Toscana2020, i civici si organizzano. E aprono al M5S foto

Toscana2020, i ‘civici’ tracciano la rotta. Tanti sindaci, non diretta espressione dei partiti, si sono incontrati questa mattina (21 settembre) al Principe di Piemonte dopo la chiamata-appello del sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro.
In molti hanno voluti rispondere all’appello, nell’area del centrosinistra ma anche fra i Cinque Stelle. Segnale che un’intesa civica, come potrebbe avvenire in Umbria, può essere all’orizzonte anche in Toscana per il dopo Rossi. C’erano e hanno portato il loro contributo il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, Giacomo Giannarelli, portavoce del MoVimento 5 Stelle Toscana, capogruppo in Regione; Lorenzo Becattini della segreteria regionale del Pd, Emiliano Fossi, sindaco Pd di Campi Bisenzio, Camilla Bianchi, sindaco di Fosdinovo alla guida di una civica, Angelo Zubbani ex sindaco di Carrara e presidente Psi, Daniele Lorenzini, sindaco di Rignano, Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri di Italia in Comune, la consigliera di Viareggio Gloria Puccetti, Francesco Colucci di +Europa, Alessandro Bassetti, responsabile della campagna elettorale toscana di Volt Europa e l’ex consigliere regionale Idv Marco Manneschi.  Hanno mandato il loro saluto il sindaco di Firenze Dario Nardella, Federico Gelli del Pd, l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli e la lista civica ProPositivi Cecina.
Presenti anche Gabriele Bove, assessore del Comune di Lucca, Andrea Tagliasacchi, sindaco di Castelnuovo, David Saisi, sindaco di Gallicano, Sara D’Ambrosio, sindaco di Altopascio, Matteo Francesconi, vicesindaco di Capannori, Gabriele Bianchi, consigliere regionale M5S, Pier Romano Mariani ex sindaco di San Romano, Renzo Luchi e Gianmarco Cecchini, rappresentanti di Cittadini per Fiesole e Laura Nencini, vicesindaco di Vagli.

Ad aprire la mattinata di lavoro proprio il primo cittadino: “Quando ho pensato di proporre questo incontro – ha detto – il quadro politico nazionale era completamente diverso: c’era il primo governo Conte e un ministro sbruffone e volgarotto mandava bacioni e regalava slogan razzisti accompagnandosi con la grancassa; oggi, a distanza di un paio di mesi, c’è un governo diverso, con lo stesso presidente del Consiglio, ma con maggioranze differenti, con il soggetto baciante e urlante trasferito sui banchi delle opposizioni e il Pd che governa con il M5S e Leu. In questi ultimi giorni poi c’è stata un’altra novità politica di rilievo: la scissione di Renzi dal Pd e la costituzione di Italia Viva. Insomma, in poche settimane, il quadro politico è stato stravolto, velocizzato e tratteggiato da leader e leaderini più o meno credibili, alcuni alla ricerca di credibilità, altri di visibilità, altri ancora solo di un posto, altri invece, e meno male, a lavorare seriamente per costruire qualcosa di buono in un contesto davvero difficile”.
“C’è sì un diverso governo, però in una stessa Italia – prosegue Del Ghingaro – C’è un paese alle prese con una legge di stabilità da fare e con una situazione economica complicata che si riflette anche inevitabilmente sui trasferimenti di risorse agli enti locali e su tutto quello che ne consegue a livello di servizi, di sostegni alle fasce più deboli, di creazione di infrastrutture, di ridisegnati margini di sviluppo e quindi di tenuta complessiva del sistema paese. Ma c’è soprattutto un’Italia socialmente debole dove i giovani troppo spesso non hanno fiducia nel cambiamento e dove la paura del diverso domina il dibattito culturale. Ecco, in questo contesto modificato da un punto di vista politico ma inalterato dal punto di vista sociale e culturale, è necessario riflettere, ragionare, ascoltare, provare a comprendere le varie ragioni e le varie proposte, ma soprattutto penso sia indispensabile proporne delle nuove, in un quadro di cambiamento positivo che deve caratterizzare il nuovo governo della Toscana. Partendo però da un assunto, che per me è imprescindibile e prioritario rispetto a qualsiasi altro tipo di ragionamento: il rispetto delle istituzioni, tutte le istituzioni, perché rispettandole, rispettiamo noi stessi e i cittadini che, dando fiducia ad un progetto, ci affidano una grande responsabilità”.
