Rossi si rivolge al ministro: basta suicidi in cella

Dalle istituzioni serve una “reazione tempestiva e radicale”. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, indica la strada da seguire per evitare che all’interno delle carceri toscane si ripetano episodi come quelli di ieri (22 settembre) all’interno del San Giorgio di Lucca, dove un detenuto di 28 anni si è tolto la vita impiccandosi (Leggi). “In una settima due suicidi nelle carceri toscane. A Lucca e Grosseto. È necessaria una reazione tempestiva e radicale da parte delle istituzioni”, ha detto il governatore.

Anzitutto, ha aggiunto Rossi, c’è da “potenziare le pene alternative al carcere”, ma è necessario anche “impegnare le giornate dei detenuti con lavoro e formazione, fondamentale soluzione all’integrazione post pena”. Ma è soprattutto indispensabile “aumentare il personale e i servizi nelle mura del carcere. Ne parlerò al più presto col Ministro e le autorità competenti e continuerò a seguire, in sintonia col garante regionale, l’emergenza carceraria anche della Toscana”. “Se in un luogo che deve essere di sicurezza ci si può liberamente infliggere la morte – prosegue – , è evidente che c’è una contraddizione nella stessa definizione di carcere. Soprattutto vuol dire che ancora lunga è la via per un carcere che sia umano e che persegua in modo efficace e equilibrato l’obiettivo costituzionale delle rieducazione”.
Rossi ha anche annunciato che parlerà con i sindaci e affronterà il problema anche con i direttori delle Asl interessate, affinché le aziende facciano le verifiche necessarie sulla vivibilità all’interno degli istituti.
“Ognuno di questi tragici eventi, che si ripetono con una frequenza inaccettabile, rappresentano una sconfitta per lo Stato e le istituzioni – sottolineano invece i consiglieri regionali del Pd, Stefano Baccelli e Ilaria Giovannetti -. Per questo, insieme al cordoglio per il 28enne impiccatosi nel carcere di Lucca, vogliamo rilanciare con forza la questione delle condizioni dei nostri istituti, nei quali i detenuti devono poter scontare la propria pena in maniera dignitosa e con la possibilità di usufruire di progetti di recupero e reinserimento sociale, di lavorare, e di veder garantito il proprio diritto alla salute. Su questo serve un impegno congiunto da parte del Governo, della Regione, del Garante dei diritti dei detenuti, insieme al terzo settore e agli enti locali. Ognuno dovrà fare la propria parte perché la detenzione in Toscana sia realmente orientata alla rieducazione e non un luogo sofferenza, malattia e addirittura di morte”.
“Apprendiamo del suicidio nel carcere di Lucca – ha dichiarato il presidente della commissione Sanità Stefano Scaramelli, del Pd – mentre, come commissione, ci troviamo in visita al carcere di Porto Azzurro con i colleghi Pd Ciolini, Sostegni e Anselmi. Con il cordoglio per le due tragiche morti inizia il giro istituzionale di visite nei penitenziari della Toscana. Sul fronte della situazione carceraria ci impegneremo a fondo, ecco perché l’invito a partecipare alle visite istituzionali era rivolto a tutti i rappresentanti dei cittadini, per consentire a chiunque di conoscere e analizzare le condizioni di vita nelle carceri. In tal senso va anche la risoluzione della Commissione, recentemente approvata, che prevede l’incremento delle possibilità di usufruire di pene alternative alla detenzione. L’impegno è a vedere da vicino i problemi delle diverse realtà, così come ad approfondire, laddove esistono, le buone pratiche. Anche dal punto di vista sanitario, l’incidenza di patologie sui detenuti in alcune realtà è alta rispetto alla media e troppo spesso si sente parlare di condizioni non dignitose. Questo non è accettabile, è un dovere delle istituzioni tutelare la salute dei detenuti, adottare trattamenti rispettosi del senso di umanità e far uscire persone in grado di reinserirsi nella società. Le prossime visite della Commissione saranno nelle carceri di Grosseto e di Lucca”.

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