False fatture, vertici di azienda rinviati a giudizio

Due rinvii a giudizio nel filone lucchese delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex patron della Lucchese Calcio, Andrea Bacci e la sua Coam srl di Rignano sull’Arno. Bacci e l’amministratore della società, Fabio Bettucci, a marzo avevano patteggiato davanti al gup del tribunale di Firenze rispettivamente pene per due anni e un anno e sei mesi di reclusione per il fallimento dellla società di costruzioni che ha posseduto la società rossonera, con sospensione condizionale della pena. La sentenza di primo grado è stata emessa dal giudice Fabio Frangini, che ha tenuto conto del fatto che Bacci ha saldato, dai suoi conti, quasi tre milioni di euro dei passivi dell’impresa poi finita in concordato. Ma nel frattempo si è aperto anche un filone lucchese dell’indagine. Nell’ambito di questa inchiesta, infatti, gli inquirenti hanno chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per due imprenditori Ciro Cardone, 43 anni, e Pasquale D’Alterio, 47 anni, per una serie di presunte false fatture per un ammontare di oltre 200mila euro, emesse, secondo l’accusa, in favore della Coam Srl al fine di evadere le imposte da parte della ditta di Bacci e soci. I due imputati, amministratori della Fcm società cooperativa di Altopascio dovranno presentarsi in aula il prossimo 3 settembre per difendersi dalle accuse a loro carico durante la fase dibattimentale del procedimento giudiziario.

Così ha stabilito nei giorni scorsi il gup del tribunale di Lucca Simone Nerucci su richiesta dei pm Aldo Ingangi e Sara Polino dopo una lunga serie di attività investigative.
Secondo l’accusa, il fallimento della Coam sarebbe stato gestito per distrarre fondi anche verso la Lucchese Calcio nella misura di 1,14 milioni di euro.  La Coam – sempre stando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti – sarebbe stata inoltre spogliata di 1,4 milioni di euro, denaro che sarebbe stato distratto a favore di Bacci o dissipato in lavori edili, mai pagati, su immobili di sua proprietà. E in questo preciso particolare della vicenda giudiziaria originaria si è incastonato il procedimento a carico dei due imprenditori della ditta di Altopascio che avrebbero emesso fatture per oltre 200mila euro per lavori mai eseguiti e operazioni inesistenti, secondo la ricostruzione dell’accusa, favorendo così la Coam srl che avrebbe in questo modo evaso le tasse prima del fallimento e della bancarotta.
Bacci oltre ad essere noto per essere stato l’ex patron della Lucchese Calcio Libertas 1905, è stato anche finanziatore della fondazione Big Bang, durante le primarie del Pd del 2012 ed era stato il collettore dei finanziamenti della campagna dell’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi che lo nominò alla testa di alcune partecipate fiorentine. La sua impresa edile ha realizzato nel 2004 i lavori di ristrutturazione nella villa dell’ex presidente del consiglio a Pontassieve. Nel 1993 era stato socio di Tiziano Renzi, padre del futuro segretario del Pd, nella Raska.
A settembre l’inizio del processo per i due imprenditori che avrebbero emesso false fatture proprio alla Coam di Bacci e soci.

Vincenzo Brunelli

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