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Regione, approvate le modifiche alla legge sulla disciplina del collegio di garanzia statutaria

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Approvata a maggioranza la legge che interviene, modicandola, sulla disciplina del collegio di garanzia statutaria. La legge, presentata su iniziativa dell’ufficio di presidenza, è stata approvata con 24 voti a favore; 8 astenuti e 5 contrari. Ha votato contro il M5S; si sono astenuti Lega Nord e Sì.
La legge è stata illustrata dal presidente Eugenio Giani. Le modifiche adeguano la legge regionale (n. 34 del 2008) a quanto previsto dalla normativa nazionale, che impedisce nelle pubbliche amministrazioni di attribuire incarichi di studio e consulenza a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza. Si ridefiniscono le caratteristiche richieste ai singoli soggetti per l’inclusione negli elenchi da cui attingere i componenti del Collegio, ma si allarga anche la platea dei candidati. Si eliminano i magistrati a riposo – sostituiti dai magistrati fuori ruolo in modo da garantire comunque la presenza di esponenti della categoria – e si riducono da quindici a sette gli anni richiesti di esercizio effettivo della professione forense per gli avvocati (dieci se si considera il triennio per diventare procuratore).

La necessità di ampliare la platea dei potenziali candidati si persegue attraverso la previsione di figure professionali che assicurino comunque una alta e riconosciuta competenza nel campo del diritto pubblico: così si inseriscono, tra i professori universitari, i professori associati e i soggetti che abbiano conseguito l’abilitazione nazionale nelle materie richieste.
Irene Galletti, M5S, è intervenuta per precisare che, fatto salvo l’adeguamento alla normativa nazionale, l’importanza dell’ente – “una specie di corte costituzionale toscana” -, non si attaglia alle misure indicate per ampliare la platea dei possibili candidati. I sette anni richiesti di esercizio della professione forense, ha detto la consigliera, “non possono corrispondere all’esperienza di 15”. Gli specialisti nelle materie richieste “in Toscana non mancano”, e ci sono molti professori universitari assolutamente in grado ricoprire questo incarico e “l’esperienza è fattore fondamentale”. In ultimo, non convince il cambiamento dei requisiti di accesso a ridosso delle nomine. Galletti ha proposto di lasciare immutati i requisiti richiesti nella normaitva regionale. Giani ha precisato che le riflessioni della consigliera erano già state oggetto di considerazione in seno all’Ufficio di presidenza, che ha comunque ritenuto di procedere.
Il presidente ha sottolineato che la legge reca già alcuni degli accorgimenti di chiarezza e linearità che presto saranno tradotti nel decalogo di redazione delle leggi che l’ufficio di presidenza si accinge ad approvare (rubrica che indica l’oggetto ad ogni articolo e accompagnamento di una relazione alla legge, ad esempio).

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