“Abbiamo di fronte a noi molte sfide, alcune sono le priorità che vogliamo darci partendo da uno stile nuovo, composto e sobrio, assolutamente diverso da quello in voga in questi tempi, di frizzi lazzi e cotillons massmediatici e di peripezie vocianti sui social network. Governare è una cosa seria: non può essere ridotta a schiamazzi in cortile e balletti sulla spiaggia. Governare richiede competenza, passione, trasparenza e capacità di dialogo. Noi sindaci, noi amministratori, ma anche e soprattutto noi cittadini, da sempre in prima linea di fronte alle richieste e alle criticità dei territori pretendiamo e chiediamo rispetto a chi ci rappresenta in Parlamento. Perché il Parlamento è la massima espressione della nostra democrazia, non un porto protetto dove approdare. Da questa convinzione parte il ragionamento sulla nostra Regione”.
Del Ghingaro entra così nel vivo: “In Toscana si sono consolidate una cultura amministrativa e un progetto politico che meritano di compiere un ulteriore passo in avanti, per trasformarsi in vera e propria filosofia di approccio alla vita amministrativa, sociale e di comunità. La Toscana deve diventare, se possibile, ancora più forte, dinamica, solidale. Perché il modello Toscana è uno dei pochi in grado di combattere, nei fatti, il qualunquismo e il pressappochismo che soprattutto negli ultimi anni si sono insinuati in molte esperienze politiche e amministrative. I temi sui quali costruire una nuova stagione di crescita si poggiano su basi solide già sperimentate sui territori e in Regione: la coesione sociale, il rispetto per la cosa pubblica, la partecipazione consapevole, un forte tessuto industriale artigianale commerciale e turistico ricettivo, le mille strade della cultura e dell’arte, in due parole: l’identità toscana. La Toscana è di fatto un patrimonio comune e come tale va trattata, per questo è necessario investire per la formazione e la tutela di tutti i beni comuni in essa contenuti. Puntare ancora di più, per esempio, su uno spread civile, che non è la differenza tra i rendimenti dei titoli di stato italiani a 10 anni ed i bond tedeschi, ma è il divario, lo spread appunto, tra la civiltà (mettere qualità della vita invece che civiltà?) della Toscana e quello delle altre regioni e dell’Italia. Noi partiamo da un livello confortante. In Toscana mediamente si vive bene, c’è la ricerca di una sostenibilità nelle scelte urbanistiche e ambientali, c’è un reddito medio pro capite buono rispetto ad altre regioni, c’è un rinnovato sviluppo dell’industria e del manifatturiero, ci sono aziende che costituiscono vere e proprie eccellenze mondiali in innovazione, ci sono dei sistemi di lotta alle disuguaglianze che si traducono in servizi e agevolazioni efficaci, c’è un sistema di welfare e sanitario assolutamente riconoscibile al paragone con altre realtà territoriali. C’è una cultura dell’accoglienza e dell’integrazione ormai consolidata e una tendenza alla creatività, intesa come valorizzazione dei talenti, che ha fatto scuola in Italia. La formazione ha assunto un ruolo di primo piano nella creazione di nuove professionalità e il mantenimento dei saperi e dei mestieri. Potrei andare avanti. Ecco questi esempi mi servono per chiarire cos’è per me lo spread civile: è la misura del divario di civiltà che abbiamo noi in Toscana, già più alto rispetto alla media italiana, che va in ogni caso sviluppato, rafforzato e aumentato, con politiche sempre più appropriate, incisive e trasparenti, non avendo paura di osare anche nuovi punti di vista”.
