Oltreserchio, petizioni e azioni legali contro i tralicci foto

di Roberto Salotti
La sala del circolo ricreativo al campo sportivo di Nozzano si riempie velocemente. Alle 21 di ieri sera (31 marzo) è già stracolma, ma continua a popolarsi anche oltre. Un centinaio di persone unite da una stessa determinazione: fare tutto il possibile per fermare i tralicci delle due nuove linee da 380 e 132 kV che Terna vuole realizzare sulle colline, arretrandoli dalla piana dell’Oltreserchio dove si trovano attualmente e costruendo una nuova centrale di trasformazione per alimentare l’elettrodotto che attraverserà anche zone dell’entroterra della Versilia, da Massarosa a Camaiore.

Ora che sta formandosi l’intenzione di costituirsi in comitato, i cittadini inferociti contro un “piano calato dall’alto” e di cui non sapevano nulla fino a pochi giorni fa, possono vantare almeno un alleato di “ferro”. La famiglia Marcegaglia, che ha una tenuta nei pressi di Compignano, sulle colline di Massarosa, offre assistenza legale e perfino un pool di tecnici ai cittadini per trovare la strada giusta per bloccare o modificare sensibilmente il tracciato. Ieri sera l’interessamento di Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria, è stato ribadito dai rappresentanti del comitato del paese dove si trova la proprietà del fratello Antonio: “La famiglia Marcegaglia è disposta a darci tutto il sostegno possibile – spiega Domenichini, un rappresentante del paese di Compignano che ha già raccolto firme contro i tralicci – a due condizioni: che siano presentate tutte le criticità singolarmente rilevate e che siate più numerosi possibile”.
Una raccolta di firme. La vera via da percorrere appare lunga e tortuosa e la gente è ancora confusa: sul progetto prima di tutto; ma anche sulla strada migliore da percorrere. Una cosa è certa, nessuno vuole i tralicci sulle colline. Intanto, per rendere la protesta più incisiva, l’Oltreserchio vuole seguire l’esempio del piccolo paese sulle colline di Massarosa. E’ per questo che c’è l’intenzione, oltre di formalizzare la costituzione di un comitato che salvaguardi gli interessi della collettività, di avviare anche una raccolta di firme da presentare nelle sedi opportune. Non solo. A nessuno sfugge l’urgenza di iniziare un’azione legale, o meglio di mettersi nelle mani di avvocati e tecnici per rispondere, con le carte bollate, al “castello di carte prodotto da Terna”. Sono parole dell’avvocato Aldo Santilli che insieme al collega del suo studio pisano, Daniele Bianchi, ieri sera era presente all’assemblea di Nozzano, dando piena disponibilità a sostenere la causa dei cittadini. “Che è una battaglia non solo per le singole case e interessi – commenta il professore -, ma per l’ambiente e la salute. Per me qualche seria criticità c’è eccome in questo progetto, ma se i cittadini intendono veramente fare qualcosa, devono coinvolgere il maggior numero di persone possibile, comprese quelle che vivono nei territori limitrofi”.
Già ieri sera, del resto, c’erano rappresentanti dei paesi arrivati non soltanto dalla Versilia ma anche dalla provincia di Pisa – il tracciato interessa infatti anche paesi come Filettole e Vecchiano. Pure loro vorranno essere coinvolti nelle prossime azioni che si intraprenderanno nell’Oltreserchio.
Oltreserchio pronto alle vie legali. Le strade da percorrere intanto sono due: c’è tempo infatti fino al prossimo 20 aprile per impugnare gli espropri, o meglio le “servitù” dei terreni dove andranno ad insistere i tralicci. “Per farlo – sottolinea l’avvocato Daniele Bianchi – è necessario che ognuno si informi sulla propria condizione e sulle criticità rilevabili da far valere contro l’esproprio”. I tempi, tuttavia, sono molti stretti anche se sarà possibile comunque presentare ricorso oltre i termini della Via, la valutazione di impatto ambientale che è stata avviata lo scorso 20 marzo, dopo il deposito del progetto al Ministero dell’Ambiente. Altri tempi, invece, per impugnare il progetto dal punto di vista dell’impatto ambientale: i termini scadono infatti un mese dopo, il 20 maggio.
