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Sicurezza ferroviaria, Baccelli: “No a chiusura sede Firenze”

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Stefano Baccelli, consigliere regionale del Pd e presidente della Commissione trasporti e infrastutture, in merito alla chiusura dell’Agenzia nazionale ferroviaria per la sicurezza, con sede a Firenze, espone, a Palazzo Pegaso, gli obiettivi della propria mozione quali: garantire un’adeguata indipendenza e piena operatività dell’agenzia, salvaguardare un importante presidio dedicato alla sicurezza ferroviaria nazionale presente in Toscana, evitare conseguenze per i lavoratori.

Il decreto legge Disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze,  istituisce, dal 2019, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Anfisa), con sede presso il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, andando in questo modo a sopprimere l’attuale Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Anfs) e attribuendone l’esercizio delle relative funzioni alla nuova struttura “che – si legge nel decreto – succede a titolo universale in tutti i rapporti attivi e passivi al predetto ente e ne acquisisce le relative risorse umane, strumentali e finanziarie”.
“L’ Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, operativa a Firenze dal 16 giugno 2008, è un soggetto tecnicamente indipendente rispetto a tutti gli operatori nel campo del trasporto ferroviario e in questi anni ha portato avanti compiti rilevanti nel settore. – spiega Baccelli – Stiamo parlando di una struttura contraddistinta da un riconosciuto livello di efficacia e di indipendenza, cosa che, al momento, le attuali condizioni ed il passaggio sotto al Mit, rischierebbero di non produrre. La costituzione di un’unica Agenzia di controllo di due settori disciplinati da diversi regimi giuridici rischia di generare ricadute negative in ambito organizzativo e gestionale, con un aggravio, ad esempio, del lavoro del personale tecnico (specializzato in un regime ma non nell’altro). La decisione del governo mette a rischio inoltre i posti di lavoro dell’agenzia, 116 di cui circa la metà a Firenze e comporta, in ogni caso, l’allontanamento dalla Toscana di molte competenze e professionalità cresciute negli anni attorno a tali tematiche. Un indiscusso impoverimento, insomma, per una regione in cui ha avuto luogo uno dei disastri ferroviari più cruenti in epoca recente, ovvero la strage di Viareggio. Una decisione che avviene, peraltro, proprio a pochi giorni dall’inizio del processo di appello previsto per il prossimo 13 novembre. Chi ha vissuto da vicino quella drammatica vicenda non può che lavorare costantemente perché siano garantite, con ogni mezzo, le migliori condizioni di sicurezza ferroviaria. La scelta di chiudere l’Agenzia va nella direzione opposta, andando a smantellare un vero e proprio presidio della sicurezza ferroviaria e inglobandolo in una struttura che, al momento, non è in grado di garantire la stessa indipendenza, né una piena operatività. Scongiurare attraverso ogni mezzo che si concretizzi questa decisione: è l’impegno che chiedo alla regione, sollecitando un suo intervento diretto con il governo nazionale”.

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