“Vorrei, se possibile, uscire da questo meccanismo autodistruttivo che parte dai nomi per poi arrivare, magari in ritardo e senza i dovuti approfondimenti alle cose da fare – spiega Del Ghingaro – Rovesciamo il ragionamento: partiamo dai temi, dalle questioni che interessano i cittadini, elaboriamo una serie di punti che possano migliorare e sviluppare quello che buono è stato fatto, o integrare e modificare le cose che non hanno avuto le ripercussioni positive che avevamo sperato. Questo va fatto, perché altrimenti nessuno ci capirebbe, come in effetti in molti sostengono che stia succedendo. L’iniziativa di oggi vuole essere proprio questo: un luogo dove promuovere i fatti, le cose da fare e non le persone che desiderano o che saranno chiamate a svolgere ruoli. Stiamo sui temi, il resto verrà dopo. Vogliamo parlare di sanità, infrastrutture, ambiente per esempio? E non di Giani, Gelli, Fossi, Ceccarelli e Pinco Pallino? A proposito, li ho citati, li saluto e li ringrazio Giani e Fossi per essere presenti, Gelli e Ceccarelli perché con loro mi sono sentito e mi hanno scritto due messaggi che vi leggerò per correttezza, visto che gli altri avranno invece modo di dire la loro in diretta”.
“Parliamo dei temi allora – dice partendo da quello cruciale – Sanità: che la Toscana abbia una delle migliori sanità italiane è certo e certificato. Stiamo quindi parlando di un settore strategico politicamente, che dà lavoro a migliaia di persone e che eroga prestazioni all’intera popolazione. Stiamo parlando di tagli di risorse statali subiti in questi anni e che la nostra Regione ha opportunamente compensato, fino ad aver dovuto necessariamente provvedere ad una riorganizzazione. Qui sta il punto. Partendo da questi dati invidiabili, siamo sicuri che il nuovo modello della struttura sanitaria con la suddivisione in aree vaste, con una diversa governance e una ricerca sempre più strutturata di integrazione ospedale territorio, non sia migliorabile? Siamo sicuri che gli ospedali organizzati per intensità di cura siano davvero così funzionali come ci si aspettava? Siamo sicuri che l’inevitabile disorientamento che riscontriamo ogni giorno tra gli operatori e i cittadini non vada letto anche in chiave di stimolo per modificare qualche provvedimento, rileggerlo e riscriverlo dopo il lungo periodo di messa a regime del nuovo sistema? Noi abbiamo il compito di rispondere a queste domande, che poi sono le domande di chi lavora in sanità, di chi usufruisce di questi servizi e di chi, come noi, ogni santo giorno ha a che fare con queste sollecitazioni”.
“Infrastrutture – prosegue Del Ghingaro – È un dato di fatto che lo sviluppo di una regione passa anche dalla creazione di infrastrutture materiali e immateriali, su questo credo non si possa che concordare. Ma c’è sviluppo e sviluppo e anche su questo dovremmo essere più o meno tutti d’accordo. Noi dobbiamo ricercare uno sviluppo etico del territorio, che permetta alla Toscana di concorrere con le altre grandi realtà regionali italiane da pari a pari, contando su una rete viaria e ferroviaria moderna e trovando soluzioni logiche di sostenibilità, indispensabili per collocarle in un territorio fragile com’è quello presente in diverse zone della Toscana. E’ comunque impensabile, nel 2020, impiegare quasi due ore di treno per andare da Viareggio a Firenze aspettando da vent’anni il raddoppio della linea ferroviaria, o, sempre per rimanere qui in lucchesia, avere il traffico pesante sotto le mura di Lucca e nelle zone più abitate della piana, in attesa di una strada che è sui tavoli pubblici da trent’anni. Per non parlare del corridoio tirrenico, che è diventato indispensabile e sul percorso del quale mi sembra che si possano trovare convergenze sempre più convincenti. Magari riusciremo a percorrere quei territori in bicicletta, perché a brevissimo sarà presentato il progetto della ciclovia tirrenica, un’ottima prospettiva di mobilità alternativa, idee che auspichiamo si allarghino ad altri territori. Permettetemi di non dilungarmi invece sull’aeroporto di Firenze, se n’è parlato per anni, è stato elemento di divisioni dilanianti, lo è tuttora e obbligatoriamente va data fine a questa discussione infinita con una decisione che consenta di deporre le armi: ne va della tenuta stessa della comunità toscana. So che dirlo è semplice e farlo terribilmente complicato, permettetemi di nutrire la speranza di un ricomponimento delle posizioni”.
