Lucchese, ancora 24 ore: nuovo ultimatum

Ancora 24 ore. Parafrasando il titolo di un celeberrimo film con Eddie Murphy e Nick Nolte è arrivato il tempo dell’ennesimo ultimatum. Domani (4 giugno) alla ripresa della settimana, dopo circa 15 giorni passati a fare conti, a leggere bilanci e a riformulare proposte, il nuovo possibile acquirente della Lucchese Calcio, Lorenzo Grassini, presenterà l’offerta di acquisto definitiva ad Arnaldo Moriconi, patron di Città Digitali a cui è rimasto il classico ‘cerino’ in mano per la cessione della società rossonera. Il famigerato bonifico da una banca svizzera, atteso da 10 giorni, non è mai arrivato. Bloccato dalla necessità, a detta del presunto nuovo acquirente, di ricalcolare i debiti della società che, a fronte di una iniziale offerta di pagamento per l’acquisto dell’80 per cento delle quote per 800mila euro, sarebbero lievitati a una cifra superiore al milione di euro.

Una esposizione, a questo punti vicina ai 2 milioni di euro, che a Grassini non sarebbe più sembrata conveniente. Di qui la trattativa per abbassare il prezzo di acquisto e il tira e molla con il direttore generale Fabrizio Lucchesi, l’uomo che dovrebbe essere chiamato a operare sul mercato rossonero per la prossima stagione, che ha più volte affermato di non volersi sedere nella stanza dei bottoni rossonera finché la trattativa non era fatta e finita.
Con il naturale corollario che, al momento, la Lucchese non ha uno staff e praticamente una rosa a circa un mese e mezzo dal presunto avvio della nuova stagione e del raduno per un’altra stagione in serie C. A poco più di venti giorni dalle prime scadenze importanti per l’iscrizione al prossimo campionato. E intanto allenatore Lopez e i pezzi più pregiati sono pronti ad accasarsi altrove. E a quel punto davvero, pur avendo risolto i problemi più urgenti, si dovrà cominciare tutto da capo.
A rendere ancora più incandescente la situazione, alla vigilia del giorno del giudizio, un post dell’ex assessore allo sport Celestino Marchini, che della vicenda Lucchese si è occupato anche nell’attuale giunta anche se non ha la delega specifica: “Ci sono i teatri e i teatrini – scrive – dove gli attori (principali e comprimari) recitano la loro parte, a volte ilare, a volte comica, a volte semiseria, a volte ci riportano alla tragedia greca. Sono tanti i generi di commedia, ma capita a volte di non capirci niente, vuoi perché gli attori, spesso comprimari, non si capiscono, vuoi perché hanno idee diverse nell’interpretare il testo e si finisce che gli spettatori, compreso quelli che amano la commedia, non ci capiscono niente e di conseguenza si disaffezionano dall’andare al teatro perché si sentono presi in giro dai comprimari”. “Nella vita – prosegue in via di metafora – le scelte chiare, anche se difficili, pagano sempre. È il tergiversare, che sa di presa in giro, a non soddisfare mai gli spettatori che frequentano il teatro o il teatrino che dir si voglia. Le commedie sono belle quando hanno un inizio e una fine che sia lieta, le commedie che finiscono tragicamente non piacciono alla stragrande maggioranza delle persone”.
Parole che non contribuiscono certo a rasserenare l’attesa di una possibile soluzione positiva. Ancora 24, si è detto in apertura. E poi si capirà se è stato tutto un teatrino o la Lucchese ha ancora un brillante futuro da vivere nell’immediato. O se sarà un’altra estate da vivere pericolosamente.

Enrico Pace

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