Lucca contro il G7: “Libertà per Gabriele e per tutti i detenuti politici in Turchia”

Anche Lucca contro il G7 esprime la sua solidarietà a Gabriele Del Grande e ne chiede la liberazione. “Il 10 aprile, nel Sud-Est della Turchia, Gabriele Del Grande, giornalista e blogger lucchese – ricorda Lucca antagonista in una nota -, viene arrestato al confine con la Siria. Si era recato lì per documentare la condizione dei profughi in fuga dall’inferno siriano, come già aveva fatto altre volte nella sua attività di giornalista attento alle migrazioni verso la Fortezza Europa, alla scia di morte e sofferenza che si accompagna al tentativo dei migranti di salvarsi da guerre, fame, povertà e sfruttamento. Un impegno che, in occasione della realizzazione del film-documentario Io sto con la sposa (che racconta il viaggio attraverso le frontiere europee di alcuni migranti al seguito di un corteo nuziale), non si è fermato neppure di fronte al rischio di incorrere nell’assurdo reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla minaccia di 15 anni di carcere”.

“Gabriele – prosegue la nota – è stato arrestato perché stava facendo il suo lavoro di giornalista in un paese, la Turchia, in cui dire e mostrare la verità significa rischiare la galera, se non la vita. Quanto accaduto al nostro concittadino Gabriele, che speriamo possa risolversi il prima possibile con la sua liberazione, deve allora spingerci a una presa di coscienza più generale su quello che è la Turchia oggi: uno stato membro della Nato, che stringe numerosi rapporti commerciali e politici con l’Unione Europea (a partire dalla questione migranti), uno stato in cui centinaia di dissidenti politici e di giornalisti sono in carcere, in cui chi ha pubblicato le foto che documentano il passaggio di mezzi e rifornimenti all’Isis attraverso il confine turco-siriano, rischia oggi l’ergastolo. Senza contare la feroce e brutale repressione che subiscono i curdi e le minoranze etniche in generale, nel silenzio vergognoso della comunità internazionale, sia nelle province del sud-est della Turchia, sottoposte a coprifuoco, violenze poliziesche e alla sistematica violazione dei diritti umani, sia in Siria, dove i curdi siriani e le altre popolazioni che in questi anni hanno dimostrato di saper combattere e sconfiggere veramente l’Isis, devono guardarsi le spalle per proteggersi anche dai militari di Erdogan. Nello stesso giorno in cui Gabriele veniva fermato e quindi arrestato – incalza la nota di Lucca contro il G7 -, i grandi della terra si riuniscono dentro le mura di Lucca, occupando e desertificando la città per discutere di guerre e migrazioni, gli stessi argomenti che erano al centro del lavoro e delle inchieste di Gabriele. Per l’occasione il ministro Alfano decide di invitare al tavolo dei G7 anche la Turchia insieme ad altri Stati del Medio Oriente come Qatar e Arabia Saudita per discutere degli scenari di guerra nella regione. Dall’altra parte, fuori dalle mura della città occupata e militarizzata, c’era un corteo di 600 persone: studenti, lavoratori, disoccupati e precari che hanno deciso di contestare e di opporsi materialmente alle politiche criminali di guerra e respingimento dei migranti. In tutta risposta siamo stati brutalmente e a più riprese manganellati dalla polizia. Vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà a Gabriele e alla sua famiglia, vogliamo poterlo vedere presto libero e di nuovo nella nostra città, pronto a raccontare ancora una volta quanto lui ha potuto vedere e documentare nella sua attività di giornalista. Pensiamo anche, tuttavia, che questa vicenda debba spingerci a una presa di coscienza più ampia, alla necessità di cominciare a chiedere conto ai nostri governi delle loro ipocrisie e degli interessi sporchi che vengono giocati sulla pelle nostra, dei migranti e di tutti i popoli oppressi. Chiediamo al ministro Alfano: come mai non vengono imposte delle sanzioni economiche a uno stato di cui è sempre più palese la natura violenta, autoritaria e antidemocratica? Come mai invece, a uno stato del genere, la “civile e democratica” Unione Europea decide di dare ben 6 miliardi di euro per bloccare l’afflusso di profughi? Come mai non si è pronti a interrompere le relazioni diplomatiche giudicando inaccettabile la quotidiana violazione di ogni libertà in Turchia? Ci si ricorda dei diritti umani solo per gli stati considerati nemici dell’Occidente? E poi, ai sindaci Tambellini e Menesini, che ieri erano in piazza a chiedere la liberazione di Gabriele, chiediamo: il G7 a Lucca è stato davvero un’opportunità per la nostra città? O non invece uno sfregio, vista la presenza di alcuni ospiti? Infine, ai giornalisti che in occasione del G7 hanno criminalizzato le pratiche conflittuali che abbiamo adottato per contrapporci a chi ci opprime e a chi ci sfrutta, etichettandole come azioni da facinorosi e oscurando le ragioni che le hanno animate, chiediamo: sarà che forse abbiamo ragione noi, che opponendoci ai G7 ci stiamo opponendo anche a chi calpesta e mette in pericolo il diritto a svolgere il vostro lavoro, quando questo significa dar fastidio a chi comanda? Dubitiamo che delle risposte ci arriveranno, ma noi queste domande non smetteremo mai di porle, continuando a chiedere con forza l’uscita dell’Italia dalla Nato, l’abbattimento di ogni muro e barriera contro i migranti, e infine il taglio delle spese militari a vantaggio di investimenti in scuola, sanità, reddito, case popolari.  Oggi non possiamo più permetterci di restare a guardare, di assistere impotenti ai loro giochi. E le loro guerre sono anche le nostre, se non le combattiamo. Noi in occasione del G7 abbiamo dato un’indicazione in questo senso, la rivendichiamo pienamente. E su questa strada andremo avanti, continuando a ribellarci e a contrapporci a chi gioca con le nostre vite, e invitiamo sempre più persone a unirsi a noi. Tra queste, speriamo in futuro che possa esserci anche Gabriele. Libertà per Gabriele e per tutti i prigionieri politici nelle carceri turche”.

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