Rugby Lucca, capitan Mei suona la carica per la promozione

Ha 23 anni, studia per diventare avvocato ed in questo momento ha in testa una cosa sola: vincere il campionato con il Rugby Lucca. Stiamo parlando di Lorenzo Mei, terza linea rossonera che, da qualche mese, ha ereditato i gradi di capitano da Alessandro Addabbo. Il neo capitano della formazione che guida la poule promozione di serie C non ha dubbi: vuole vincere ma per farlo, ammonisce, sarà necessario mantenere alta la concentrazione fino alla fine della stagione.

Parlaci un po’ di te. Chi sei? Cosa fai nella vita? Quali sono i tuoi interessi fuori dal campo?
Ciao io sono Lorenzo ho 23 anni. Studio giurisprudenza all’università di Pisa. Mi piacciono un po’ tutti gli sport: seguo molto il calcio, un po’ il basket e mi piace anche andare in barca a vela. Tra le mie passioni ci metto anche la play station, quando ho tempo mi concedo qualche partita con gli amici. Quindi diciamo che tra le mie passioni c’è un po’ di tutto anche se il rugby è senza dubbio al primo posto.

È vero che il rugby trasmette forti valori che ti possono aiutare anche nella vita?
Si è vero, aiuta molto a crescere sotto tanti aspetti: ti fa capire meglio ideali come la condivisione e la forza del gruppo, capisci che quando raggiungi un obbiettivo è merito della squadra e non del singolo giocatore che schiaccia la palla in meta. Ma soprattutto ti trasmette il rispetto nei confronti di chi sta con te e anche verso gli avversari e questi sono valori e ideali che nella vita aiutano molto a mio parere.

Qual è il tuo ruolo?
Faccio parte degli uomini di mischia della squadra e il mio ruolo è la terza linea centro, ma posso ricoprire anche altri ruoli come la terza linea flanker o la seconda linea. Nella mischia, il mio ruolo è quello di ricevere la palla quando viene tallonata dalle prime linee. A quel punto, o la predo per attaccare in campo aperto o la tengo tra i piedi per il mediano di mischia che ‘apre’ poi il pallone ai trequarti. Nel gioco aperto, il mio ruolo è un po’ di tutto fare: è richiesto di placcare, di correre con la palla in mano cercando di superare la linea difensiva avversaria e fare sostegno il più possibile nelle ruck. Il mio modo di giocare si basa su queste cose. In particolare, cerco di essere utile per finalizzare le giocate dei miei compagni che, passandomi la palla, riescono a crearmi lo spazio nella difesa avversaria per avanzare o fare meta.

Cosa si aspetta da te l’allenatore?
Come giocatore, l’allenatore Giovannico da me si aspetta il massimo sul campo sia la domenica che negli allenamenti, un po’ come pretende da tutti. Come capitano si aspetta che continui a mantenere alta la tensione agonistica che ci deve essere in questo finale di stagione. Abbiamo ottenuto molti successi di fila ed è fisiologico che ci possa essere un calo anche mentale. Sta a me cercare di mantenere alto il ritmo durante questi ultimi mesi. Poi ovviamente si aspetta che continui a mantenere questo bel gruppo di ragazzi affiatati e coesi come lo siamo ora. Il nostro obbiettivo principale è ovviamente rimanere in vetta alla classifica per vincere il campionato e poter passare nella categoria superiore.

Qualora doveste raggiungere la promozione, quali credi sarebbero le maggiori difficoltà della categoria superiore?
Durante gli ultimi 2 anni abbiamo giocato alcune amichevoli con le squadre della categoria sopra e, dal mio punto di vista, il gap da colmare di più sta nella tenuta fisica della squadra. Anche dal punto di vista tecnico e tattico devono essere fatti miglioramenti ma l’aspetto fisico è quello su cui lavorare di più per poter essere ancora più competitivi e anche perché una miglior tenuta fisica della squadra aiuta a prevenire alcune tipologie di infortuni, oltre che aiutare nel recupero dagli stessi.

Tu sei diventato capitano a stagione in corso. Senti il peso di questa responsabilità?
Essere capitano per me è un onore e non è per nulla un peso. Anzi, questo ruolo mi stimola ancora di più a crescere come giocatore e a motivare i miei compagni di squadra per migliorare ulteriormente. Il capitano deve cercare sempre di motivare i compagni e mantenere unito il gruppo. Devo dire che i 2 capitani che ho avuto (Paolo Giannotti e Alessandro Addabbo) hanno fatto bene questo lavoro ed ora siamo un gruppo molto unito, cosa che ci rende ancora più forti. Questo mi facilita molto.

Da quanti anni sei al Rugby Lucca? Come ti trovi?
Sono al Rugby Lucca dal 2011 ed è un ambiente fantastico. È come stare in una grande famiglia: lo spogliatoio e il campo sono, per me e i miei compagni, quasi come una seconda casa. Vivere quest’ambiente è fondamentale per me e quando sono dovuto stare fuori dal campo per un lungo periodo a causa di un infortunio, mi sono accorto ancora di più quanto fosse bello per me vivere anche solo l’atmosfera goliardica e fraterna che c’è dentro il nostro spogliatoio e che rende l’ambiente unico.

Comunque la società è in crescita e ha progetti ambiziosi.
Sì: nel 2015 c’è stato un cambio societario che ha visto l’ingresso nella dirigenza anche di alcuni compagni che hanno contribuito alla fondazione del Rugby Lucca e devo dire che ci sono già stati molti miglioramenti. So che ci sono in progetto molte cose che ci permetteranno di fare un salto di qualità anche da questo punto di vista: l’illuminazione del campo di gara, la riqualificazione degli spogliatoi e dei locali per il terzo tempo. Sono progetti molto ambiziosi ma sono sicuro che con il tempo riusciremo a portarli a termine.

Qual è il tuo auspicio per il futuro?
Nel breve futuro, mi auguro di riuscire a vincere il campionato con la nostra squadra e riuscire a salire di categoria. Poi ovviamente il mio auspicio è che la società riesca a migliorare sotto tutti gli aspetti per poi poter puntare a obiettivi più grandi e a toglierci ancora tante soddisfazioni.

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