Fiume Serchio, a Ponte S. Pietro argini in sicurezza – Foto foto

di Roberto Salotti
Le ruspe hanno “cancellato” anche la più piccola traccia di quella fragilità nascosta nel fango che nella notte di Natale del 2009 portò al disastro nell’Oltreserchio. Da quel giorno ad oggi, 20 milioni di interventi di messa in sicurezza sono serviti a riprogettare gli argini del fiume Serchio e ad adeguarli alla portata trentennale. Ora che sono terminati i cantieri sia sulla sponda destra che sinistra a Ponte San Pietro, per i quali la Provincia di Lucca ha impegnato 4,8 milioni di euro, Palazzo Ducale non ha intenzione di fermarsi.

L’obiettivo è semmai quello di proseguire nella tutela del territorio e nella difesa del suolo, nonostante tutte le incertezze sul futuro dell’ente, cercando di approntare una progettazione complessiva per arrivare ad un traguardo che è stato, già all’indomani dell’alluvione, una priorità per il presidente Stefano Baccelli: mettere a punto una serie di interventi importanti per adeguare gli argini e le confluenze del reticolo minore del Serchio alla sua portata duecentennale. Un impegno che il numero uno di Palazzo Ducale si era in realtà preso da tempo e che ora, ultimati i cantieri più importanti, dal 2009, costituisce l’orizzonte su cui operare d’ora in avanti.
“I lavori di consolidamento dell’argine destro del fiume Serchio a Ponte San Pietro – spiega Baccelli – sono stati conclusi a tempo record. Assegnati nell’aprile del 2013, sono ultimati in questi giorni in cui è iniziata la fase del collaudo”. Solo per questo tratto, compreso tra la nuova immissione del torrente Freddanella e quella del torrente Cerchia, è costata qualcosa come 3,8 milioni di euro. L’argine è stato potenziato e rinforzato e oggi ha una larghezza di 3 metri e mezzo nella sua parte più alta. Un sistema di massicciate e dislivelli renderà ancora più sicuro l’argine in caso di piena. Non solo. Da uno studio in collaborazione con l’Università di Pisa è stato deciso di utilizzare una miscela di betonite, acqua e cemento, nelle opere di consolidamento, che dovrebbe consentire una maggiore tenuta nel tempo. Nell’ambito di questo intervento è stata installata anche una seconda idrovora sul Torrente Freddanella, che completa di fatto l’impianto di sollevamento che esiste già: ha una portata massima di due metri cubi al secondo ed è controllata a distanza e in remoto da un computer nel quartier generale della difesa del suolo.
Stamattina (20 ottobre) il presidente della Provincia, Stefano Baccelli, accompagnato dall’assessore alla difesa del suolo, Diego Santi e dall’ingegner Gennarino Costabile, dirigente del settore, è servito a fare il punto sugli interventi di messa in sicurezza che hanno interessato, come è noto, anche l’argine sinistro, tra Ponte San Pietro e la Colonia Solare. Qui la Provincia ha realizzato un rafforzamento dell’argine per la lunghezza di circa mille metri, portandolo alla larghezza nella parte più alta di circa tre metri e mezzo come nell’altra sponda. Anche qui si è scelto di utilizzare la betonite, per impedire infiltramenti e sifonamenti di acqua, per un investimento pari ad un altro milione di euro. “L’attenzione, oltre al Serchio – sottolinea l’assessore Diego Santi – si è chiaramente concentrata anche sul reticolo minore e sulle confluenze nel fiume, dal torrente Cerchia alla Freddanella”. “L’intervento a Ponte San Pietro – ha spiegato ancora il presidente – si è sviluppato non solo con il consolidamento degli argini ma anche una risagomatura e ricalibratura dell’alveo per far meglio defluire le acque. Si è intervenuti, senza intaccare la naturalità del corso d’acqua, sui depositi di materiali e sulle alberature per ripulire l’alveo”. Un intervento ugualmente importante e visibile con evidenza osservando il ponte che collega Nave all’Oltreserchio sia l’attraversamento dell’autostrada. Le campate sono sgombre e prive di arbusti che prima, in caso di piena, avrebbero potuto creare problemi. “Interventi simili di ripulitura – annuncia al riguardo il dirigente Gennarino Costabile – saranno avviati anche a valle del Ponte Dalla Chiesa”. Tutti interventi concordati con l’Autorità di Bacino, dei quali Baccelli rivendica la paternità politica: “Ma senza una progettualità a monte e una capacità degli uffici ad approntare progetti e interventi subito cantierabili – sottolinea – alcuni di questi lavori così importanti non si sarebbero probabilmente conclusi in questi tempi. Del resto, questa è una nostra precisa volontà anche per il futuro. Analizzare i problemi del territorio e della difesa del suolo, studiando progetti che possano essere facilmente attuabili, ovviamente con tutti i criteri e i requisiti richiesti dal caso. Se siamo riusciti di recente ad ottenere un milione e seicentomila euro per l’emergenza in Valfreddana, da fondi non spesi derivanti da bandi regionali, lo si deve soprattutto a questo: al fatto che si è stati in grado di sottoporre all’attenzione progetti subito cantierabili”. La speranza adesso è di ottenere altre risorse economiche per questo delicato capitolo: “Entro la fine dell’anno sarà forse possibile attingere ad altri fondi di questo genere, soldi cioè non spesi purtroppo da altri territorio ma che potrebbero essere impiegati nella nostra provincia in situazioni particolarmente fragili – sottolinea l’assessore Diego Santi -. Penso ad esempio alla zona di Castiglioncello, Balbano e Nozzano che è ora una delle nostre priorità”.

FOTO – Il sopralluogo sul fiume Serchio

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