Gli ordini rilanciano l’idea del Palazzo delle professioni

Equiparare i lavoratori autonomi ai dipendenti. E ancora: semplificare l’attività della pubblica amministrazione e conquistare, per gli ordini, un ruolo davvero sussidiario per la crescita della comunità, attraverso una maggiore collaborazione tra gli stessi ordini e un maggior coinvolgimento dei professionisti nei processi decisionali a tutti i livelli della vita politica e istituzionale italiana. Queste le linee guida tracciate da oltre 500 professionisti, appartenenti a undici ordini diversi della provincia di Lucca, riuniti ieri pomeriggio (23 novembre), nella chiesa di San Francesco per la terza edizione della Giornata delle professioni. Una occasione per rilanciare il progetto del Palazzo delle professioni all’ex Manifattura. Più in generale si è parlato dei punti centrali della legge 81/17, il Jobs Act delle professioni, oggetto principale dell’iniziativa in san Francesco.
L’appuntamento, organizzato dal comitato per le professioni ordinistiche, ha messo a confronto undici ordini professionali che, a loro volta, hanno dialogato con il mondo della politica e delle istituzioni, grazie alla tavola rotonda, coordinata da Maria Pia Camusi, direttore di R.ete. Imprese Italia, a cui hanno partecipato Domenico Manzione, sottosegretario di stato del Ministero dell’Interno, Raffaella Mariani, commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, Chiara Gribaudo, commissione lavoro pubblico e privato della Camera, Antonio Masi, responsabile dell’ufficio per le professioni intellettuali della Regione Toscana, Maurizio Del Conte, presidente dell’agenzia nazionale politiche attive del lavoro e Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni.

Durante il pomeriggio sono stati approfonditi i temi cardine della legge, ovvero il rafforzamento della figura del professionisti, sia come singoli che come categoria, l’introduzione di tutele e il riconoscimento dei diritti dei lavoratori autonomi e il potenziamento dei rapporti tra pubblica amministrazione e professionisti, con l’introduzione per quest’ultimi della possibilità di accedere a bandi e appalti pubblici. Temi, questi, centrali nella legge 81/17, che ha colmato un vuoto in un Paese dove gli iscritti agli ordini professionali ammontano a circa due milioni e 400 mila, rappresentando quindi un primo passo verso il ricoscimento sostanziale del ruolo del professionista. Si è quindi parlato di equo compenso, la cui introduzione, secondo Manzione, è il primo passo per il reale riconoscimento delle professioni private; di congedo parentale e, più in generale, di tutele ai lavoratori giovani e donne, come spiegato dall’onorevole Gribaudo. Grande attenzione anche alla creazione di reti e sinergie, sia tra i diversi ordini che con la pubblica amministrazione, come ribadito dall’onorevole Mariani, e al tema della rappresentanza unitaria degli ordini, spiegato da Stella, mentre Del Conte ha individuato nelle politiche attive, di sostegno, orientamento accompagnamento alla professione un incentivo fondamentale soprattutto per i giovani professionisti. Masi, infine, ha ripercorso le possibilità messe in campo dalla Regione Toscana per i professionisti, come i contributi dedicati ai giovani, l’accesso ai bandi e al microcredito.
Sul piano lucchese, invece, sono tornate al centro dell’attenzione due questioni principali: la prima, la capacità dimostrata a Lucca dagli ordini professionali di saper lavorare insieme, in anticipo rispetto all’orientamento nazionale; la seconda, più volte ripresa anche nel corso della giornata, anche dal sindaco Alessandro Tambellini, la necessità di creare il Palazzo delle Professioni: un luogo dove le professioni possano lavorare insieme, soprattutto sui temi trasversali, e offrire nuovi servizi al cittadino, n accordo con gli uffici comunali e con quelli delle società partecipate.

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