Hell’s Gate, a Mario Roman l’edizione 2018

Due ore di Inferno gelato, è solo l’inizio. La temperatura sulla montagna è in caduta libera. Petraie, sentieri di fango, rocce scoscese, canali di terra e acqua. Pendenze vertiginose. Contro il vento di tramontana e nella foresta già buia la sensazione di disagio si somma alla difficoltà. Il tempo sul giro è calcolato attorno ai 25 minuti, ma ce ne vogliono quasi dieci di più per vedere entrare nell’Arena di Hell’s Gate Metzeler il primo concorrente al termine del primo giro, Wade Young. Il sudafricano vincitore dell’edizione 2016 di Hell’s Gate era stato il più veloce anche alla partenza, quando Fabio Fasola, l’inventore, e Andrea Marcucci, proprietario della tenuta dove è nato l’evento, avevano abbassato la bandiera bianca dando il via alla 15esima edizione di Hell’s Gate Metzeler.

Bagarre sin sulla prima pietraia. Jarvis per un breve tratto in testa alla Corsa, poi al primo giro le prime differenze. Nell’ordine transitano Young, Mario Roman, Graham Jarvis, Travis Teasdale e, subito, dopo, i primi due Italiani, Sonny Goggia e Diego Nicoletti. Sarà questo confronto il tema portante dalla finale di Hell’s Gate Metzeler. Allo scadere della prima ora di Gara Jarvis scade al quarto posto, ma al secondo passaggio torna al secondo e Roman scende al quarto. Nicoletti passa Goggia. Wade Young è sempre primo, ora con un vantaggio di dieci secondi su Jarvis. Il ritmo è lento, l’avanzare pesante, l’equilibrio della guida e delle posizioni diventa sempre più fragile, delicatissimo ad ogni giro che passa. Altro giro. Fatica micidiale. Teasdale in calo, Roman in recupero riaggancia Jarvis. Young è ormai quasi due minuti avanti, in volo su Hell’s Gate Metzeler. Il sudafricano della Sherco impone un’andatura elegantissima e irresistibile. Ma non è finita. La gara si va trasformando. Young resta al comando in virtù della stratosferica eliminatoria del mattino, ma Roman è visibilmente il più veloce.
Allo scadere delle due ore la corsa viene fermata. I primi dieci accedono alla finalissima di Hell’s Gate Metzeler 2018. È lo scontro decisivo tra 10 sopravvissuti, gomito a gomito. Young, Jarvis, Teasdale, Roman, Nicoletti, Goggia, Bosi, Pfeifer, Piacenza, Maurino e Bosi. È l’atto finale nell’Arena Hell’s Gate Metzeler. Fa un freddo cane e la gente, pubblico record per Hell’s Gate Metzeler, si stringe attorno ai gladiatori dell’Arena. Venti minuti.
La partenza è da pelle d’oca. Tensione, spettacolo ed entusiasmo si fondono e diventano delirio. Dieci finalisti, uno contro l’altro per il titolo di Hell’s Gate Metzeler del 15esimo anniversario. La diretta dello scontro è lo show dello sport allo stato dell’arte. Jarvis è stanco e si sgancia progressivamente dal confronto, Teasdale perde terreno e, quando la catena esce dalla corona, si stacca dal convoglio dei fuggitivi. Gli italiani puntano su Bosi, ma seguono il duello avvincente tra Mario Roman, una autentica furia, e Wade Young, ancora al comando ma condannato. Al secondo giro la sua moto si ferma e il sudafricano è condannato al ritiro. Vince Mario Roman, lo spagnolo ci teneva più di ogni altra cosa a vincere la corsa dell’estremo che l’ha tenuto a battesimo, Graham Jarvis colleziona un altro podio con un guizzo finale. Travis Teasdale è terzo. Nicoletti, quarto e persona di grande fair play, si fa per dire, è ancora una volta il migliore (ma nell’altro senso non il migliore) degli italiani davanti a Goggia e Bosi. Hell’s Gate Metzeler 2018, finale bellissimo.

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