Paladini-Civitali, tempi ancora lunghi per i cantieri

Si prospettano tempi ancora lunghi per il ritorno alla normalità dell’istituto Paladini-Civitali. Detto che sicuramente studenti e professori dovranno trascorrere almeno un altro anno suddivisi tra i container allestiti nel cortile dell’ex ospedale Campo di Marte e nelle aule ricavate all’istituto Carrara, certezze per quanto riguarda il 2020-2021 ad oggi non ce ne sono. Secondo quanto emerge dai dirigenti della Provincia infatti, nonostante il progetto per il restauro dell’immobile di via San Nicolao che ospitava originariamente l’istituto, sia risultato vincitore di un bando europeo che avrebbe dovuto coprire interamente le spese per una cifra vicina ai 10,5 milioni di euro, ad oggi questi soldi non sono ancora arrivati. Un ritardo che ha bloccato anche la parte di progettazione che richiede cifre molto ingenti per un intervento così complesso. Nella speranza che l’empasse si possa sbloccare a breve, tra le ipotesi prese in considerazione dai tecnici di Palazzo Ducale c’è anche quella di suddividere il progetto originario in più lotti, in modo tale da partire il prima possibile con una prima parte di lavori che consenta quanto meno di far uscire gli studenti dai container.

Il calvario del Civitali-Paladini è tristemente noto. Nei primi giorni del giugno 2018, l’immobile settecentesco di via San Nicolao che ospitava l’istituto (e anche la scuola privata Leone XIII, oltre che alcuni alloggi di edilizia residenziale pubblica), venne chiuso a seguito di un sopralluogo di alcuni tecnici della Provincia che avevano rilevato la necessità urgente di intervenire con lavori strutturali e opere di rinforzo sia a livello di murature che dei solai, in modo da mettere in completa sicurezza il vecchio immobile e per renderlo funzionalmente idoneo alle esigenze dei corsi didattici. Si rese così necessario lo spostamento in blocco di tutte le attività che avevano sede all’interno dell’ex convento. Tra mille polemiche, la soluzione individuata fu quella di spostare gli oltre 900 studenti dell’istituto in parte in alcune aule di fortuna ricavate all’interno dell’istituto Carrara e in parte in alcuni container costruiti ad hoc nel cortile dell’ospedale Campo di Marte.
Si arriva poi all’agosto dello scorso anno quando con l’annuncio del Presidente della Provincia Luca Menesini che tutti i 31 progetti presentati dall’ente per l’ottenimento dei finanziamenti per lavori di adeguamento sismico, messa in sicurezza e ristrutturazione degli edifici scolastici, che sarebbero stati finanziati dalla Banca europea degli investimenti, erano entrati in graduatoria. Tra questi progetti, quello per il recupero del Paladini-Civitali figurava ai primi posti, quindi subito finanziabile.
Storia a lieto fine quindi? Non proprio dato che, arrivando ai giorni nostri, gli oltre 10,5 milioni di euro previsti dal progetto, pur essendo già stati assegnati con uno specifico decreto, ancora non sono stati erogati. Cosa che rende difficile, se non impossibile, anche solo provare a ipotizzare la data di partenza dei lavori.
A spiegare il perché di queste lungaggini burocratiche è l’architetto Francesca Lazzari, dirigente della Provincia che sta seguendo da vicino l’iter del progetto: “I soldi ci sono sulla carta – dice – ma ancora non sono arrivati. C’è voluto molto tempo per la firma del decreto che assegnava le risorse, poi questo decreto è stato fermo per mesi alla Corte dei Conti per la sua registrazione. È notizia di qualche giorno fa che la Corte ha dato il suo via libera, adesso però l’iter è fermo a Firenze: la Regione sta infatti aspettando il modello su cui basarsi per stipulare il contratto di mutuo con la Bei”.
Uno stallo dovuto, quindi, a lungaggini burocratiche che hanno bloccato tutto il progetto: “Stiamo parlando di cifre importanti, non abbiamo le risorse per portare avanti da soli una progettazione per un intervento da 10 milioni. Stiamo cercando di anticiparci un po’ su quello che possiamo ma se non arrivano i soldi è difficile andare avanti”.
La situazione però pare essersi sbloccata. “Ultimamente da Firenze non abbiamo avuto aggiornamenti ma sicuramente in settimana ci sentiremo e cercheremo di capire come muoverci”.
È possibile almeno ipotizzare una data per l’avvio dei cantieri? “Al momento non me la sento”. 
I tempi sembrano dunque molto lunghi anche perché importi così ingenti richiedono procedure molto complesse: “Già le gare per importi da 5 milioni sono molto complesse. Per cifre superiori lo sono ancora di più – conclude l’architetto – Per questo stiamo valutando diverse soluzioni, compresa quella di scorporare il progetto iniziale in più lotti. In questo modo potremmo snellire un po’ le procedure. Potremmo fare un primo progetto operativo con interventi di base mirati a far tornare i ragazzi nelle aule e poi, con calma, proseguire man mano con gli altri lavori. In questo modo almeno potremmo togliere i ragazzi dai container”.

 

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