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Centomila orti in Toscana, finanziamenti per nove comuni in Lucchesia

Saranno ben 62 i comuni toscani nei quali verranno realizzati nuovi orti urbani con il contributo della Regione. E’ stata infatti approvata la graduatoria del progetto regionale Centomila orti in Toscana. La Regione finanzierà i progetti dei comuni fino al 70 per cento. E a questo punto i comuni potranno dare il via all’iter per la realizzazione degli orti, che saranno affidati a associazioni e cooperative e poi concessi ai cittadini che lo richiederanno.

“Con questa iniziativa – ha commentato l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi – offriamo ai comuni toscani una grande opportunità: quella di i riqualificare spazi di paesi e città offrendo a persone di tutte le età, soprattutto ai giovani, la possibilità di sperimentare concretamente l’amore per la terra e allo stesso tempo a offrire nuovi luoghi di socialità, con l’orto come occasione di incontro e di condivisione di un’alimentazione sana e genuina”.
“Proprio per il valore che attribuiamo a questo progetto – ha proseguito l’assessore – abbiamo deciso di aumentare il budget a disposizione per dare una risposta positiva a tutte le domande che ci sono arrivate dai Comuni. E così abbiamo messo a disposizione 1 milione 200mila euro per il 2017 e un’analoga cifra per il 2018”.

I comuni assegnatari dei finanziamenti
Sono 56 i comuni toscani che hanno presentato progetti per la realizzazione dei complessi di orti urbani e ottenuto quindi un riscontro positivo dalla Regione: a questi si aggiungono i 6 comuni “pilota” (Lucca, Bagno a Ripoli. Livorno, Grosseto, Siena e Firenze) che, in virtù di una competenza storica in materia hanno cominciato a sperimentare già nel 2016 l’applicabilità del modello.
Il totale è quindi di 62 comuni. L’importo del contributo destinato a ciascuno è stato stabilito nella quota delle spese sostenute (pari al 70 per cento) e rapportato anche alle dimensioni delle singole realtà territoriali, calibrate sulla popolazione residente.
In provincia di Lucca, oltre a Lucca, risorse per gli orti di Viareggio (44.940), Massarosa (21mila), Montecarlo (27.300), Forte dei Marmi (30mila), Stazzema (7mila), Capannori (25.550), Altopascio (50mila), Camaiore (70mila).
Tra questi comuni 32 hanno dichiarato di concludere i loro lavori entro il 2017 e per questi l’iter del finanziamento è in pieno corso, mentre a breve, non appena verranno concluse le operazioni amministrative necessarie all’incremento delle risorse per il 2018, verranno impegnate anche le risorse per i comuni che hanno dichiarato la conclusione dei lavori nel 2018: nel frattempo questi ultimi hanno già il progetto approvato, e possono quindi iniziare i lavori.
L’iniziativa dei Centomila orti è giunta alla fase odierna dopo un intenso percorso di gestazione iniziata nell’autunno del 2015 e che è servito da una parte a predisporre il modello di orto urbano con una attenta e qualificata azione di studio e di ricerca, e dall’altra a iniziare una fase di sperimentazione di questo modello in sei comuni pilota: Firenze, Bagno a Ripoli, Siena, Lucca, Grosseto e Livorno, scelti perché già avevano maturato esperienze in questo ambito.
Nei mesi scorsi è stato infine aperto il bando con la richiesta ai Comuni di presentare un progetto nel quale fossero ben evidenziati gli aspetti strutturali e gestionali e identificato il numero del ‘complesso di orti’ che si vogliono realizzare, progetto che è stato sottoposto a una apposita commissione.
Una volta ottenuto il finanziamento i comuni a loro volta apriranno il bando per individuare le associazioni di volontariato che gestiranno gli orti. Queste ultime a loro volta li affideranno ai cittadini suddividendoli in appezzamenti di dimensioni comprese tra i 32 e i 100 metri quadri.

