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Cure intermedie, la Regione detta le regole

Con una delibera presentata dall’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e approvata dalla giunta nel corso della sua ultima seduta prima della pausa di Ferragosto, la Regione disciplina meglio tutto il sistema di cure intermedie, per assicurare un’organizzazione omogenea su tutto il territorio regionale, e fissa tre tipologie di assistenza.

Le cure intermedie sono quelle che il servizio sanitario toscano garantisce, dopo le dimissioni dall’ospedale, alle persone più fragili, di età avanzata, con patologie croniche, per accompagnarle nel periodo post-ospedale, rendere la dimissione meno traumatica, evitare il riacutizzarsi delle patologie e nuovi ricoveri.
“Con le cure intermedie – dice l’assessore Stefania Saccardi – il servizio sanitario toscano vuole restare vicino anche dopo il ricovero alle persone più fragili, agli anziani, a chi ha patologie croniche che hanno compromesso un equilibrio di salute delicato. E garantire un’assistenza commisurata alle necessità di ogni singolo paziente. Con questa delibera abbiamo voluto fissare regole che siano valide in tutta la regione, e delineare profili di assistenza diversi in base al bisogno dei pazienti”.
Nella delibera si sottolinea il significato delle cure intermedie: “Una gamma di servizi integrati, rivolti per lo più alle persone anziane, per supportare la dimissione tempestiva, favorire il recupero dopo un evento acuto o riacutizzato, evitare ricoveri ospedalieri inappropriati e ridurre l’utilizzo della lungodegenza e dell’istituzionalizzazione”.
Si tratta prevalentemente di “servizi forniti in un arco temporale a breve termine (20 giorni massimo), erogati in un ambiente residenziale, il cui obiettivo è quello di facilitare la dimissione precoce dall’ospedale, evitando il protrarsi dei ricoveri”.
Si ribadisce l’attribuzione territoriale delle cure intermedie e si conferma come obiettivo quello di garantire cure a pazienti post-acuti, ancora in situazione di malattia, non così grave da richiedere una permanenza in reparto ospedaliero, ma ancora non sufficientemente stabilizzati per tornare a casa. L’assistenza prestata nella fase delle cure intermedie ha la finalità di consolidare le condizioni fisiche, continuare il processo di recupero funzionale, accompagnare il paziente con fragilità individuale o sociale nella prima fase del post-ricovero. La riorganizzazione dell’offerta di cure intermedie vuole garantire appropriatezza, continuità e omogeneità dell’assistenza.
Per questo vengono individuate tre tipologie di assistenza, o – come si dice nella delibera – tre setting di cure intermedie residenziali.
Una residenzialità assistenziale intermedia (bassa intensità) in cui l’assistenza medica è prestata dal medico di famiglia, che si avvale della consulenza specialistica programmata e dal medico di continuità assistenziale; una residenzialità sanitaria intermedia (media intensità) con il medico specialista di struttura in stretto raccordo con il medico di famiglia ed infine una low care (alta intensità) a cura del medico di struttura.
Per tutte e tre le tipologie, la durata massima della degenza è di 20 giorni. Dopodiché il paziente potrà tornare al proprio domicilio, seguito comunque dal proprio medico di famiglia.

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