Omofobia, dibattito con il giornalista dell’Espresso Simone Alliva

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Nel 2018 sono stati circa 400 i ragazzi e le ragazze dai 12 ai 25 anni, che hanno subito violenze dalla famiglia che ha scoperto la loro omosessualità. E secondo un recente studio, sono ancora il 15,1 per cento gli italiani che hanno una visione negativa dei gay e delle lesbiche. Martedì prossimo (19 marzo) se ne parlerà alle 21 a San Micheleletto, a Lucca, con Simone Alliva, giornalista de l’Espresso e autore del reportage 2019, l’Italia è omofoba. L’iniziativa è promossa dall’amministrazione comunale, in collaborazione con Cgil Lucca e le associazioni Amnesty International, LuccAut e Maschile Plurale.

All’appuntamento parteciperanno anche il sindaco Alessandro Tambellini e il suo referente per i diritti, Daniele Bianucci. “Nonostante i mille passi avanti, con la nuova legislazione nazionale sulle unioni civili, l’omofobia resta un problema rilevante per il nostro Paese – sottolinea Daniele Bianucci – Insieme al giornalista Alliva, e ai dati della sua inchiesta, ripercorreremo i principali episodi che si sono registrati nel 2018; e, soprattutto, ci confronteremo insieme, sulla battaglia culturale che ci aspetta, per garantire sicurezza e diritti a tutte e a tutti”. “Anche nel mondo del lavoro, così come in altri aspetti della vita quotidiana, si registrano episodi di discriminazione – ricorda Maria Rosaria Costabile, segretaria provinciale Cgil – E’ per questo importante non abbassare la guardia, ma essere semmai sempre in prima linea, per la più completa salvaguardia di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori”.
“Sul nostro territorio lavoriamo già da tempo per i diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali – evidenzia Romina Incorvaia, presidente dell’associazione LuccAut – trovando terreno fertile tra le istituzioni e il mondo dell’associazionismo. Sconfiggere l’omofobia è una priorità che riguarda tutti: perché solo una società libera dalle discriminazioni è davvero giusta e solidale”. “In molti Paesi del mondo l’omosessualità è ancora un reato, molte volte punibile addirittura con la pena di morte – ricordano Armida Bandoni e Francesco Greco, del gruppo 201 di Amnesty International – E pure in Italia, purtroppo, le discriminazioni sono ancora molte. Di tutto questo bisogna parlare: di più e meglio. Partendo dalle scuole: dove è necessario seminare la cultura dell’accoglienza e della solidarietà”. “Siamo convinti della necessità di un’educazione alle differenze – sottolinea Angelo Albero, presidente lucchese dell’associazione Maschile Plurale – per superare stereotipi che bloccano l’espressione di vite libere e piene”.

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