Docenti sostegno senza laurea, (ri)scoppia la polemica

Professori di sostegno, ma senza laurea. Torna viva la protesta dei docenti di terza fascia contro l’assegnazione di cattedre ai diplomati. Una protesta che diventa viva avvicinandosi le convocazioni per il prossimo anno scolastico. Il gruppo di docenti di terza fascia si è riunito e ha deciso di intraprendere delle azioni “a difesa della continuità didattica e del valore della laurea rispetto a un semplice diploma tecnico-pratico”.

“Forse è cosa poco nota che nello scorso anno scolastico sono state assegnate supplenze annuali a diplomati tecnico-pratici a discapito di docenti laureati e specializzati. Grazie a ricorsi promossi da vari sindacati e da singoli avvocati, un congruo numero di diplomati tecnico-pratici è stato infatti inserito, con riserva, nella seconda fascia delle graduatorie degli istituti scolastici. Questo in virtù di un presunto valore abilitante del suddetto diploma, valore poi rivelatosi costituzionalmente infondato, ma stabilito inizialmente da un provvedimento del Tar in attesa di una sentenza definitiva. Tale inclusione, avvenuta in alcune regioni d’Italia e non in altre, ha determinato, come effetto collaterale forse non valutato inizialmente, che gli stessi potessero avere la precedenza nella scelta anche per le cattedre riservate al ruolo del sostegno di alunni con disabilità e non solo per la propria disciplina tecnico-pratica”.
“Si sono in questo modo create situazioni potenzialmente paradossali: un diplomato Iti potrebbe diventare il docente di sostegno di un alunno non vedente al quinto anno di liceo classico; un neodiplomato Ipsia – che abbia finito la scuola anche con il minimo dei voti – potrebbe passare avanti a un docente con laurea e dottorato conseguiti con il massimo dei voti; un geometra potrebbe scavalcare un docente laureato, con esperienza e specializzato sul sostegno. Si capisce bene come una tale situazione leda, per gli alunni con disabilità e per le loro famiglie, il diritto alla continuità didattica e alla presa in carico dei ragazzi da parte di docenti maggiormente qualificati e, nella maggior parte dei casi, esperti. In merito a questa situazione l’ufficio scolastico non ha preso posizione e al tempo stesso molti dirigenti scolastici non hanno effettuato i controlli di loro competenza sui ricorsisti. Tutto ciò ha determinato, alle scorse convocazioni, l’assegnazione di supplenze annuali a ricorrenti in attesa di sentenza definitiva”.
“Avvicinandosi le prossime convocazioni per l’anno scolastico a venire, un nutrito gruppo di docenti di terza fascia – laureati e con esperienza – ha scritto ai dirigenti scolastici delle scuole secondarie di secondo grado per sollecitare controlli proattivi sulle sentenze (spesso non comunicate) relative ai suddetti ricorsisti; chiesto un appuntamento al dirigente dell’ufficio scolastico (e ottenutolo con il suo vicario), per avere informazioni sullo stato dei singoli ricorsi e sulla legittimità della presenza in seconda fascia di ognuno dei ricorsisti. Auspichiamo che una situazione del genere, nell’interesse della legalità e della tutela dei ragazzi con disabilità, possa essere resa nota alla sensibilità dell’opinione pubblica e per questo si è provveduto a inoltrare il medesimo messaggio alla stampa locale, provinciale e regionale”.

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