Sanità in Versilia, comitati a confronto con la conferenza dei sindaci

Si è tenuto a Villa Pergher a Lido di Camaiore, alla presenza dei sindaci di Viareggio e Seravezza, dei rappresentanti di Camaiore e Forte dei Marmi, del vicecommissario prefettizio di Pietrasanta, un incontro tra la conferenza dei sindaci ed i comitati dei cittadini in difesa della sanità e della salute. Presente anche una rappresentanza dell’Asl Nord Ovest nelle persone della dottoressa Luchini e del dottor Michelotti.

Ha introdotto, in qualità di presidente della conferenza, il sindaco di Viareggio, Del Ghingaro, spiegando che la conferenza vuole incontrare i soggetti che si occupano di sanità (dopo i ccomitati sarà la volta di sindacati e associazioni) per fare il punto sulla situazione in Versilia sulle strutture della salute dei cittadini per rimediare alle eventuali carenze.
I Comitati hanno esposto le problematiche riscontrate e segnalate dai cittadini: carenza di posti letto (con promiscuità nei reparti e ricoveri di uomini e donne nella stessa camera) e di personale non più rimpiazzato da anni (salvo gli infermieri interinali per le varie emergenze influenzali), sovraffollamento al pronto soccorso con attese che si protraggono per giorni, liste di attesa di mesi per le prestazioni ambulatoriali ed invio dei pazienti a chilometri di distanza per tutta l’area vasta nord ovest (da Fivizzano a Portoferraio).
I comitati hanno evidenziato come “a fronte della carenza di posti letto e delle brevità dei ricoveri – dicono – l’assistenza territoriale non è stata rinforzata, limitandosi a qualche mezz’ora alla settimana quando va bene; inoltre le attività distrettuali sono state ridotte, le specialistiche sospese in alcune strutture (anche se si registra una piccola inversione di tendenza), le case della salute non sono funzionanti e il pensionamento di numerosi medici di medicina generale e di pediatri non viene rimpiazzato”.
Si è data informazione sull’esperienza dei servizi per i tossicodipendenti, ritenuti “ridotti e carenti” e di come il servizio svolto dalla struttura Progetto comunità aperta (Pca) sia stato “ridotto ad una mera somministrazione di metadone con pochi interventi tesi alla prevenzione ed al recupero per la cronica carenza di risorse”.
E’ stato, inoltre, ribadito come “la non accessibilità al servizio pubblico – hanno detto i comitati – spinge sempre più utenti a fare ricorso al privato più o meno convenzionato, sia per la specialistica ambulatoriale che per la diagnostica per immagini, che per interventi ortopedici di protesi, determinando di fatto uno stato di privatizzazione della sanità sempre più accentuato, ovviamente per chi potrà permetterselo”.
Il sindaco di Viareggio, pur prendendo atto delle cose dette dai comitati, ha voluto replicare che il pronto soccorso del Versilia da vari indicatori risulta meglio di molti altri e lo stato di salute dei versiliesi è migliorato rispetto agli anni passati. Comunque, il sindaco ha affermato che verrà fatto un tavolo fra i soggetti che si occupano di salute e sanità.
Sono quindi intervenuti il dpttor Michelotti, a proposito delle attività territoriali, e la dottoressa Luchini, sull’attività ospedaliera. Pur rimandando agli incontri successivi un’analisi più approfondita dei dati in loro possesso, è emersa “la tendenza – hanno detto i rappresentanti della Asl – degli studi condotti in sede regionale a focalizzare l’attenzione sul raffronto tra le diverse realtà toscane, rendendo oggettivamente difficile una valutazione complessiva sulla tenuta della sanità toscana nel tempo”.
Dai dati forniti dalla dottoressa Luchini è emerso un numero complessivo dei posti letto sostanzialmente invariato dal 2004, un incremento dell’attività chirurgica, una sistematica sostituzione dei primari andati in pensione ed un trend sostanzialmente positivo nelle assunzioni, anche se non del tutto sufficiente a garantire il turn over.
Le rappresentanze dei comitati, pur riservandosi di trarre considerazioni più ponderate alla luce dei prossimi incontri, non hanno potuto far a meno di sollevare alcune contestazioni. La più immediata è stata relativa alla mancata sostituzione del primario della riabilitazione cardiologica. “Secondariamente – dicono i comitati – se i dati sui posti letto sono veri, non si riesce a capire perché nell’ultimo anno si è reso spesso necessario il ricovero promiscuo di uomini e donne in una stessa camera. Ancora non si spiega perché sia stata necessaria l’attivazione di un piano straordinario per i ricoveri dal pronto soccorso, che hanno visto sottratti letti alla neurologia e all’ematologia per essere dedicati ai ricoveri d’urgenza. Il turn over dei medici non è stato assicurato. Non si capisce perché l’analisi aziendale si concentri sulla sostituzione dei soli primari. Negli ultimi anni sono mancati all’appello un neurologo, uno psichiatra, due ortopedici, due psicologi, mai sostituiti, oltre al primario della riabilitazione cardiologica”.
I comitati hanno anche sollevato perplessità sull’efficacia della riorganizzazione che ha riguardato anatomia patologica e 118. “Sul primo punto – dicono –  si registrano tempi di risposta più lunghi rispetto a prima, sul secondo è stata segnalata la necessità di disporre su ogni zona di personale che conosce il territorio, le sue particolarità e criticità; non bastano le mappe satellitari”.
L’ultimo appunto mosso dai comitati riguarda un problema metodologico, relativo alla terzietà dell’organismo che raccoglie i dati e produce i risultati. “Notoriamente – spiegano – si tratta dell’istituto superiore Sant’Anna di Pisa, che riceve, com’è giusto, compensi per gli studi prodotti per conto della Regione Toscana. La Regione decide ambiti da indagare e oggetto delle ricerche. Si sollevano pertanto delle riserve sulla possibilità di citare sistematicamente i dati prodotti da un “cliente” a sostegno della bontà dell’operato del committente, abitudine invece frequente all’interno delle aziende sanitarie”.
La riunione si è conclusa dopo due ore con l’impegno di un successivo incontro dopo che la conferenza avrà ascoltato anche sindacati e associazioni.

 

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