La memoria e i lutti della grande guerra nel seminario a Palazzo Ducale

Lo scorso venerdì (8 maggio) alle 15, nella Sala Mario Tobino del Palazzo Ducale di Lucca, si è concluso il primo modulo del seminario storico culturale Cento anni dopo: la Grande Guerra oggi, promosso dall’associazione culturale Amici del Machiavelli. Con la premessa che non è possibile fare la storia escludendone le memorie dei suoi protagonisti, è Massimo Baioni, docente di storia contemporanea presso l’Università di Siena, a concludere questo primo round del progetto inserendo la prima guerra mondiale in una cornice che esclude strategie, armi e partiti, ma si concentra sulle sue memorie.
Infatti non si può parlare di questo evento arrestandoci al 1918, perché le sue conseguenze hanno profondamente toccato la società negli anni a venire.

Date le difficoltà dei soldati, purtroppo o per fortuna, l’unica àncora di salvezza che lasciava l’illusione di essere a contatto con la quotidianità e di lasciare la morte alle spalle, abbandonandosi al ricordo degli affetti, era la scrittura di diari o di lettere ai cari.
Nessuno si aspettava un conflitto di così ampia portata, ma tra le tante cifre sconvolgenti quella più inedita è indubbiamente il numero di morti: 600-650mila vittime. Per questo l’idea di celebrare un generale o un comandante viene sostituita da quella di dare importanza al semplice fante che ha sperimentato il vero dolore: nasce così la figura del Milite Ignoto.
L’esperienza della guerra ha totalmente cambiato il profilo nazionale, dando origine ad una memoria collettiva che si concretizza nella costruzione di monumenti ai caduti, nell’incisione di targhe o epigrafi, nell’intitolazione di vie e piazze e nell’integrazione, ai momenti fondativi dell’identità nazionale, delle date della Grande Guerra.
Nonostante la scomparsa di chi ha vissuto tutto ciò sulla propria pelle, le loro memorie continuano ad avere vita tra noi e, a distanza di cento anni, ci permettono di “non dimenticare”.

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