L’orto urbano
Secondo il modello toscano, varato nell’ambito di questo progetto, l’orto urbano è un insieme di appezzamenti di terreno che sono inseriti in strutture (denominate Complessi di orti) che si presentano come spazi di socializzazione destinati a persone di tutte le età (soprattutto giovani), centri di aggregazione e di scambio culturale. In quest’ottica nel Complesso di orti sono inseriti servizi, spazi comuni, e anche connessioni wi-fi.
Questa iniziativa cambia drasticamente la visione strategica dell’orto urbano che non viene più considerato solo un pezzo di terra da coltivare; ma molto di più. E’ un’area di aggregazione, di scambio sociale ed intergenerazionale, di didattica ambientale e di crescita culturale; è un punto di incontro fra persone differenti che possono mettere in gioco le proprie conoscenze e le proprie esperienze, dove passare il tempo e crescere in modo sano.
La realizzazione di aree ad orto urbano permette inoltre il recupero di aree verdi, anche di proprietà pubblica, troppo spesso lasciate al degrado; rappresentano quindi un’importante opportunità per i Comuni per restituire un senso di ordine ad un territorio aperto, talvolta lasciato in stato di abbandono, grazie alla pulizia generale delle aree ed ai lavori di riqualificazione a cui seguono le attività di gestione nel tempo. L’insieme degli orti assume così anche un ruolo paesaggistico e turistico integrato nel verde urbano cittadino.

L’orto, i giovani e gli studenti
Contrariamente al pensare diffuso che gli orti siano uno spazio destinato a anziani, il modello toscano riconosce un ruolo fondamentale ai giovani e alle scuole quali motori di iniziative comuni di crescita e sviluppo di tutta la struttura. Per il giovane, l’orto urbano (e la gestione di associazioni da questi costituite) è un importante banco di prova e di inserimento nel tessuto connettivo della propria città, nonché di volontariato. Per questo motivo l’iniziativa rientra nell’ambito del progetto Giovanisì (www.giovanisi.it), il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani .

La gestione
I complessi di orti (ognuno dei quali può contenere al massimo un centinaio di appezzamenti) verranno concessi dal Comune in uso gratuito ad un soggetto (associazioni, fondazioni, cooperative sociali), che ne garantisca la conservazione, la piena funzionalità e la gestione. La selezione del soggetto gestore avverrà attraverso un bando pubblico e la successiva sottoscrizione di un disciplinare d’uso, che definirà gli obiettivi che devono essere perseguiti e comprenderà tutte le prescrizioni e le regole per l’uso degli orti e per la successiva selezione degli ortisti. Anche la successiva assegnazione dei singoli orti avverrà attraverso un avviso pubblico: l’assegnazione degli orti avverrà titolo assolutamente gratuito; al limite potrà essere chiesto di diventare socio del soggetto gestore per garantire la copertura assicurativa .
Sia nella selezione del soggetto gestore dei “Complessi di orti” che nella individuazione degli ortisti i Comuni saranno chiamati a dare una priorità ai soggetti che presentano una elevata componente giovanile (età inferiore a 40 anni).

Un prezioso vademecum per i neo-ortisti
Nell’ambito del progetto è imminente la pubblicazione, da parte dell’Accademia dei Georgofili, di un manuale a beneficio degli ortisti (viene infatti dato un aiuto per capire cosa e come coltivare in queste strutture) e delle associazioni, (si illustra l’attività che devono effettuare per rispondere al meglio agli obiettivi del progetto).

La rete degli orti
Al fine di garantire la riconoscibilità del progetto, è stato ideato dalla Regione un logo da utilizzare in tutte le strutture realizzate, che a loro volta saranno dotate di una cartellonistica riconoscibile ed omogenea. Per raccontare le esperienza, garantire la massima trasparenza, permettere lo scambio di informazioni fra gli utenti l’iniziativa è anche sui social network: su facebook, diario e su Twitter, #100milaorti #ortintoscana.

Informazioni
L’iniziativa è attuata attraverso il supporto tecnico di Ente Terre Regionali Toscane e di Anci Toscana e con la collaborazione dell’Accademia dei Georgofili. Sul sito della Regione Toscana, tutte le informazioni sul progetto.

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