Il prete vuole spostare l’altare: un paese in rivolta

di Roberto Salotti
Apriti cielo. La decisione del parroco di Villa Collemandina di spostare l’altare dell’antica chiesa, intitolata ai santi Sisto e Margherita, ha provocato una “rivolta” popolare, con i fedeli pronti ad alzare le barricate contro don Giuseppe Dini e a fermare i lavori. Non è stato, per ora, necessario. Perché è bastato al Comune verificare la conformità della Scia presentata a bloccare il cantiere. Ma gli abitanti del paese dell’Alta Garfagnana dichiarano guerra: quell’altare deve restare dove si trova.

E la comunità si è improvvisamente divisa dopo l’annuncio fatto pubblicamente dal parroco durante la messa di domenica scorsa (16 agosto). Una notizia mal digerita dalla maggior parte dei parrocchiani che l’indomani si sono ritrovati in chiesa, decisi a fermare il via al trasloco dell’altare. Uno spostamento di pochi metri a cui la Sovrintendenza aveva dato già il via libera. Ma le opere non sono potute cominciare, perché nella Scia presentata al Comune sono risultate difformità rispetto al progetto approvato dalle Belle Arti.
Caso chiuso? Per ora no. Almeno è quanto temono i fedeli, che si dicono pronti anche a rivolgersi all’arcivescovo di Lucca, Italo Castellani, pur di essere ascoltati e fermare quello che definiscono uno “scempio”.
Ma il caso dei lavori in chiesa ha provocato già un bel trambusto in paese, con una rivolta pubblica nei confronti del parroco messo alle strette. La voce è giunta anche ai carabinieri, che hanno verificato la situazione. Secondo quanto raccontano alcuni parrocchiani, infatti, lunedì si è rischiato che il tutto degenerasse. Poi è arrivato lo stop dall’amministrazione comunale e tutti hanno tirato un sospiro di sollievo.
La tensione era arrivata alle stelle anche al termine della messa di domenica scorsa, quando il parroco aveva annunciato gli imminenti lavori di risistemazione dell’interno della chiesa. I fedeli avevano manifestato pubblicamente il loro disappunto, ma non c’era stato a quanto pare niente da fare. Ai fedeli è stato spiegato – come raccontano loro stessi – che lo spostamento dell’altare lo avrebbe reso meglio “conforme ai dettami del concilio vaticano II”. Ma nessuno ne ha voluto nemmeno sentir parlare. La comunità di Villa Collemandina, spiegano i promotori della protesta, è legata da generazioni a quella chiesa e vuole che resti così com’è. Tutti sperano, quindi, in un dietrofront che arrivi direttamente dalla diocesi.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.