A Pietrasanta inaugura la nuova mostra di Marco Fantini

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Nella Project Room della Galleria Poggiali – con sede a Pietrasanta in via Garibaldi – sabato prossimo (16 settembre) alle 18,30, l’artista vicentino Marco Fantini inaugura il nuovo progetto HB | Release, prosecuzione della mostra personale HB che si era tenuta ad aprile al Mac, Museo di arte contemporanea di Lissone. Questo progetto, pensato appositamente per gli spazi di via Garibaldi e dell’Ex Fonderia Luigi Tommasi della Galleria in via Marconi, rappresenta un’evoluzione di quella esposizione del Mac, un ulteriore step con l’intento di valorizzare l’universo visionario di Marco Fantini a partire dall’opera Falso Movimento, 2017, tecnica mista su pannello ligneo, che sarà esposta in via Garibaldi, una pittura colta che trascende dalla suddivisione tra disegno, pittura e scultura, da qui il titolo HB | Release, una liberazione da universi segnati, un’associazione di campiture piatte e gesti minimi, ma dettagliatissimi: parole, immagini, colori e segni, composti in un’armonia ritmica.

Ad accondiscendere il versante scultoreo e multimaterico dell’artista, celebre per associare sabbia, smalto e collage a disegno e pitture ad olio su tela, raffinatissime, in continuo rimando con la storia dell’arte e l’antropologia, contribuiscono l’opera HB, anch’essa in via Garibaldi, una grande matita in legno scolpito e smalto e Skull, un teschio in travertino di oltre 3 metri che troverà posto in via Marconi, all’Ex Fonderia Luigi Tommasi.
Dopo le ampie personali al Teatro India a Roma, a Castel Sant’Elmo a Napoli, invitato subito dopo Anselm Kiefer e le esperienze museali in Vietnam, Marco Fantini torna a esporre dopo oltre 13 anni in una mostra personale alla Galleria Poggiali tracciando una sorta di bilancio in cui il disegno e la pittura, sempre più colti e raffinati, convivono a fianco di interventi scultorei inevitabilmente stimolati dall’esporre negli spazi della galleria Poggiali all’interno dell’Ex Fonderia Luigi Tommasi, le cui vicende hanno segnato la storia della scultura del ‘900: si tratta dunque di una liberazione, una nuova consapevolezza oltre i tracciati prestabiliti della rigida suddivisione tra disegno, pittura e scultura: una scarcerazione da universi segnati.
Se fino a questo momento quindi, pittura e disegno costituivano nelle opere di Marco Fantini i poli opposti di un antinomia, nei lavori più recenti esposti in questa mostra di Pietrasanta il disegno sembra voler far proprie anche le premesse e le ragioni della pittura.
Se i sintomi di tale conversione sono già presenti in talune opere passate (La cura e Stop motion entrambe del 2010) è vero che il suo conclamarsi risale a cinque anni fa, quando l’artista si trasferisce a vivere per lunghi periodi in Vietnam. A tale riguardo vale ancora una volta la pena di citare le parole dell’artista: “Vista troppo da vicino la realtà si sfuoca e disegnare è un po’ come inforcare gli occhiali da vista, un allontanarsi dal contesto per poterlo ridefinire con maggior chiarezza. Per questo laggiù in Vietnam ho disegnato molto. Così facendo, distante da obblighi espositivi, dichiarazioni di intenti o sfide concettuali, ho riscoperto il piacere della creazione ingiustificata e capricciosa. Piacere che tutt’ora prosegue e condiziona anche la realizzazione delle mie opere pittoriche”.
La mostra, l’ultima in programma per l’estate nella Project Room pietrasantina, si protrarrà fino al 31 ottobre.

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