Infine l’ambiente: “Parlavo di sviluppo etico del territorio non a caso, perché volevo inserire l’argomento ambiente ed arrivare alla gestione dei rifiuti. È in corso la predisposizione del piano dei rifiuti regionale: tutti si riempiono la bocca di economia circolare ma per applicarla c’è bisogno di coraggio: da anni dibatto perché si valorizzi la raccolta differenziata, il riciclo, il riuso, unitamente a una forte critica al sistema dell’inceneritore. C’è bisogno di prendere posizione netta rispetto a quella che viene chiamata economia circolare ma che molti di noi sindaci chiama rifiuti zero: tendere alla diminuzione del rifiuto e all’abbandono dell’inceneritore. Dobbiamo avere il coraggio di dirlo e di scriverlo. Altri progetti sono stati fatti in tema ambientali, penso ad esempio al plastic free: abbiamo territori all’avanguardia sul tema gestione e trattamento dei rifiuti”.
“Ho detto la mia brevemente su tre temi, potremmo discutere ore su altri cento argomenti ed è anche questo l’intento dell’incontro di oggi: allargare i luoghi della discussione politica sulle questioni che ci riguardano, ma delle quali solo parzialmente e solo nelle sedi dei partiti si può parlare e approfondire. Questo è anche quello che intendiamo offrire: uno spazio di partecipazione e di contributo concreto alla elaborazione e alla stesura di un’idea di nuova Toscana.  Ne approfitto per salutare e ringraziare i rappresentanti dei partiti e dei movimenti che oggi sono qui con noi: la segreteria regionale del Pd, il M5S, Più Europa, Italia in Comune, i socialisti, i rappresentanti civici e tutti i sindaci, gli assessori, i consiglieri e gli amministratori ed ex amministratori presenti. Vorrei anche portare un altro elemento alla nostra discussione: la nostra regione è un territorio ricco di storia e cultura; Firenze è una città che costituisce un patrimonio unico in Italia e nel mondo. Accanto a questa straordinaria città ci sono tante realtà che rendono viva e forte la Toscana. Magari luoghi piccoli e solo apparentemente lontani, ma che portano con loro l’arte, la storia, la cultura della Toscana più profonda e fiera. Ecco, questi luoghi, questi 273 comuni, queste altre città, questi altri paesi riconoscibili dalle varie cadenze dialettali, dentro il più grande dialetto toscano, vanno resi riconoscibili e vanno valorizzati nella discussione politica, perché le cosiddette periferie (e tutti noi invece sappiamo che periferie non siamo) costituiscono in realtà i tanti centri dello sviluppo delle innovazioni della nostra regione, al pari, proporzionalmente, della vasta città metropolitana. Le buone pratiche che ogni sindaco, ogni amministratore possono raccontare costituiscono quelle sì, già di per sé un programma, l’applicazione pratica di un’elaborazione teorica della nuova Toscana”.
“Per qualcuno il civismo è una forma velleitaria di azione senza struttura – spiega il sindaco di Viareggio – di testimonianza destinata all’inefficacia, di mera intenzione senza alcuna visione strategica. La nostra esperienza di amministratori ci dice esattamente il contrario: il civismo è l’espressione dei cittadini che riscoprono il valore della partecipazione democratica alla cosa pubblica. E’ il contatto diretto con le categorie economiche, le professioni, la comunità. Le amministrazioni civiche si lasciano innervare dall’attivismo militante e dall’associazionismo e del volontariato. Hanno sperimentato nuovi processi di elaborazione e deliberazione politica: danno un nuovo significato al concetto di bene comune. Un tesoro di consensi trasversale che, come hanno dimostrato le recenti elezioni amministrative, paese dopo paese, unisce e fonda una Regione nuova. La nostra. Ecco perché parlarsi, ecco perché confrontarsi col mondo dei partiti, votato per missione e ruolo alla mediazione sociale ed alla proposta politica, ecco perché quindi l’occasione di oggi, che è un filo per cucire, una colla per incollare. Qui fra noi non c’è nessun Teseo che trova da solo l’uscita dal labirinto, come non c’è nessuna Arianna che gli può dare il filo miracoloso che indica la via, ma ci sono donne e uomini concreti che per anni e qualcuno per una vita, hanno cercato una strada amministrativa seria ed efficace, che spesso è stata ed è piena di curve e di tornanti, a volte addirittura senza uscita, ma non hanno smesso, né smettono tanto meno ora di percorrerla. Chi è o è stato sindaco o amministratore, quella strada l’ha camminata a testa alta, assumendosi sempre la responsabilità delle scelte compiute e delle decisioni assunte. Nelle valutazioni, nelle elaborazioni e nelle discussioni delle cose da fare per la nostra Toscana i sindaci e gli amministratori ci devono essere, devono poter dire la loro. Chi ha casa in un partito lo può fare lì, sempre ammesso che il partito elabori e progetti e non si dilani solo sui nomi e nelle varie correnti, ma i civici, quegli amministratori che ne sono ai margini, devono avere ruoli e spazi uguali agli altri, perché al pari loro sono responsabili dei bisogni, delle richieste, delle speranze dei cittadini, insomma rappresentano la grande e bella comunità della Toscana”.
