Urbano Lucchesi scultore: di chi stiamo parlando?

Chi ha mai sentito parlare di Urbano Lucchesi? Non molti. Eppure è stato un artista di qualche fama in Toscana e a Lucca e i suoi lavori contrassegnano ancora alcuni luoghi significativi della città murata. Non è facile reperire informazioni intorno a questo scultore, nato a Lucca il 18 gennaio 1844 da una modesta famiglia di operai. Sembra che la povertà dei Lucchesi fosse tale che solo grazie all’aiuto di un’amica di famiglia – la madre di Augusto Passaglia (1838-1918), a sua volta scultore – Urbano sia riuscito a iniziare gli studi elementari. Il suo percorso artistico cominciò all’Accademia di belle arti di Lucca, dove apprese i primi rudimenti del mestiere e poté così esercitare l’intaglio in legno nella bottega di Luigi Bigotti, un valido artigiano locale.

Vincenzo Consani (1818-1887), scultore lucchese già noto negli ambienti artistici fiorentini e suo parente, lo incoraggiò e lo sostenne, facendogli ottenere gratuitamente un locale da studio nell’Accademia di belle arti di Firenze, vicino a quello di Giovanni Duprè (1817-1882), allora celebrato maestro per la sua perizia tecnica e l’equilibrio tra tradizione e naturalismo. Qui, a partire dal 1871, avvenne la prima, decisiva evoluzione del linguaggio artistico del Lucchesi. Tra le sue qualità di scultore Urbano Lucchesi presentava un bel senso della misura e delle proporzioni, molta evidenza plastica e i critici e i suoi colleghi artisti non gli lesinarono stima e apprezzamenti. Dietro consiglio dell’amico mazziniano e garibaldino Tito Strocchi si accinse a modellare la figura di Prometeo, simbolo eterno della ribellione contro ogni potere dispotico, opera rimasta incompiuta. Ritrasse anche l’episodio di Ettore e Andromaca, che, però, per mancanza di possibilità economiche dello scultore lucchese, non fu possibile inviare all’esposizione di Parigi del 1878.
Mentre per vivere, a partire dal 1876, svolse la funzione di direttore artistico della fabbrica di ceramica del conte Ginori, a Doccia (Firenze), cresceva la sua notorietà tra gli scultori a lui contemporanei. I suoi meriti artistici gli fecero guadagnare la presidenza dell’Accademia di belle arti a Firenze, nonché la corrispondenza nella reale Accademia di scienze, lettere e arti di Lucca e, in ultimo, il titolo di cavaliere ufficiale della corona d’Italia. Intorno agli anni Ottanta anche Urbano Lucchesi contribuì alla ‘monumentomania’, ovvero quel conformismo artistico/patriottico che portò quasi ogni città italiana, anche di modeste dimensioni, a darsi statue più o meno riuscite dei padri della patria. Lucchesi partecipò al concorso per la statua di Vittorio Emanuele II a Lucca, vinto dal Passaglia, e realizzò poi la statua di Giuseppe Garibaldi, commissionata da un comitato promotore sorto per l’occasione. Posta a Lucca nella piazza del Giglio e inaugurata nel settembre 1879, in un clima di accese passioni politiche, fu improntata a quel carattere solenne e maestoso che ben si addiceva sia al soggetto rappresentato, sia alla ordinata e misurata facciata neoclassica del Teatro del Giglio. “Scialbo monumento” ebbe a definirlo nel suo romanzo La morte del fiume lo scrittore Guglielmo Petroni, ma tale giudizio ci appare alquanto severo.
Altre opere notevoli del Lucchesi sono:
– il monumento a Vittorio Emanuele II a Spoleto;
– il Genio alato del monumento commemorativo del 20 settembre 1870 nella piazza lucchese delle Erbe, ribattezzata con la data del ritorno di Roma all’Italia;
– la statua a Percy Bysshe Shelley collocata a Viareggio nell’omonima piazza il 30 settembre 1894, voluta da un comitato di cui faceva parte il fior fiore della democrazia e del radicalismo politico italiano, ovvero Felice Cavallotti, Edmondo De Amicis, Menotti Garibaldi, il figlio dell’Eroe dei Due Mondi e Giovanni Bovio;
– la statua dell’apostolo Giuda situata in uno dei dodici tabernacoli distesi ai lati di quello della Vergine nella facciata di Santa Maria del Fiore a Firenze;
– il Lucchesi è poi autore nel 1890 del monumento a Mazzini, sul baluardo S. Regolo. Al 1893 risale il suo busto in bronzo di Benedetto Cairoli, oggi sulle Mura, e al 1897 quello marmoreo allo scultore Vincenzo Consani per la Loggia di Palazzo Pretorio;
– Urbano Lucchesi torna sulla figura di Garibaldi e ne realizza un busto bronzeo a Montefegatesi, inaugurato. il 2 giugno del 1902, ventesimo anniversario della scomparsa dell’Eroe dei Due Mondi;
– il museo nazionale di Villa Guinigi a Lucca conserva il suo lascito alla città: circa settanta bozzetti di monumenti funebri, commemorativi e fontane, cinque sculture in bronzo e due gessi.
Operoso sino alla fine della sua esistenza, muore a Firenze il 7 gennaio 1906.

Luciano Luciani

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