Al teatro Alfieri di Castelnuovo lo spettacolo con le musiche di De Andrè

Sabato (26 novembre) va in scena al teatro Alfieri di Castelnuovo la replica de La Buona Novella e brani da Tutti morimmo a stento, di Fabrizio De André per soli, coro e orchestra di fiati e pianoforte, con l’arrangiamento e la direzione del maestro Silvano Pieruccini. Il lavoro, che ha debuttato a Firenze nel settembre 2015 e vanta numerose repliche, riprende e attualizza due opere della maturità di De André, scritte alla fine degli anni Sessanta.

Tutti morimmo a stento (1968, “cantata in si minore per solo, coro e orchestra”) è uno tra i primi esempi di “concept album” in Italia. l tema unificante è la “morte psicologica, mentale” dell’individuo, illustrata attraverso la presentazione di vari personaggi: drogati, ragazzine traviate, impiccati… Un mondo saturo di “morte” e rancore che trova un suo riscatto nella pietà di quegli “uomini senza fallo” a cui è rivolto il recitativo finale.
La Buona Novella del 1970, secondo “concept album” dell’autore e nucleo centrale della serata – rappresenta una delle pagine più profonde e suggestive scritte da Fabrizio de André, ispirata tra l’altro dalla lettura dei Vangeli apocrifi. In Cristo de André non vede il “figlio di Dio”, bensì il “figlio dell’uomo” e dunque il fratello di tutti noi. E la fratellanza – la compassione, l’apertura, la vicinanza ai nostri simili che soffrono – è appunto il sentimento che più forte d’ogni altro spira da quest’opera, il suo messaggio fondamentale. La storia terrena di Cristo infatti è narrata nei suoi momenti cruciali (nascita, passione morte) attraverso lo sguardo tutto umano di quanti ebbero a che fare con lui, in modo che dalle loro parole emergono vite segnate dalla fatica, dall’ingiustizia, dai soprusi delle autorità, dagli abusi del potere: vite che ci domandano, appunto, fratellanza e comprensione. Questa forte capacità di messaggio che il testo conserva ancor oggi, casomai valorizzato dalle vicende storiche contemporanee, rende la sua esecuzione adatta anche alla fruizione dei giovani.
De André considerava La Buona Novella la sua opera migliore. L’aveva scritta negli ultimi anni Sessanta ribollenti della rivolta giovanile e operaia, di cui nei testi si avvertono solo echi lontani, sotto il segno distintivo della sua poesia, quello della consapevolezza del dolore umano e della pietà per chi soffre.
La revisione per ensemble di fiati, pianoforte, soli e coro polifonico, privilegia, anche nelle scelte vocali, una rilettura al femminile, intima e profonda, lontana da ogni aggressività. Gli arrangiamenti – opera del maestro Silvano Pieruccini, direttore artistico di Animando – propongono un approccio di tipo cameristico che esalta il testo con un accompagnamento musicale che ne rafforza la poesia e induce alla meditazione. Un approccio, dunque, che va oltre la musica “leggera” e aspira alla dignità della musica colta.

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