Continua a picchiare moglie e figli dopo la condanna

L’ennesima brutta storia di violenza tra le mura domestiche, dove ad avere la peggio, quando l’uomo perde la ragione e la dignità, sono sempre moglie e figli. La procura di Lucca ha chiuso le indagini preliminari ed è pronta a chiedere il rinvio a giudizio per un 40enne di origini straniere, sposato con una donna italiana e con due figli piccoli per diversi epsiodi di violenza e maltrattamenti, nonostante una condanna di due anni fa per altri episodi simili sempre nei confronti della sua stessa famiglia.

L’uomo lo scorso anno era stato arrestato dai carabinieri a seguito dell’ennesimo episodio di violenza cieca e brutale nei confronti della moglie colpita con un feroce pugno alla schiena, stando al resoconto degli inquirenti, in un Comune della Valle del Serchio, mentre aveva il figlio più piccolo in braccio. La figlia maggiore vedendo la madre cadere a terra con il fratellino ancora in braccio era scappata fuori di casa e con l’aiuto di alcuni vicini aveva avvertito i carabinieri che giunti sul posto avevano poi messo le manette ai polsi di quel padre-marito diventato l’orco di famiglia. Madre e figli hanno racontato agli investigatori mesi e mesi di violenze, angherie, umiliazioni e addirittura di privazione del cibo in alcuni casi, sempre dietro minacce. Da indagini successive era emerso che già due anni prima l’uomo era stato condannato dal tribunale di Lucca per minacce nei confronti della moglie che però poi lo aveva riaccolto in casa. Grave errore che stava per costarle caro, sia per la sua incolumità sia per quella dei figli. Ma dall’esterno è sempre fin troppo facile giudicare i comportamenti di chi cerca, spera di salvare la propria famiglia ad ogni costo. Le violenza come accade quasi sempre in casi del genere non terminarono affatto e gli inquirenti adesso lo accusano di minacce, maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e continuate e sono pronti a chiederne il rinvio a giudizio rimettendo in discussione anche la pena sospesa per la precedente condanna per minacce, contestandogli anche la recidiva per reati commessi entro i 5 anni da quel pronunciamento del gup del Tribunale cittadino. La donna (che nel frattempo ha chiesto e ottenuto la separazione ed è in attesa del divorzio) e i figli sono stati allontanati dall’indagato che non può avvicinarsi o contattare la ex moglie e i figli per nessun motivo anche quando questa storia sarà terminata da un punto di vista giudiziario. Ma episodi simili, e in alcuni casi peggiori purtroppo, continuano a ripetersi in tutto il Paese nonostante le condanne, le nuove leggi e il dibattito pubblico sempre aperto sulla violenza di genere. Segno inequivocabile che il “Medio Evo della mente maschile” ancora non è affatto terminato.

Vincenzo Brunelli

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