Un residente: “Piazza Bernardini senza auto? Costretto a traslocare”

‘Liberazione’ di piazza Bernardini dalle auto, c’è chi dice no. È Ambrogio Pagani, ex dirigente Asl, residente in centro storico, anzi come si autodefinisce “lucchese per nascita e residenza, lucchese di drento”.
“Dentro le Mura ho vissuto, fatto una famiglia, allevati dei figli – dice – Dentro le Mura vivo e spero di continuare a farlo ancora per un po’. Anche se il “recupero” di piazza Bernardini potrebbe essere l’ultima goccia che farà traboccare il mio vaso. Chi vive nel centro di Lucca non ha alternative per la sua mobilità. Il trasporto pubblico è inesistente. Liberare delle piazze ha un senso se si ha il coraggio di rivedere a fondo la regolamentazione alla base del rilascio dei permessi di sosta e dell’utilizzo del suolo pubblico. Il numero dei residenti che vivono veramente dentro le Mura è in continua contrazione mente il numero degli aventi diritto a parcheggiare è in continuo aumento”.

“Un pubblico esercizio vuole mettere i tavolini per aumentare la propria recettività? – dice Pagani – Nessuna remora nel fulminare qualche stallo giallo tanto i residenti si lamentano per un po’ poi gli passa. Guai invece a toccare uno stallo blu. I commercianti compatti minacciano sconquassi: “Si chiude, si chiude!”. Già i commercianti lucchesi noti per la visione prospettica e la perspicacia in materia di traffico. Io mi ricordo bene dei cartelli apposti nel 1964 in via Roma e piazza San Michele dai commercianti che si opponevano alla pedonalizzazione. E mi ricordo ancora meglio la protesta di tutti gli esercenti di via San Paolino quando fu pedonalizzata. “Chiuderemo tutti! Sarà un deserto!”. Poi la serrata del 13 settembre a metà degli anni Novanta per protestare con il piano traffico del sindaco Lazzerini e dell’assessore Italo Buono: ‘chiuderemo tutti, perderemo posti di lavoro…'”.
“Quali soluzioni? – prosegue Pagani – Ne propongo quattro delle quali le prime tre sono solo provocazioni che, spero, facciano riflettere: riaprire al traffico tutto il centro storico con doppio senso di circolazione: esattamente quello che stanno facendo gli orribili e pericolosissimi “risciò” noleggiati ai “kamikaze”. Sosta libera e selvaggia, se occorre spostando con le auto i tavolini non occupati; attivare un servizio taxi gratuito sulle 24 ore per i residenti nel centro storico che siano in grado di dimostrare che ci vivono tutto l’anno (esibizione di scontrini del pane per almeno 300 giorni consecutivi) per accompagnarli a prelevare le proprie auto parcheggiate al fu Campo Balilla. Tanto da luglio a dicembre è un acciottolato e così potrebbe restare per tutto l’anno. Se non basta il Campo Balilla si parcheggia anche all’ex Ospedale almeno si sa cosa farcene; assegnare con una serie speciale di gratta e vinci il 90 per cento dei posti gialli ancora attivi associando alla lotteria, per gli esclusi, gli invalidi e i titolari di permessi anomali, un torneo di roulette russa per una 10 per cento degli stalli gialli. Se questo 10 per cento resterà libero ci si mettono dei gabinetti chimici che almeno i turisti sappiano dove scaricare. Infine, e questa è la proposta non provocatoria, si azzerano tutti i permessi fini qui rilasciati cambiando i criteri del rilascio con un numero chiuso equivalente al numero dei posti gialli. Precedenza a chi ci vive, agli invalidi “a bordo”, ai medici in visita. Ricognizione dei luoghi dove gli stalli gialli possono essere disegnati senza guardare in faccia ad amici e conoscenti. Inviolabilità degli stalli gialli disegnati escludendoli da un loro possibile utilizzo come suolo pubblico per i bar e affini.
Rileggendo questa lettera aperta trovo che la proposta più fantascientifica e provocatoria sia proprio quella “seria”. Per il momento continuiamo a usare Piazza Bernardini forse è meglio”.

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