Identità e migrazioni, performance e mostra in città foto

Fondere l’arte al fenomeno migratorio, per raccontarlo secondo una nuova chiave di lettura: è la missione – riuscita – del progetto culturale Una forma nell’assenza, promosso dall’associazione Le Mètre Carré in collaborazione con TerzoPiano arte contemporanea e con la Fondazione Cresci per la storia dell’immigrazione. L’appuntamento – presentato oggi a palazzo Ducale – si comporrà di una performance sulle Mura urbane il 17 giugno (alle 18,30) e di una mostra a palazzo Ducale, dal 21 giugno, nella sala del trono.

Per parlarne, sono intervenuti la dirigente della provincia Rossana Sebastiani, l’assessora Ilaria Vietina, la direttrice de Le Mètré Carré Emmanuelle Potier, il presidente di TerzoPiano Alessandro Pardossi e le artiste Cristina Escobar e Delphine Gatinos.
Gli eventi trovano nei manufatti artistici – installazione, disegni e oggetti – il legame principale con la rassegna espositiva, che diventa sviluppo e conseguenza della prima rappresentazione.
“Con questa iniziativa – afferma Vietina – viene data voce ad un’espressione composta di parole e immagini. Parliamo di una comunicazione a tutto tondo: è una preziosa occasione di arricchimento per la cultura di tutta la città. Questa realizzazione rappresenta anche l’apertura verso una nuova crescita, in direzione di un’intercultura tra popoli diversi”. Di “occasione di crescita per la cultura e lo scambio di idee a Lucca” parla anche Sebastiani, mentre Potier ricorda che “Abbiamo scelto Lucca anche perché qua è presente una importante Fondazione sull’immigrazione italiana. Stiamo instaurando un legame forte, anche grazie al sostegno di questa città. Portiamo il lavoro di artisti delle nostre regioni in Italia, raccontando il tema dell’immigrazione”.
Il 17 giugno sarà The arena in the arena ad aprire le danze: la performance, studiata da Delphine Gatinos, vedrà sfilare i migranti insieme alle artiste, rappresentando un omaggio a tutti coloro i quali non ce l’hanno fatta ed anche a quelli che sono riusciti nella traversata verso l’Italia e che, oggi, si sono integrati”.
“Ho lavorato con il campo della Croce Rossa – spiega l’artista – e per questo progetto ho deciso di cambiare il mio modo di operare, per lasciare spazio alla condivisione ed all’espressione dei migranti. Così abbiamo raccontato l’incontro nella sua evoluzione complessiva. Arrivando a Lucca sono rimasta stupita dalle mura, che chiudono la città: Lucca è un’arena che ne contiene molte altre”. Tutti i partecipanti alla processione sulle mura, che partirà da porta san Donato, porteranno con sé oggetti realizzati a mano che intendono rappresentare segni identitari dell’epopea vissuta dai migranti. Per Pardossi, in questo senso, “La città non ha più bisogno di compromessi, ma di osare. Lucca ha tutte le qualità per farlo”.
L’altro approdo naturale dell’evento sarà palazzo Ducale, con la mostra ad ingresso libero degli oggetti che avranno sfilato in corteo, nella sala del Trono. Ad essi si aggiungeranno quelli realizzati da Cristina Escobar: manufatti in marmo, legno e metallo che richiamano all’Unione Europea, alla sua costruzione e decostruzione.
“E’ la prima volta – commenta Escobar – che lavoro con migranti: è stato un lavoro importante, che coinvolge tematiche sociali, economiche e politiche. Mi sono voluta concentrare sull’azione che precede l’opera, sul processo che avviene prima della creazione”.
Per la curatrice Potier, del resto, “l’artista visiva, in questo caso, agisce in qualità di mediatore, dando voce a chi voce non ha”. L’appuntamento gode del patrocinio della provincia e del Comune di Lucca e del sostegno, inoltre, di Caritas, Croce Rossa Italiana, cooperativa Odissea e Arci.

Emmanuelle Potier, nata nel 1983 nel dipartimento della Mosella francese, è titolare del Master 2 in scambi culturali tra Francia e Italia (Università Sorbonne Nouvelle – Paris 3, 2017), del Certificato di Plasticien Intervenant (HEARD, Strasburgo, 2008) e del diploma nazionale superiore d’sspressione plastica (ENSAD, Nancy, 2006). Vive e lavora tra Metz e Lucca. Giocando su vari fronti, interpreta il presente concedendosi la libertà di farlo creando opere, ideando concetti, scrivendo testi e curando mostre. La sua opera plastica è testimonianza di tutte quelle cose che sono fuori portata, e integra delle grande tematiche ricorrente che sottolineano l’assurdità, come il tempo, la vanità, l’esistenza, il rapporto all’altro, l’illusione. Avendo sempre bisogno di diversificare i modi, co-crea nel 2011 Le Mètre Carré, struttura che dirige da allora con la passione, con la volontà di avvicinare e sensibilizzare il grande pubblico all’arte contemporanea e tramite la quale cura mostre e residenze impegnate, relative ai temi attuali della nostra società.
Le Mètre Carré, nata nel 2011, è un’associazione culturale con base a Metz (Lorraine e nel Grand Est). Promuove la diffusione dell’arte in tutte le sue forme, con l’organizzazione, la concezione e la realizzazione di mostre ed eventi culturali (arti plastici, arti grafici e digitali). La volontà principale è quella di puntare sulla vicinanza e sulla sensibilizzazione del pubblico ai temi attuali dell’arte. Le Mètre Carré mostra l’arte contemporanea attraverso l’evidenziazione di artisti visivi di oggi che sono ancorati nei loro tempi e ne utilizzano i mezzi e usanze; da qui le proposte innovative che reinventano la quotidianità. Eventi, incontri, interventi artistici in diversi ambienti, creazione di opere con il pubblico e mostre, proiezioni cinematografiche, sono al centro dell’attività dell’associazione. L’associazione è sostenuta dal Ministero delle Cultura e della Comunicazione, della regione Grand Est e di vari altri enti pubblici a secondo dei progetti.

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