Marra (3Generazioni): “La crisi si supera se si ritrova il valore di comunità”

La crisi si supera se si torna al valore della comunità. La pensa così Felice Marra di 3Generazioni.
“Nei vari organismi e settori di vita pubblica e privata – dice – sia locali che nazionali ed anche europei, serpeggia ormai da diverso tempo un pericoloso sfaldamento della comunità. Nonostante sia l’uomo sopratutto un essere spirituale che si completa nelle relazioni con gli altri, questo isolazionismo, questa decadenza di valori e sfiducia nello stare insieme è, a mio avviso, la grande piaga che ci sta portando sempre più in basso, verso continue crisi sociali, di recessione economica, aumento della povertà e paura nel presente e nel futuro”.

“La stessa Unione Europea, nata inizialmente come Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca) – spiega Marra – era stata pensata e fondata per creare il vantaggio dello stare insieme e si è purtroppo trasformata, negli ultimi anni, in un organismo che crea vincoli e pesi. È evidente il ruolo fondamentale dell’Unione Europea che in primo luogo ha garantito un lungo periodo di pace tra i popoli europei, da sempre soggetti a conflitti e guerre nel passato, ma l’Europa deve ritrovare proprio quel valore di comunità come l’avevano pensata i padri fondatori Schumann, Spinelli, De Gasperi, Einaudi; quel il valore dello stare insieme per creare vantaggi agli stati membri ed ai cittadini europei. Stesso fenomeno lo possiamo rilevare in ambito statale e locale. Nei territori si è perso di vista il valore dei luoghi di aggregazione, dello stare insieme, della comunità appunto, avanzando invece il contatto disumano virtuale, il contatto disumano superficiale del “non ho mai tempo” e perdendo di vista l’elemento più importante è fondamentale, l’unico che può riportarci al progresso, e cioè la forza delle comunità. Allora oggi serve con urgenza una grande riflessione sulle cause di questo sfaldamento delle comunità che stanno causando tanti disastri e su quali nuovi modelli di società inclusivi e di partecipazione puntare per ricreare nuove comunità libere, forti e solidali”.
“Due grandi economisti del passato, John Maynard Keynes ed Alfred Marshall – prosegue Mara nell’anlisi – alla fine sostenevano entrambi che il successo dell’economia dipende sopratutto dal livello qualitativo dello stato d’animo degli esseri umani e che quindi l’economia, il progresso, lo sviluppo, prima ancora che tabelle e numeri, è una cosa “umana” perché sono solo gli esseri umani con la loro volontà, determinazione, coraggio e perseveranza che possono incidere sulle sorti di una nazione. Allora rendiamoci conto quale forza propulsIva potrebbe nascere da un ritrovato valore e fiducia nelle comunità. Quale ritrovata solidarietà, benessere, inclusione e fiducia può scaturire da un insieme di esseri umani che si ritrovano nuovamente insieme. E quale forza può nascere da nuovi modelli inclusivi dove i nostri giovani stiano insieme ai nostri anziani, generando così un impulso di dinamicità e saggezza e trasferendo competenze, mestieri, valori e tradizioni. In tutti i settori pubblici e privati oggi più che mai serve, dunque, riaccendere una nuova idea di comunità. Una comunità che ritorni di moda e che sconfigga al più presto il degrado dell’isolazionismo”.

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