L’ipotesi è quella di affidare una perizia al progetto ad un gruppo di tecnici (se quelli offerti dalla Marcegaglia è ancora da decidere) e presentare corpose osservazioni al progetto, sollevando “dubbi sullo stato ambientale delle ex cave di Balbano”, suggeriscono i più, dove è prevista la realizzazione della centrale, o sulla presenza di pozzi d’acqua che riforniscono anche il pisano.
Nessuno – sebbene tutti con la consapevolezza di essere già in ritardo – ha intenzione di stare a guardare.
La sfida a Terna. La sfida però ormai è lanciata. A Terna, anzitutto, ma anche a Palazzo Orsetti. “Il Comune è contro di noi”, dicono in molti. “Ci hanno tenuto tutto nascosto – sottolinea Simone Lena, una delle anime del nascente movimento di protesta nell’Oltreserchio – mettendoci poi di fronte al fatto compiuto”. Lo sostiene anche Edda Carlotti, storico membro del comitato dell’Oltreserchio e Colline Lucchesi, protagonista – tra le altre – della battaglia contro le cave di Balbano: “Questa è una guerra di tutti e di tutto il territorio e per il territorio – dice in assemblea -: c’è da tutelare l’ambiente, la salute e la bellezza di queste colline. Nell’Oltreserchio abbiamo già dato”. Anche lei invita tutti alla concretezza, per rendere più incisiva l’attività di protesta. Senza tuttavia perdere la speranza in un appoggio delle istituzioni.
“All’assemblea anche la Provincia”. Per questo, l’assemblea convocata dal Comune per il prossimo 8 aprile a Maggiano, viene vista come un passaggio necessario. Anche perché – salvo dietrofront dell’ultimo minuto – oltre al sindaco Alessandro Tambellini e all’assessore all’ambiente Francesca Pierotti, saranno presenti – per la prima volta a Lucca – i tecnici della Terna. Un momento per approfondire meglio le questioni legate al progetto e per “perorare” in sede istituzionale le ragioni del territorio. A quella riunione i cittadini ora chiedono anche l’intervento dei rappresentanti della Provincia di Lucca, l’ente che per primo ha fornito ai cittadini la documentazione sul progetto inviata da Terna, con la promessa tra l’altro, a breve, di un sopralluogo tecnico con i cittadini nell’area delle ex cave di Balbano. “Abbiamo fermato questo progetto – sostiene Edda Carlotti – proprio perché abbiamo messo in rilievo le criticità per l’ambiente e i rischi per la salute. Se saremo uniti, vinceremo anche questa battaglia”. Un ottimismo che vorrebbero abbracciare in molti, che però restano più realisti: “Il progetto è ormai esecutivo – osservano anche i cittadini – e fermarlo sarà un’impresa”.
La gente: “Il Comune dia parere negativo”. Nondimeno, gli abitanti della zona chiedono al Comune di Lucca di dare un parere negativo entro la scadenza fissata per il 19 aprile. Certo, sarebbe un parere non vincolante ma ugualmente un segnale importante per i cittadini, così sostengono nell’Oltreserchio. Da Chiatri, a Filettole fino a Massarosa, si sta gradualmente prendendo consapevolezza di un progetto mastodontico per il territorio, con tralicci alti fino a quasi 40 metri che invaderanno le colline. Senza considerare l’area di 53mila metri quadrati dove sarà realizzata la nuova stazione elettrica da Terna. Ma da dove passerà il nuovo tracciato dell’elettrodotto? In un territorio vastissimo: da Castelmaggiore, fino ai monti di Chiatri, scendendo poi verso Castellaccio e passando nei pressi di Compignano, fino a località Al Servente, poi a Nortola, Bellavista, mostrandosi in località Ai Cavalieri e giungendo fino alla nuova centrale, quindi a Casanova e a Rocco, poi su fino a Cotone e Laiano. Il tempo dei lavori? Ventitré mesi, quando tutto sarà pronto a far arrivare ruspe e operai.

FOTO – L’assemblea contro il nuovo tracciato dell’elettrodotto

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FOTO – Ecco dove sorgerà la nuova centrale a Balbano

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