Poi la conclusione e l’appello a non dividersi: “Vorrei precisare che tutti quelli che si definiscono di centro sinistra e di sinistra sono terribilmente bravi nell’arte della divisione – conclude – Siamo dei veri e propri specialisti, direi imbattibili, ecco spero che invece in questa e nelle prossime occasioni riusciamo ad essere un po’ meno bravi e più cinici, più pragmatici, più accomodanti con noi stessi e con gli altri, per trovarci e ritrovarci, per dare un senso unitario al gran lavoro fatto in Toscana e a quello entusiasmante che c’è ancora da fare”.

Gli altri interventi
Significativo l’intervento del sindaco di Firenze, Dario Nardella: “I profondi cambiamenti in atto nella società Nardella – dice e le grandi sfide politiche che ci attendono richiedono che i sindaci riformisti siano in prima linea, uniti e pronti con proposte innovative e puntuali. Penso soprattutto alla sfida climatica e alla sostenibilità ambientale, alla competitività economica delle nostre aziende in un mondo sempre più globalizzato, alla sfida per un turismo sempre più attrattivo e di qualità, e al costante miglioramento dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione al cittadino, in particolare quelli socio-sanitari. Il civismo, soprattutto nella nostra Toscana, ha mostrato come un nuovo tipo di organizzazione risulti funzionale non solo dal punto di vista elettorale, ma anche e in particolar modo sulla realizzazione di politiche concrete e più vicine ai cittadini. Credo fermamente che il ruolo di noi sindaci possa fare la differenza alla prossima tornata elettorale; portare le nostre istanze sarà fondamentale per ricompattare un centro-sinistra civico e responsabile, volto alle esigenze dei cittadini, all’etica e al buon governo”. “Come sai sabato 28 settembre – conclude Nardella – presso i Bagni Pancaldi di Livorno, mi troverò insieme ad altri sindaci toscani per un confronto e per proporre idee innovative per la nostra regione. Tale iniziativa vuole portare un contributo al dibattito in corso e non vuole essere in contrapposizione con nessun altro tentativo che abbia a cuore lo sviluppo della nostra Toscana.
Una lettera scritta è arrivata dall’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli: “È giunto il momento – questo il messaggio – di tirare le fila di una esperienza di governo, credo, positiva per i toscani e di guardare avanti, definendo una piattaforma programmatica, con le necessarie innovazioni e un metodo di lavoro condiviso, per continuare a coltivare questa idea di Toscana efficiente, solidale, moderna ma anche legata profondamente alle sue radici. La società e la politica sono in costante trasformazione, le esperienze civiche nei comuni sono certamente una ricchezza cui attingere nel guardare al futuro della regione. Sono certo che questa iniziativa saprà fornire un contributo utile al confronto ormai avviato in quell’ampia area politica che si richiama ai valori storici del centro-sinistra, al fine di creare le condizioni per sostenere con forza e compattezza il progetto di governo e il futuro candidato alla presidenza della Regione Toscana”.
