto che individua una rete di rapporti – spiega il capogruppo Pd – invece di una figura le cui funzioni non sarebbero ben chiare”.
Bindocci, che respinge le accuse di ‘latitanza’ in commissione avanzate da Ciardetti, rilancia: “Su questo tema ci sarebbe piaciuto discutere. Non siamo né imprigionati né innamorati di una tesi in particolare. La domanda era: a tutela di chi subisce un reato che si fa? Per voi la risposta è: il nulla. La risposta è importante, invece, perché significa che non abbandoniamo le persone. Il nulla che avete scritto, invee, è una risposta debole”.
Di scarso coraggio nell’introduzione di una figura nuova parla Di Vito di SiAmo Lucca, paura percepita anche dal consigliere di Casapound Fabio Barsanti: “Anche io – dice – ho percepito paura di essere precursori di novità. Siamo d’accordo, però, sul fatto che qualcosa andava fatto. Un passo accelerato, a volte, potrebbe essere la cosa migliore per avvicinarsi a cittadini lasciati soli in una nazione che non conosce certezza della pena e repressione dei reati”.
Per Ciardetti non c’è stata “nessuna paura di istituire un nuovo garante ma di crearne uno con una serie di compiti e responsabilità ma non in grado di agire”. La consigliera Pedretti (Pd), dal canto suo si chiede come mai la figura non sia stata ancora normata dal legislatore, se ritenuta così importante per affrontare certi temi. Polemico Buchignani (Fdi) che si chiede il motivo per cui non si sia privilegiata la discussione sul testo uscito all’unanimità delle commissioni. Chiude, ironico, Bindocci: “Ai cittadini risponderemo – dice – che la soluzione sono gli incontri con le associazioni, e che possono stare tranquilli”.
Alla fine la proposta di delibera di Bindocci riceve tre voti favorevoli e 19 voti contrari mentre in tre non hanno partecipato al voto. Di segno opposto, invece, il voto sull’ordine del giorno presentato dalla maggioranza. Un ordine del giorno dove nel dispositivo, si invitano sindaco e giunta e commissioni competenti, come ha illustrato il capogruppo Pd, Renato Bonturi “a inserire nella propria azione attività a incontri con singoli e associazioni impegnate nel sostegno alle vittime di reato, per far conoscere le realtà esistenti e facilitare l’accesso da parte della cittadinanza ai servizi da esse offerti anche attraverso la stipula di specifici accordi e a farsi traite con il governo e il parlamento perché si affronti il tema della tutela delle vittime di reato nel senso dell’adempimento alla direttiva europea”.
Ancora ironia da Bindocci: “Questo testo significa non fare nulla con eleganza. Sull’eleganza si può fare meglio, sul nulla ci siete riusciti benissimo”.
Prima del voto, che stavolta incassa il sì della maggioranza, ma anche di gran parte dell’opposizione (a favore anche Barsanti di Casapound) e l’astensione di Bindocci, l’intervento di Buchignani: “Ringrazio Bindocci – dice – perché si tratta di un argomento che probabilmente altrimenti non avremmo mai affrontato. Si tratta di un passaggio importante perché arriveremo a parlare di questo tema affrontando associazioni e a chiedere al governo di fare leggi sul tema”. Il testo ha ottenuto 26 voti favorevoli, nessun voto contrario e due astensioni.

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