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Salone del libro, dalla Toscana il premio letterario dei detenuti

E’ stato presentato al Salone del Libro di Torino, allo stand della Regione Toscana, il premio letterario Casalini, intitolato ad Emanuele Casalini, che fu professore di liceo e preside a Piombino e docente volontario di scrittura e letteratura al carcere di Porto Azzurro, dove fu anche animatore del periodico La Grande Promessa, prima rivista carceraria sorta in Italia. Il premio letterario Casalini è stato fondato nel 2002, poco dopo la scomparsa del professore, dalla San Vincenzo de’ Paoli e dall’Unitre di Porto Azzurro che lo stesso Casalini aveva contribuito a fondare. Nello scorso mese di novembre si è tenuta la sedicesima edizione del Premio, il cui scopo è fornire nuovi incentivi ed inedite occasioni di riabilitazione ed elaborazione delle proprie esperienze e dei propri vissuti a chi si trova a vivere l’esperienza della reclusione.

Oggi il premio letterario Casalini è organizzato, oltre che dall’Unitre di Porto Azzurro, anche dall’Unitre di Volterra in collaborazione con il Salone del Libro e con Presìdi del Libri del Piemonte. La giuria del Premio letterario Casalini è presieduta da Ernesto Ferrero, già direttore del Salone torinese. Nel comitato d’onore figurano, tra gli altri, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e l’assessore regionale Cristina Grieco.
“Nel Premio Casalini, che con consapevole soddisfazione portiamo all’attenzione dell’opinione pubblica, i protagonisti sono i detenuti. Veramente, in questo caso, la cultura vola oltre i confini, come dice lo slogan della nostra Regione a Torino, ed aggiungerei anche oltre i muri del carcere perché le persone possono maturare e crescere, attraverso la scrittura, anche all’interno di una casa di reclusione”, ha detto l’assessore Cristina Grieco, che ha le competenze ad istruzione, formazione e lavoro.
“Scrivere non solo aiuta a comunicare ma anche rende meno gravoso il peso della solitudine e della costrizione che una persona vive all’interno del carcere”, ha aggiunto Lucia Paperetti, vedova Casalini, che fa parte anche della segreteria organizzativa del Premio. La signora Casalini ha poi sottolineato: “Scrivere apre a un’altra libertà, quella che permette di ritrovare i propri sentimenti ed i propri sogni, esprimerli assieme alle speranze, alla proiezione verso il futuro e verso il miglioramento che nessuno può togliere a nessuno”.
Nel pomeriggio di oggi (21 maggio), alla presentazione del Premio letterario Casalini sono intervenuti quattro vincitori delle edizioni precedenti e uno dell’ultima edizione. In tutto, cinque tra detenuti ed ex detenuti. I loro nomi sono Mohammad Arshad, Aral Gabriele, Carmelo Gallico, Vittorio Mantovani e Domenico Strangio. Tre di questi ora sono uomini liberi, mentre due sono ancora detenuti o in regime di semi-libertà e sono stati autorizzati dai loro carceri a partecipare al Salone di Torino. Alcuni di loro si sono presentati accompagnati dai familiari. Il Premio letterario, d’altronde, serve anche questo: a far sì che i familiari, in qualche occasione, possano stare vicini e sentirsi orgogliosi dei congiunti che si trovano a vivere da detenuti l’esperienza del carcere.

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