‘Streghe, vampiri & Co.’, ecco i vincitori del premio letterario

Tre vincitori su 493 partecipanti e 85 finalisti. Con questi numeri si archivia la ottava edizione del Premio letterario nazionale Streghe Vampiri & Co. organizzato da Giovane Holden Edizioni in collaborazione con Associazione culturale I soliti ignoti. Sabato (17 novembre) all’hotel residence Esplanade di Viareggio circa centosessanta persone hanno seguito la cerimonia di premiazione per conoscere i nomi dei vincitori. La giuria – presieduta da Enrica Giannelli (poetessa e pedagogista clinica analitica) coadiuvata da Chiara Chiozzi (scrittrice e illustratrice di fantasy) e Francesco Grassi Niccolai (attore teatrale, editor e cultural promoter) – ha assegnato anche, come da bando di concorso, alcuni premi speciali. Il primo classificato di ogni sezione (romanzo, racconto e poesia) riceverà in premio la pubblicazione ad personam del proprio elaborato nelle collane di narrativa e poesia di Giovane Holden Edizioni.

Il primo premio Romanzo inedito è stato assegnato a Lorenzo Bernasconi (Riva del Garda – Trento) autore di Fame. La motivazione: “Nel suo romanzo Fame, Lorenzo Bernasconi ci avverte subito che, fin dall’antichità, alcune creature sono sopravvissute alla luce, fondendosi con le tenebre. Ci parla dei Guardiani, che vigilano su questi abissi di oscurità. Una crudele favola della buonanotte da raccontare a un bambino. L’autore passa poi a narrarci della piccola Emma, dei suoi amici, delle loro famiglie. Quando ecco la svolta: basta un momento di empatia, di gentilezza da parte della bambina, per scatenare una serie di eventi a catena inaspettati, un’epidemia di follia. Spezzare il contagio, vincere la fame, salvare un’amica, diventa imperante per i giovani protagonisti. Il linguaggio evocativo accompagna una tecnica narrativa che si avvale dei salti temporali per dipanare la matassa, parola dopo parola, scena dopo scena l’estate trascolora attraverso gli occhi di Emma e dei suoi compagni di avventura. Un’estate di paura, che nulla invidia a quelle narrate da Dan Simmons o Stephen King, una di quelle in cui per affrontare il Male occorre essere innocenti e leali come solo i bambini sanno essere. Una trama avvincente, una lettura incalzante, un romanzo da condividere”.
Lea Valti (Roma) con Primarosa ha vinto il primo premio Racconto inedito. La motivazione: “È un racconto ammaliante, Primarosa imperniato delle atmosfere gotiche paradigmatiche del grande racconto fantastico. Protagonista e narratrice è una fanciulla, soprannominata appunto Primarosa, nella quale paiono echeggiare le iconiche eroine di Samuel Richardson o Ann Radcliff. Ultima figlia di una famiglia aristocratica della provincia pavese poco dopo la metà del Settecento, la ragazza fin da piccola mostra un carattere indipendente, riottoso e testardo, e stabilisce una profonda corrispondenza affettiva solo con sua nonna, figura intrigante ed enigmatica, con la quale nel tempo sviluppa un rapporto tanto tenace quanto esclusivo. Unica altra presenza nella loro vita è quella di un misterioso gentiluomo dai modi ricercati e dalla fascinazione sfuggente e impenetrabile. Allo sbocciare della piena bellezza di Primarosa, la verità finalmente si schiude, in un vortice narrativo sempre più angosciato e staffilante: un bacio di sangue legherà fatalmente la ragazza al tenebroso gentiluomo, allo stesso modo di come aveva legato tante altre Primarosa prima di lei, predilette di un vampiro immortale, morbosamente innamorate e dipendenti. Sostenuto da un possente contorno storico, di cui sono abilmente sfruttate le sopraffine suggestioni ambientali, sfumate di nebbie e di leggende, il racconto di Lea Valti aderisce con sapienza alla tradizione letteraria del romanzo nero più forbito: con una prosa tanto ricca quanto evocativa, alimenta un crescendo avvolgente di particolari via via sempre più inquietanti, fino allo svelamento di un elemento sovrannaturale romantico e torbido, metafora veemente di ambiguità adulte, di eleganza incantevole e seducente oscurità”.
Il primo premio Poesia inedita è stato assegnato a Graziella Collina (Monterenzio – Bologna) per la lirica Zombie. La motivazione: “Una ballata dai macabri ritmi che rievoca l’ambientazione tipica delle saghe horror medievali. Una discesa infera che, con passo cadenzato e serrato, seduce il lettore nell’incedere ineluttabile verso la morte, inesorabile destino al quale è impossibile sfuggire. Convivere con il proprio cadavere, con una putrefactio che si sconta vivendo, con una fame che attanaglia, sono presentificazioni di un delirio costante, universale ed eterno. Nel continuo interscambio tra elementi reali e immaginari si crea una percezione surreale della realtà, una realtà incorniciata nell’angoscia eterna della vita non vita. Dunque, un testo che riesce a condensare tutta la meravigliosa inquietudine di un genere che, espresso in poesia, spesso fatica a decollare verso un livello così alto e con risultati di profonda evocazione e suspense. La tensione è sempre al massimo quando si procede di pari passo con la morte poiché essa è, ancora oggi, il tabù dei tabù. La rappresentazione poetica, pertanto, trova il suo senso nella drammaticità della funzione di memento mori e ricorda come in verità non sia la morte lo spettro terrifico ma l’assenza di vita”.
Sul sito www.premiostreghevampiri.it è consultabile la classifica completa.

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