Lago di porta, lavori per debellare specie aliena

Prosegue la collaborazione tra Consorzio di Bonifica, Comune di Montignoso e università di Firenze per la lotta al mirofillo, la pianta aliena che sta minacciando la biodiversità del Lago di Porta. Come annunciato nel recente convegno che si è tenuto a Montignoso, dopo anni di studio, la pianta venne infatti scoperta nel Lago nel 2004, il Dipartimento di biologia dell’Università di Firenze ha redatto un vero Piano di azione delle attività sperimentali, che indicano un decalogo di attività da intraprendere per la lotta all’invasione aliena. Così nel periodo dell’anno in cui il Consorzio concentra le manutenzioni di fossi e canali, si è passati alla fase attiva, adottando una serie di strategie indicate dagli studiosi e condivise con il Comune di Montignoso. La sperimentazione è concentrata soprattutto sulla Fossa fiorentina, il canale immissario del Lago di Porta, vero concentrato di biodiversità e che annovera la presenza di specie acquatiche rare e pregiate. Qui il mirofillo ha sferrato il primo attacco, invadendo completamente non solo lo specchio d’acqua, ma anche i terreni umidi attorno al canale.

Il danno per le altre specie è evidente: la pianta aliena circonda fino a soffocare ogni altra pianta, creando, a lungo tempo, problemi anche a pesci e anfibi che vivono nel canale.
Dall’inizio dell’anno il Consorzio, seguendo le indicazioni dell’Università, ha fatto due tagli radicali della pianta e per poter tenere sotto controllo la situazione, sono stati installati una serie di pali lungo le sponde, che funzionano come punti di certi di rilevamento. Il monitoraggio poi è settimanale con foto dettagliate per documentare tempi e quantità della ricrescita.
Inoltre l’ufficio tecnico sta cercando di individuare una attrezzatura nuova che permetta di sradicare la pianta invece di tagliarla. Il myriophyllum aquaticum, questo il nome scientifico, ha infatti una elevatissima capacità di riprodursi anche dai residui tagliati e per questo motivo bisogna rimuovere completamente dagli argini tutta la parte tagliata, raccogliendola in sacchi neri.
“E’ importante intervenire in modo organizzato per contrastare lo sviluppo di questa specie aliena per la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale – dice il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi – Confidiamo nelle professionalità dell’ateneo Fiorentino e auspichiamo che venga trovata una soluzione a questo problema con metodologie che potremmo condividere e applicare in ogni zona del comprensorio in cui si sta verificando questa autentica invasione.”

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