Le rubriche di Lucca in Diretta - in Regione

Rossi: “Reagiremo contro chi denigra sanità toscana e operatori”

“Da ora in avanti non guarderemo in faccia a nessuno. Chi denigra, strumentalizza o diffonde bugie sulla sanità toscana e sui suoi operatori, giocando cinicamente e spudoratamente su questioni delicatissime come quelle della vita e della morte, sarà immediatamente querelato per diffamazione e, ove ne esistano le condizioni, denunciato per procurato allarme”. Il presidente Enrico Rossi indica con fermezza la linea di comportamento della Regione Toscana di fronte ad ogni strumentale tentativo di minare il corretto funzionamento del sistema sanitario regionale. 

“Se ci sono forze politiche che vogliono operare queste inaccettabili strumentalizzazioni – continua Rossi – è bene che sappiano che reagiremo colpo su colpo, senza, lo ribadisco, guardare in faccia a nessuno. Anche perché sono sempre più convinto che denigrare la sanità pubblica è il primo passo verso l’obiettivo della privatizzazione dei servizi. La Regione Toscana – prosegue – è assolutamente disponibile a discutere dei suoi limiti, delle sue imperfezioni e ad accogliere tutte le critiche che vengono rivolte al servizio sanitario regionale. Lo abbiamo sempre fatto. Ma non è assolutamente disponibile ad accettare che si getti fango sul lavoro di operatori onesti e che si mandino nel panico migliaia di cittadini che hanno bisogno delle nostre strutture. È bene ricordare – ha concluso – che i dati del Ministero della salute, contenuti nel rapporto Sdo 2016 (schede di dimissione ospedaliere, n.d.r.), mostrano, relativamente alle infezioni dovute a cure mediche, un valore per la Toscana pari a 8,24 per 100mila dimissioni, inferiore a quello nazionale che è di 12,39 ogni 100mila dimissioni e al di sotto della maggior parte delle altre Regioni (Piemonte 25,48, Lombardia 20,16, Veneto 16,3, Emilia Romagna 19,64). Il valore dell’ospedale Noa relativo al 2016 è pari a 13 per 100mila abitanti, assolutamente in linea – conclude – con il dato nazionale”.
A prendere posizione, di ritorno dall’incontro avuto questa mattina (18 ottobre) a Roma, come Conferenza delle Regioni, con il ministro della salute Giulia Grillo e il sottosegretario all’economia Laura Castelli, anche gli assessori al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi, e alla presidenza e al bilancio Vittorio Bugli che si dicono decisamente insoddisfatti degli annunci del ministro e delusi dagli esiti dell’incontro.
“Il governo del cambiamento non solo non cambia in termini di finanziamento del Fondo sanitario, ma si limita a confermare le risorse previste dal governo Gentiloni, lasciando irrisolta ogni altra questione urgente per la sanità. L’aumento di un miliardo nel 2019 (circa 67 milioni per la Toscana), peraltro già previsto dal precedente governo, non è sufficiente a garantire i bisogni di salute di salute dei cittadini – commenta Vittorio Bugli – Il ministro dica chiaramente se vuole fare aspettare ancora i medici, giustamente in lotta, per avere il rinnovo del contratto dopo nove anni. Solo il contratto ha un costo stimato di 800 milioni: come pensiamo di far fronte? Non solo: non abbiamo avuto risposte soddisfacenti neppure per la copertura economica del contratto dei dipendenti della sanità pubblica. E il ministro dica anche come intende garantire che in tutto il Paese chi ha bisogno possa avere accesso ai farmaci innovativi che arriveranno sul mercato, visto che solo questi hanno un costo stimato in poco meno di un miliardo. Vogliamo farli aspettare ancora? Solo queste due voci sono ben oltre il miliardo di aumento concesso per il 2019. Come pensiamo di chiamare tutto questo se non una oggettiva contrazione dei servizi?. Nessuna soluzione anche sul fabbisogno di medici – osserva Stefania Saccardi -, per il quale, dopo il ridicolo balletto sull’abolizione del numero chiuso a medicina, il ministro si limita all’annuncio di 1.000 borse in più di specializzazione, per le quali però non è stato reperito alcun finanziamento. Nulla di fatto anche per l’abolizione dei limiti di assunzione del personale, che resta fissato alla spesa del 2004 meno l’1,4 per cento, con la promessa di un tavolo per discutere il superamento. Il ministro – aggiunge l’assessore al diritto alla salute – ha annunciato con la solita demagogia lo stanziamento di 50 milioni per l’abbattimento delle liste di attesa, che oltre ad essere una somma del tutto inadeguata senza l’abolizione del limite di assunzioni, rischia di spostare ancora di più la sanità verso la privatizzazione. Peraltro senza nemmeno perseguirla fino in fondo, stante il mancato ritocco dei tetti per la convenzionata. Siamo curiosi di capire come potremo spendere queste risorse per abbattere le liste di attesa. Un’altra misura demagogica per dare fumo negli occhi. Ugualmente senza soluzione il tema del payback farmaceutico e gli investimenti sanitari, che restano non ben definiti. Confidiamo – concludono i due assessori toscani – nell’iniziativa del presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini per migliorare questa situazione, ma al momento prendiamo atto che la sanità non è tra le priorità di questo governo, che preferisce l’assistenzialismo del reddito di cittadinanza piuttosto che la tutela della salute dei cittadini”.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.