Destinate a scomparire le Rsa a gestione comunale

Le residenze sanitarie assistite per la popolazione anziana, di proprietà e gestione comunale, andranno via via scomparendo. È quanto emerge da una lettura attenta delle novità introdotte dalla normativa regionale, che ha modificato il ruolo dei Comuni nelle politiche della non autosufficienza: non più fornitori diretti di servizi e posti letto, ma di titoli di acquisto che il cittadino, accertato il bisogno, potrà spendere nella struttura accreditata che preferirà, pubblica o privata, secondo il principio della libera scelta.

L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno in atto che, in prospettiva, pone un’importante sfida per i territori, chiamati all’analisi dello scenario e a concretizzare politiche preventive della non autosufficienza. L’osservatorio sociale regionale evidenzia che oggi gli ultra 74enni sono l’11,9 per cento della popolazione e il dato è destinato a crescere: saremo una regione molto anziana, con bisogni sanitari e sociali sempre più alti.
È un nuovo modello di welfare, quello proposto dalla Regione Toscana, con il quale le comunità locali sono chiamate a confrontarsi per garantire longevità e sostenibilità al sistema. In questa nuova fase di programmazione il soggetto pubblico dovrà assumere sempre di più il ruolo di regolatore delle risorse disponibili, andando in particolare a potenziare le sinergie con il terzo settore, anche attraverso le linee di una riforma ancora in fase di definizione attuativa. Intercettare la domanda inespressa e lavorare sull’educazione e la promozione dell’invecchiamento attivo è, verosimilmente, la vera sfida posta da un contesto sociale in evoluzione: basti pensare alla frammentazione delle reti familiari, che ha appesantito di responsabilità il caregiver – per il quale una residenza sanitaria assistita capace di ‘aprirsi’ al territorio con forme di ricovero temporanee potrebbe costituire una determinante valvola di sfogo. Aumentando l’offerta dei servizi territoriali e domiciliari, costruita insieme al terzo settore, sarà possibile riorientare un welfare che, necessariamente, dovrà integrare la filiera clinico-assistenziale con percorsi di supporto alla cura dell’anziano prima che si manifestino condizioni di cronicità.

Rsa: quota sociale e quota sanitaria
Per ogni persona assistita, la residenza percepisce una quota sociale per i servizi socioassistenziali e i servizi alberghieri, fissata in autonomia dalla struttura o attraverso accordi territoriali stipulati con le amministrazioni pubbliche, e una quota sanitaria, fissata dalla Regione Toscana a 52,32 euro pro capite al giorno, che copre il costo del personale infermieristico e riabilitativo, degli addetti all’assistenza di base, dei medicinali, del materiale necessario per le medicazioni e la gestione dell’incontinenza. La persona anziana, a seconda del proprio Isee, contribuisce al pagamento della quota sociale. Il Comune di residenza completa la quota o la copre totalmente quando la situazione economica della persona è tale da determinare l’esenzione.

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