Le foto oniriche di Erika Zolli in mostra a Seravezza

Esplorare l’invisibile dimensione onirica della mente umana. È possibile farlo attraverso la fotografia? La giovane artista milanese Erika Zolli lo pensa e ne dà prova con la mostra Sur/Real che da sabato (25 marzo) arricchisce il cartellone della rassegna Seravezza Fotografia in corso da oltre un mese in Versilia. La mostra, allestita nel Palazzo Civico di Querceta, si potrà visitare fino al 17 aprile. In esposizione dodici foto a colori, in grande formato, realizzate con tecnica digitale. Ingresso libero.

Erika Zolli è una fotografa specializzata in fine-art. Dopo la laurea in Filosofia si è avvicinata alla fotografia come autodidatta. Attualmente vive e lavora a Milano. Tiene workshop di fotografia creativa in Italia e in Spagna. I suoi lavori sono mix di surrealismo e delicatezza in cui i soggetti interagiscono direttamente con lo spazio circostante, creando un valore extrasensoriale e magico. “Sono sempre stata attratta dalla potenzialità della fotografia nel condurre l’osservatore in un mondo di surreale poesia”, dice la giovane autrice, di recente premiata al concorso My City dell’European Environment Agency e alla conferenza Transition to the Green Economy svoltasi a Bratislava. “Nelle mie foto – aggiunge – cerco di creare nuovi mondi, nuove realtà, con l’intento di mostrare e di esplorare quell’invisibile dimensione onirica che risiede nella mente umana”.
La mostra riunisce due recenti progetti di Erika: Surreal Arabesque e Me at my best. Il primo ruota attorno alla contrapposizione tra la perfezione del “bello ideale” e la stravaganza dell’immaginario. In questa serie, immagini apparentemente normali vengono arricchite da elementi surreali e ironici: molteplici mani che abbracciano alberi fino all’estremità dei rami, un gatto in una teiera di ceramica, una donna beatamente distesa in una scatoletta di tonno… L’intento è quello di ribaltare la nostra abituale visione del mondo. Nel secondo progetto Erika gioca invece con sé stessa, creando una serie di autoritratti onirici. Immagini delicate, caratterizzate da colori pastello, seguendo un nuovo codice visivo che scioglie le briglie dell’irrazionalità: metamorfosi in ori, bagni caldi in tazze da the, sublimazione del corpo, mimesi con l’ambiente circostante. La fotografa ci consegna così una suggestiva visione di sé e del mondo che la circonda.

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