Perseguita ex amante e pubblica foto intime sui social

Perseguitato dalla ex amante denuncia tutto alle autorità giudiziarie che dopo mesi di indagini hanno chiesto il rinvio a giudizio per una donna di 50 anni, ipotizzando i reati di minaccia, molestie aggravate e violazione delle normative sulla privacy. La grottesca vicenda ha inizio circa due anni fa in un Comune della Piana dove il noto avvocato ha la sua residenza.

Da un po’ di tempo l’uomo, stando alle ricostruzioni dell’accusa, aveva deciso di interrompere la relazione con la sua amante che per fin da subito dimostra di non volere accettare la fine del loro rapporto. I problemi infatti per il legale cominciano quasi immediatamente in un’escalation di comportamenti che poi porteranno all’iter giudiziario in corso. La donna, per gli inquirenti, tempesta per mesi di telefonate il suo ex amante con cadenze sempre più frequenti. A nulla servono i discorsi e le parole perché lei non ne vuole sapere di appelli alla calma e alla ragione e la sequela di eventi persecutori cresce a dismisura.
Nessuna rassegnazione alla fine del rapporto e cominciano le minacce. La donna arriva a dire che pubblicherà sui social foto intime e inequivocabili del loro rapporto se l’avvocato non cambia idea. L’uomo, sempre secondo l’accusa, prova di tutto pur di farle ritornare il senno perduto ma lei inizia anche a fare telefonate anonime alla moglie, a inseguire con l’auto quell’uomo così amato e che non intende perdere, costi quel che costi. Dopo mesi da incubo arriva il peggio. La donna mantiene la promessa fatta e pubblica sul suo profilo facebook le foto compromettenti. Alea iacta est. A quel punto all’avvocato non resta che confessare tutto in famiglia e rivolgersi alle forze dell’ordine e alla magistratura. In un ultimo tentativo disperato la donna avrebbe anche rubato il libretto di circolazione dell’auto della moglie del suo ex amante per costringere l’uomo ad andare a casa sua per recuperarlo. Troppo. Impossibile sostenere tutta quella pressione e tutto quello stress. Dalle indagini e dall’inchiesta degli investigatori e degli inquirenti sarebbero emerse le prove dei comportamenti persecutori e minacciosi della donna che non riusciva a darsi pace per la fine di quel rapporto così desiderato.
Il prossimo 24 maggio sarà compito del gup del tribunale di Lucca decidere in merito alle richieste dell’accusa dopo aver ascoltato le tesi difensive ed eventuali proposte.

Vincenzo Brunelli

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