Confindustria: “Kme, progetto valido e serio”

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“Il progetto Kme è in grado di fornire una soluzione anche al problema dello smaltimento di fanghi e code” delle cartiere. Lo dice Confindustria Toscana Nord, rispondendo alle critiche arrivate dal consigliere regionale M5S Giacomo Giannarelli che aveva sostenuto come la lavorazione del pulper non fosse nemmeno economicamente vantaggiosa per il distretto cartario lucchese.
Chiaro il riferimento a Kme, così come è netta la replica di Confindustria che invita a “non strumentalizzare progetti seri in cui le aziende stanno investendo, per cavalcare in campagna elettorale l’onda della diffidenza, tutta italiana, verso la termovalorizzazione energetica, indispensabile per chiudere il processo di economia circolare e valorizzare energeticamente gli scarti non ulteriormente recuperabili”.

La questione consente comunque a Confindustria di ripuntualizzare le due priorità per il distretto lucchese: lo smaltimento degli scarti e le infrastrutture.
“Partendo dal problema della gestione degli scarti di cartiera – si sottolinea in una nota -, ricordiamo che nel nostro distretto cartario si recuperano ogni anno circa 1.200.000 tonnellate di carta da riciclare. A causa della raccolta differenziata effettuata in modo imperfetto e della impossibilità di eliminare certi residui dovuti alla presenza di materiali compositi di difficile separazione, ogni anno le cartiere producono in media circa 100.000-130.000 tonnellate di scarto di pulper umido, una miscela costituita principalmente da materiali plastici, ma con presenza di legno, residui di carta, frammenti di vetro, materiale ghiaioso-sabbioso e metallico, ed altre impurità variabili. Oltre al suddetto scarto di pulper vengono ogni anno prodotte nel distretto circa 50.000 tonnellate di fanghi e 20.000 tonnellate di code, costituite dalle rilegature metalliche che vengono rotte nel momento in cui le balle di macero sono introdotte nello spappolatore e alle quali rimangono adese fibre e plastiche”.
“In passato – aggiunge Confindustria – le aziende cartarie più volte hanno provato invano, sia a livello di singole imprese che a livello consortile, a seguire la strada della valorizzazione energetica a piè di fabbrica indicata dalle Bat (‘Best avalaible techniques’) e praticata nel resto d’Europa. Oggi, oltre a chiedere nell’immediato spazi nelle discariche e nei termovalorizzatori attualmente operanti in Regione, stanno portando avanti in contemporanea due progetti sinergici di recupero di materia ed energia. Il recupero di materia perseguito con il progetto Ecopulplast, di cui sono partner anche lo stesso Serveco, consorzio delle cartiere del distretto, e Selene, azienda leader nella produzione dei film plastici, non potrà che riguardare una limitata porzione di scarto di pulper appositamente selezionato. Questo sarà impiegato per la costruzione di pallets in plastica in sostituzione di materiale vergine. La sfida è sfondare il mercato del settore, attualmente dominato dai pallets di legno. Solo allora il progetto, attualmente (lo ricordiamo) sperimentale, potrà diventare operativo. Inoltre, questa soluzione, che assorbe solo una porzione selezionata di scarto, sarà comunque sempre legata alle oscillazioni del mercato e mai risolutiva dell’intero fabbisogno. Il recupero di energia vede coinvolta l’azienda Kme di Fornaci di Barga, che dismetterebbe forni a gas per autoprodurre energia elettrica attraverso la valorizzazione energetica di scarto pulper e fanghi delle cartiere del distretto, con notevole miglioramento degli impatti ambientali, oltre che con i noti vantaggi dovuti all’autoproduzione di energia, essenziali ai fini della competitività sul mercato dell’impresa”.
Infine la questione delle infrastrutture: “Non ultimo, così come dichiarato pochi giorni fa dal nostro consigliere delegato alle infrastrutture, Stefano Varia – conclude Confindustria Toscana Nord -, ribadiamo che l’unica soluzione definitiva alla congestione del traffico attorno alle cerchia urbane e in tutto il territorio della Piana è quella di accelerare i tempi necessari al completamento della progettazione esecutiva e alla successiva realizzazione degli assi viari”.

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