Exploit di Pallini alla maratona della Grande Muraglia

“Per arrivare, ho fatto una corsa”; una frase che molti di noi pronunciano nella vita di tutti i giorni, un mero modo di dire; invece, per Marco Pallini, montecarlese doc, non lo è. Ieri (20 maggio) dopo ben 42 chilometri ha raggiunto il traguardo della Maratona sulla Grande Muraglia Cinese, inanellando una serie di record: primo nella categoria 35/39 anni, primo assoluto italiano e ottavo assoluto su tutti e 2000 partecipanti. Marco Non è nuovo a queste esperienze: domenica 11 novembre 2016 ha partecipato alla Maratona di Atene, dove si è classificato 58esimo assoluto (su più di 20 mila partecipanti) e secondo italiano. Un risultato importante.

Soddisfatto?
Molto. I risultati che uno ottiene gratificano, ma io non ho partecipato per i risultati che potrei raggiungere. A me piace correre, mi rilassa e mi diverte. La maratona poi è una delle massime espressioni dello sport, nata in Grecia è l’esercizio sportivo per eccellenza.
Sei un appassionato di corsa e maratone. Perché andare così lontano?
Partecipare a queste maratone mi permette di visitare posti nuovi e conoscere nuove persone, con cui confrontare le proprie esperienze.
Parliamo del percorso: come è stato l’incontro con la Muraglia Cinese?
Il percorso era in parte nella vallata e tra i paesini. Abbiamo percorso la Muraglia per i primi chilometri e poi ci siamo tornati dal chilometro 35 fino all’arrivo.
E’ un monumento leggendario, si narra si veda dalla Luna. Che impressione ti ha fatto?
La Muraglia in alcuni punti è come la immaginiamo: un camminamento intervallato da torrette, ma in alcuni punti non è più larga di 1 metro e due persone ci passano solo se messe di fianco. E poi ci sono molti scalini.
Scalini?
Sì, il camminamento non è pari perché segue i rilievi delle montagne. In totale, abbiamo sceso e montato 5164 scalini, di cui 1000 concentrati in un solo tratto, scavato direttamente nel costone della montagna.
Un’impresa difficile, come ci si prepara?
Con molto allenamento. La mia preparazione è durata cinque mesi e è iniziata il giorno di Natale 2016. Ho fatto 5 allenamenti a settimana, sempre più lunghi: il primo mese 45’ di corsa, al quinto mese 80’. Due settimane prima della Maratona ho fatto una corsa di 32 chilometri e da lì in poi sono andato “in scarico”, cioè ho diminuito l’intensità degli allenamenti. Ultima “prova” giovedì 18 maggio con mezz’ora di corsa. Bisogna essere riposati.
Oltre l’allenamento, un po’ di attitudine allo sport?
Credo di avere buone doti fisiche, di essere portato a correre. Ma l’allenamento conta.
Ti senti un fuoriclasse?
Assolutamente no. Mi vedo come uno normale che si impegna e ha qualche dote fisica. Ma io corro perché mi piace non per i risultati.
Hai completato la Maratona in 4 ore, 2 minuti e 50 secondi. A cosa pensi durante il tragitto?
All’inizio osservi il paesaggio, le colline e le vallate verdi. Poi però ti concentri sulla strada: fai attenzione agli scalini, alle buche, a seguire il tracciato previsto che non sempre è ben indicato. Non conosci il percorso fino a che non ci sei.
Come dosi le tue energie?
Ognuno ha il suo metodo, è importante conservare energie per lo sprint finale, piuttosto che usarne troppe nei primi 21 chilometri. Comunque, durante il percorso si trovano stand presso cui idratarsi, mentre ognuno ha con sé barrette o gel energetici per alimentarsi.
Il momento più difficile?
Tra il chilometro 32 e 35: questo è lo spartiacque tra fare un buon risultato o avere problemi. Bisogna resistere. Prima di partire mi ero detto che non avrei mai montato quegli scalini con mani e piedi per la stanchezza, e così è stato. Purtroppo a qualche maratoneta è accaduto.
Nuovi progetti?
Ancora non ho deciso, ma di sicuro un’altra maratona il prossimo ottobre.

Luca Della Maggiora

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