A Villa Bertelli la mostra sulla tragedia degli italiani di Crimea

La tragedia dimenticata: gli italiani di Crimea è il titolo della mostra fotografica, a cura di Stefano Mensurati e Giulia Giacchetti Boito, promossa dalla Fondazione Villa Bertelli, in collaborazione con Cerkio, l’associazione degli italiani di Crimea, che verrà inaugurata sabato 16 giugno alle 18 negli spazi espositivi della villa. Le foto, montate su sedici pannelli, con apposite didascalie in italiano e in russo, racconteranno la storia di una piccola comunità di connazionali, vittima di persecuzioni culminate con la deportazione nei gulag del Kazakhstan per rappresaglia contro l’invasione italiana dell’Unione Sovietica.

“Abbiamo voluto rendere omaggio ad una comunità di nostri connazionali, dei quali molti non sanno niente a forse altrettanti non hanno mai voluto ricordare – ha dichiarato il presidente della Fondazione Villa Bertelli Ermindo Tucci – E’ una mostra fotografica, che fissa con l’obiettivo la vita di quell’epoca e soprattutto da un volto e un nome a coloro che hanno perso la vita in seguito alle purghe di Stalin. Ringrazio il dottor Mensurati e la dottoressa Giacchetti Boito per averci dato l’opportunità di offrire un momento di riflessione su un periodo buio della storia italiana”.
Gli italiani di Crimea si erano stabiliti nell’Ottocento sulle rive del mar Nero, concentrandosi in particolare nella città di Kerch, su invito dello zar che cercava contadini, pescatori, artigiani per ripopolare e sviluppare la regione. In pochi decenni gli italiani costituirono la comunità straniera più ricca, rispettata e benvoluta della Crimea e all’inizio del Novecento erano arrivati a toccare le cinquemila unità.
Con l’avvento del comunismo la requisizione di tutte le proprietà li fece di colpo ripiombare nella miseria e di lì a poco incominciarono le persecuzioni: durante il periodo delle purghe staliniane decine di loro furono ingiustamente accusati di attività controrivoluzionaria, processati e fucilati. Il culmine arrivò il 29 gennaio del 1942, con il rastrellamento casa per casa di tutte le famiglie di origine italiana e il loro trasferimento nel Gulag di Karaganda, in Kazakhstan, dove i circa 1500 deportati furono decimati dal freddo, dalla fame, dalle malattie e dai lavori forzati. Negli anni Cinquanta ci fu il mesto ritorno in Crimea di un’ottantina di sopravvissuti, che dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica hanno costituito l’associazione Cerkio, che ha faticosamente ricostruito la storia della comunità ora rappresentata in questa mostra fotografica.
Mentre l’Italia ufficiale praticamente li ignora, nel 2015 il presidente russo Putin ha riconosciuto agli italiani di Crimea lo status di minoranza perseguitata e deportata, un traguardo importantissimo, sia per ristabilire la verità storica su queste deportazioni ignorate dai libri di storia, sia per avere accesso a un indennizzo per le proprietà perdute al momento della deportazione, prima fra tutte la casa.
La mostra rimarrà esposta fino al 15 luglio nei seguenti orari: giugno 16-19. Luglio 17-23.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.