Dal festival nasce il manifesto ‘Per il futuro che sogniamo’

La quarta edizione del festival Economia e Spiritualità – che quest’anno ha fatto tappa a Prato, Lucca e Capannori – si chiude con il lancio del Manifesto per il futuro che sogniamo, a partire da dove viviamo, scritto da un gruppo trasversale di persone “animate dal desiderio di contribuire a generare una nuova visione dell’Italia”.
Il documento porta le firme di 26 persone, dai sindaci di alcune città toscane ai rappresentanti delle grandi religioni. “L’intento è che questa iniziativa sia una scintilla che inneschi un processo di cambiamento – si legge – che, partendo da una maggiore consapevolezza individuale e da una pacificata interiorità, permetta la realizzazione di azioni che portino questo Paese a riappropriarsi del proprio futuro, partendo dalla sua storia e dalla sua appartenenza alla casa comune Europa”.

Punti di riferimento del gruppo sono l’enciclica Laudato Sì e l‘Agenda 2030 delle Nazioni Unite. “L’Italia che sogniamo è un’Italia con una leadership che indichi la strada cercando di rispondere alle necessità delle generazioni attuali includendo tutti – si legge nel documento – Sogniamo un’Italia capace di intraprendere una coraggiosa rivoluzione culturale e spirituale, che permetta sviluppi positivi e sostenibili; un’Italia che conosca e rifletta sul proprio passato, recuperando i valori e i grandi fini come punto di partenza per affrontare il futuro”.
È dalle comunità locali, da chi vive con coraggio la quotidianità, che deve partire la sfida per un futuro diverso. Quella che viene proposta è una sorta di rivoluzione pacifica con quattro capisaldi: comunità locali, spiritualità con apertura a tutte le religioni, accoglienza e sostenibilità. Si tratta di una chiamata alla responsabilità personale di tutti, ad abbandonare senso di impotenza e paura per svolgere un ruolo attivo, proprio nelle comunità dove ciascuno vive. “Le comunità locali rappresentano la forma di convivenza più adatta a reggere le sfide sociali, ambientali ed economiche del Terzo Millennio e a innescare un salto di qualità della coscienza collettiva, a fare bene le cose buone”, si sottolinea nel manifesto.
Ed ecco i firmatari che hanno sottoscritto il manifesto come impegno personale: Alessandro Agostini, presidente associazione Direzione Europ; Gabriella Arcadu, Direttore 4change, consulente Nazioni Unite; Massimo Bergamasco, Scuola superiore Sant’Anna di Pisa; Matteo Biffoni, sindaco di Prato; Mario Biggeri, università di Firenze; Ugo Biggeri, presidente di Etica sgr, già presidente di Banca Etica; Guglielmo Bongiorno, sindaco di Cantagallo; Guidalberto Bormolini, monaco Ricostruttori nella preghiera; Ilaria Bugetti, consigliere della Regione Toscana e segretario dell’Aiccre; Francesco Cecchetti, assessore alla Cultura del Comune di Capannori; Andrea Cecconi, presidente Fondazione Ernesto Balducci; Vannino Chiti, già ministro e già presidente della Regione Toscana; Imam Izzeddin Elzir, vicepresidente della Scuola fiorentina di alta formazione per il dialogo interreligioso e interculturale, consigliere nazionale dell’Unione delle Comunità islamiche d’Italia; Grazia Francescato, leader ambientalista, già Presidente del Wwf Italia e dei Verdi; Renzo Funaro, presidente Associazione opera del tempio ebraico di Firenze; Osman Mohamed Gaal, presidente della comunità somala in Toscana, già vicepresidente della consulta regionale per immigrazione per la Regione Toscana; Svamini Hamsanandha Ghiri, vicepresidente dell’Unione induista italiana; Alessandro Martini, assessore del Comune di Firenze, già direttore della Caritas Firenze; Giuseppe Mascambruno, giornalista e già direttore de La Nazione; Luca Menesini, sindaco di Capannori; Rosa De Pasquale, già capo dipartimento per il sistema educativo, di istruzione e di formazione del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca; Francesco Poggi, già sindaco di Borgo a Mozzano; Osama Rashid, vicepresidente della camera di cooperazione italo-araba e segretario generale della scuola fiorentina di alta formazione per il dialogo interreligioso e interculturale; Filippo Scianna, presidente dell’Unione buddhista italiana; Kuassi Roger Sessou, coordinatore dell’Unione delle comunità africane d’Italia; Simone Tani, Fondazione per la ricerca e innovazione

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