Anche Federico Gelli, uno dei ‘papabili’ candidati alla presidenza della Regione ha inviato un intervento scritto: “Ritengo infatti che il vostro convegno di oggi – scrive – metta bene in luce gli elementi essenziali che caratterizzano una proposta di governo riformista e progressista in Toscana e che, allacciandosi alle radici politiche e ideali della nostra regione, traccino un percorso propositivo. Mi riferisco a due pilastri che reputo essenziali per costruire una proposta politica che, forte del proprio radicamento, sappia guardare al futuro non solo delle prossime elezioni ma delle prossime generazioni: il civismo e gli amministratori locali. Sono convinto che la Toscana è una terra apprezzata in tutto il mondo proprio perché ha saputo tenere insieme e farli fruttare due semi indispensabili alla sinistra e al centrosinistra. La partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica, sociale e culturale della nostra comunità (non è un caso che siamo una delle realtà europee con i più alti tassi di volontariato) e la capacità degli amministratori locali di intervenire per rispondere ai bisogni concreti e quotidiani delle famiglie, delle imprese, dei cittadini. Una capacità che è stata ed è tuttora direttamente proporzionale al livello di partecipazione attiva dei cittadini”. “Faccio un esempio – prosegue Gelli – che al mio amico Del Ghingaro qualcosa ricorderà: se in tanti comuni siamo stati in grado di portare a livelli europei la raccolta differenziata e il riciclo e il recupero dei rifiuti ispirati dall’insegnamento della strategia Rifiuti zero lo si deve sì all’intuizione di certi amministratori, intuizione che a volte non ho il timore di definire profetica, ma anche al coinvolgimento dei cittadini, delle famiglie e delle imprese a queste pratiche virtuose. C’è stato cioè un salutare connubio fra il riformismo concreto delle scelte da fare e la partecipazione della comunità e si è evitato quel riformismo dall’alto, slegato dalla società e dai suoi corpi intermedi, che tanto è costato alle proposte di governo del centrosinistra in più di una occasione. È quindi evidente che la strada che voi state oggi indicando sia quella da percorrere non solo per il partito a cui appartengo ma per tutto il centrosinistra toscano se vorrà, fra pochi mesi, presentare ai Toscani una proposta di governo vincente perché convincente, cioè in grado di respingere la deriva dell’estrema destra di Salvini e Meloni sul terreno concreto delle scelte da fare, non limitandosi a slogan e a un paio di twitter”. “Lungo questa strada – dice Gelli – è possibile cioè costruire un campo largo, aperto e inclusivo che partendo proprio dal principio di comunità partecipe coinvolga i Toscani nel governo della regione. Una coalizione, io la immagino così, che sia fatta sì dai partiti e dai movimenti (coi Cinque Stelle bisogna sedersi al tavolo e discutere senza chiusure pregiudiziali), ma soprattutto da cittadini”.
Intervento anche di Francesco Colucci (+Europa): “Ho portato il saluto per +Europa – dice a commento della giornata – citando il felice esperimento fatto della lista civica +Capannori che tanto successo ha avuto grazie alla presenza di giovani ambientalisti indipendenti che hanno impressionato la società civile lucchese per i voti e le preferenze raccolte. Ho parlato della crisi dei partiti che in questa estate è divenuta drammatica per le frammentazioni e le nuove divisioni di cui purtroppo soffre anche +Europa che se non sarà convocato un nuovo congresso politico pare destinata a dividersi come è di moda in Italia oggi. Conclusioni: azzeccato e tempestivo il tema di questo convegno perché sembra che dovrà essere il civismo il nuovo collante per tenere assieme Partiti sempre più rissosi fra loro, incuranti del pericolo neofascista cavalcato da Salvini e la Meloni. Oggi ho vissuto una giornata politica molto interessante che potrebbe forse essere decisiva per i nuovi equilibri politici della Toscana progressista”.

Le conclusioni del sindaco Del Ghingaro
“È stato un incontro importante, sia per la qualità degli interventi che per l’autorevolezza della platea – ha detto in chiusura il primo cittadinio – dimostrazione ulteriore, se servisse, che il civismo è una realtà che non può essere accantonato in vista del prossimo appuntamento delle regionali. Come fare lo dirà il tempo ma anche tutti quelli che, come me, amministrano un Comune in maniera civica. L’incontro di stamani non può essere l’ultimo. Realtà e componenti che fino a ieri non dialogavano, si sono incontrate e hanno portato il loro contributo: abbiamo iniziato un percorso incentrato sui fatti e non sui nomi. Viareggio ancora una volta ha dimostrato di essere pronta alle sperimentazioni ed è disponibile ad ospitare, a breve, un altro confronto per aprire la strada alla formazione di un programma per una nuova Toscana, la nostra”.

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