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Plastica monouso al bando dalle spiagge toscane

È stata approvata dal consiglio regionale, con 30 favorevoli e 3 astenuti, la legge che bandisce la plastica monouso, sin da questa estate, negli stabilimenti balneari toscani, nelle manifestazioni pubbliche e nelle aree protette. La norma è figlia della volontà della giunta regionale, su proposta dell’assessore alla presidenza Vittorio Bugli, di consentire ai Comuni di dotarsi dei necessari strumenti normativi, a partire dalle ordinanze, per la piena realizzazione del piano Toscana plastic free. A vigilare sul rispetto delle nuove regole saranno gli agenti di polizia municipale dei singoli Comuni.

“Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto, in tempi molto rapidi – ha commentato Bugli – Solo due settimane fa abbiamo sottoscritto il protocollo di intesa con Anci, le maggiori associazioni di categoria e il sindacato di base Donne di mare, anticipando così la direttiva europea che dal 2021 mette fuorilegge le stoviglie in plastica, un modo per ridurre i rifiuti in generale e in mare in particolare. Grazie alla collaborazione di tutti – ha continuato l’assessore – nei locali con accesso sul mare, nei bar e ristoranti degli stabilimenti, posate, piatti, cannucce, contenitori per alimenti, mescolatori per bevande, tazze e bicchieri dovranno essere di materiale compostabile: quelli ad esempio derivati dal mais, che costano un po’ di più ma che si trovano già da tempo in commercio. Mi piace sottolineare come nella costruzione di una Tosc ana di qualità sempre maggiore – ha concluso l’assessore -, siano state proprio le aziende balneari che ho incontrato in questi mesi ad affermare di non potersi più permettere la vendita di un prodotto scadente come la plastica monouso. Per questo motivo sono convinto che presto arriveranno altri risultati importanti per abbattere l’inquinamento da plastica nei nostri territori”.
La legge, intitolata Misure per la riduzione dell’incidenza della plastica sull’ambiente non ferma però la sua azione alle sole spiagge. È fatto divieto di utilizzare contenitori, mescolatori per bevande, aste a sostegno di palloncini, cannucce e stoviglie, quali posate, forchette, coltelli, cucchiai, bacchette e piatti, in plastica monouso anche nelle fiere ed eventi organizzati o finanziati, anche in parte, da Regione, enti locali, enti e aziende soggette alla vigilanza degli stessi. Infine anche i parchi e le aree protette dovranno essere liberi dalle plastiche monouso.
La legge, che entrerà in vigore il giorno successivo dalla pubblicazione sul Burt, consente ai Comuni, anche con il sostegno di Anci, di determinare in autonomia come far rispettare il divieto, a partire dalla modifica e dall’integrazione i propri atti: che sia un regolamento, una delibera o un’ordinanza. Nelle spiagge libere invece, verranno dotate di contenitori per la differenziata e di cartellonistica adeguata.
Si stima che ogni anno vengono prodotte 280 milioni di tonnellate di plastiche e che da qui al 2050 la cifra, se non cambierà qualcosa, rischia di raddoppiare. Almeno 8 milioni finiscono nei mari di tutto il mondo, compreso il Tirreno, portati dai fiumi o trascinati alla largo dalla risacca sulla spiaggia; ad almeno 250 miliardi ammonterebbero nel solo Mediterraneo i microframmenti, quelli più pericolosi perché finiscono nella catena alimentare.
La Regione Toscana aveva già fatto da pripista sulla raccolta dei rifiuti in mare con il progetto Arcipelago Pulito tenuto a battesimo l’anno scorso, consentendo ai pescatori di portare a riva (senza esserne più responsabili) i rifiuti tirati su con le reti. Una buona pratica presa a modello dal Parlamento europeo e poi dal governo con il ddl Salva mare.
Stella e Marchetti, consiglieri regionali di Forza Italia, non hanno mancato di far sentire i loro distinguo: “La Regione Toscana mette al bando la plastica ‘usa e getta’ dal 2020, allineandosi alla direttiva europea che metterà fuori legge dal 2021 le stoviglie in plastica. Noi ci siamo astenuti oggi in aula in quanto riteniamo che la Toscana abbia affrontato la questione in modo frettoloso e superficiale, senza pensare alle ricadute occupazionali e imprenditoriali che la norma ha sulla società toscana. Per questo siamo a chiedere che la Regione stanzi dei fondi per le aziende del distretto toscano che produce plastica ‘usa e getta’, in modo da favorire la loro riconversione industriale, cambiando macchinari e linee di produzione”. “È giusto che materiali e contenitori utilizzati per il consumo di generi alimentari dovranno essere in materiale biodegradabile o compostabile, o che per ridurre l’uso di bottiglie, sarà promossa l’installazione di distributori d’acqua – osservano Stella e Marchetti – Però una legge deve affrontare il problema a 360 gradi, tenendo conto di tutti i fattori; non può dimenticare che dietro alla produzione di stoviglie, bicchieri, posate e cannucce in plastica ‘usa e getta’ ci sono aziende con centinaia di addetti, e intere famiglie che ne dipendono. A questo punto occorre fare una correzione a quanto votato dal centrosinistra e la giunta Rossi ha il dovere di stanziare degli incentivi economici per le aziende del distretto che vogliono riconvertirsi a produzioni biodegradabili ed ecosostenibili”.

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