Fazzi: “Sindaco mostri a Bolsonaro Lucca città dell’accoglienza e della solidarietà”

Anche l’ex sindaco di Lucca, Pietro Fazzi, interviene sull’ipotesi della visita del presidente del Brasile Bolsonaro a Lucca, per conoscere la terra dei suoi avi. Lo fa con una lettera aperta indirizzata alla città: “Dopo che il presidente del Brasile Jair Messias Bolsonaro – scrive – ha detto di voler visitare “la terra dei suoi nonni” il sindaco ha risposto che non si sottrarrà al suo dovere istituzionale, lo riceverà “con il rispetto dovuto” ma rimarcando “le differenze politiche che esistono fra le nostre amministrazioni” – sottolineando che “la nostra dimensione politica non dovrà essere attenuata”. Ecco, capisco la preoccupazione che spinge il sindaco e ne condivido le motivazioni profonde. Ma cercherei di guardare più in alto, con i piedi ben piantati nella nostra Città, oltre l’Amministrazione”.

“Vorrei – prosegue Fazzi – che il sindaco facesse tesoro del suo bagaglio di conoscenze e di esperienze per rappresentare e proporre con orgoglio una tradizione viva e condivisa. Vorrei che il mio sindaco non rimanesse in disparte stizzito proprio quando è chiamato a fare il “padrone di casa” e trovasse i modi per accogliere un figlio di emigranti che viene a conoscere le radici della sua famiglia. Vorrei veder proposto al Presidente Bolsonaro l’incontro con una mamma, anzi una nonna, la città di Lucca, accogliente con tutti, ma fiera e consapevole, una nonna che vede in questo incontro inatteso e fugace l’occasione per far sentire il suo abbraccio fatto di affetto e di verità, schietta e diretta”.
“Per questo vorrei – prosegue Fazzi – che all’illustre visitatore venisse proposta la visita alla casa dove è nato Giacomo Puccini, poi un passaggio davanti alle case di Boccherini, di Catalani… un pensiero agli inventori del motore a scoppio Barsanti e Matteucci e al trasvolatore Carlo Del Prete, gli farei conoscere qualcosa di Francesco Burlamacchi, un “gigante” delle libertà civiche repubblicane contro le tirannidi delle signorie, un omaggio a Francesco Carrara, che scrisse pagina memorabili anche sulla “immoralità del carcere preventivo”. Che sapesse, il Presidente, che Lucca ha dato al giornalismo uomini liberi come Arrigo Benedetti e Mario Pannunzio. Vorrei che sapesse anche che quindici anni fa nella Lucca dei suoi avi si sono trovate risorse per una grandissima festa musicale a tutela del Mato Grosso”.
“Infine, dopo un po’ di raccoglimento davanti al Volto Santo, il Rex Lucensium – prosegue – gli proporrei una visita all’archivio dedicato ad Arturo Paoli, dove con sono raccolte e custoditi gli scritti di un lucchese dallo spirito immenso che si è donato agli deboli e agli ultimi animando le comunità di base del suo Brasile. E dopo un passaggio alla tomba di don Sirio Valoriani, gli parlerei di Massimo Lombardi, di Alfredo Bandoni e dei lucchesi che da decenni sono missionari in Amazzonia e nelle realtà a fianco degli ultimi, in continuità con grandi donne ultime tra gli ultimi come Zita, Gemma, Maria Domenica Brun Barbantini, Elena Guerra”.
“Non sappiamo se questa è la terra che cercava, ma certo questa è Lucca – conclude Fazzi – è questa la città che la accoglie oggi. Benvenuto Presidente, custodiamo le nostre radici anche per lei.”

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