Piano sosta, Confesercenti: “No a varchi e più stalli”

Rimodulazione di orari e spazi per il carico e scarico merci, stop ai nuovi varchi elettronici, più attenzione per i veicoli degli ambulanti che devono entrare in città per i mercati. Sono questi alcuni punti delle osservazioni al piano della mobilità che Confesercenti Toscana Nord Area Lucca ha inviato all’amministrazione comunale.
“Abbiamo raccolto le istanze di tanti imprenditori – spiegano la presidente Esmeralda Giampaoli e la responsabile Valentina Cesaretti – per segnalare a Palazzo Orsetti alcune criticità presenti nel piano e per le quali chiediamo un intervento concreto”.

Primo aspetto evidenziato da Confesercenti Toscana Nord, quello del carico e scarico merci. Ancora le due dirigenti: “È necessario innanzitutto incrementare il numero di stalli merci e intensificare il controllo della sosta abusiva che sempre più spesso occupa questi spazi ed individuare aree dedicate ai corrieri dove possano operare senza intralciare il traffico. Per quanto riguarda gli orari, gli imprenditori chiedono di estendere l’accesso la mattina oltre le 10,30 e ampliarlo il sabato fino alle 14,30/15. Incrementare poi il tempo di scarico delle merci stabilito dalla normativa vigente e ridurre la limitazione all’accesso dei mezzi elettrici dopo le 10,30”.
Per quanto riguarda l’accesso agli ambiti interni alle mura, adiacenti alle principali porte del centro storico, “siamo assolutamente contrari alla introduzione dei due nuovi varchi elettronici (Porta Sant’Anna e Porta Santa Maria) – insistono Giampaoli e Cesaretti – visto che il provvedimento va nella direzione opposta di quanto proposto dalle associazioni per favorire il commercio cittadino e prosegue la linea di blindatura del centro storico che in questi anni non ha dato alcun frutto concreto, sia per il ritorno dei residenti che per il rilancio delle attività tradizionali. La nostra contrarietà si rivolge in modo particolare al varco di Porta Sant’Anna. Tale area, infatti, in questi anni ha subito durissimi colpi al tessuto commerciale, anche a causa degli interminabili lavori alla nuova rotonda prima ed al sottopasso adesso (in questo caso si parla di un completamento ad anno nuovo). Con la conseguenza di una cancellazione della quasi totalità di stalli per la sosta che ha portato un progressivo allontanamento dei non residenti. Per quanti riguarda Porta Santa Maria si vuole invece limitare l’accesso ai locali della movida, anche in questo caso penalizzando gli imprenditori”.
Confesercenti torna poi sui divieti per l’accesso nel centro storico dei veicoli degli ambulanti, divieto che il Comune ha rinviato fino al 31 dicembre prossimo. “Gli operatori su area pubblica svolgono la propria attività professionale avvalendosi prevalentemente di camion negozi o furgoni attrezzati. Tali mezzi sono il bene strumentale essenziale senza il quale non possono operare, né effettuare determinate vendite, sia relative al settore alimentare che non alimentare. Con i provvedimenti che sono stati introdotti, molti di questi mezzi non possono più circolare in molte delle zone dove sono ubicate aree mercatali importanti, mettendo seriamente a rischio il futuro della categoria ed impedendo, con gli attuali mezzi, le attività lavorative di molti operatori”. “In modo particolare – spiegano ancora Giampaoli e Cesaretti – ci riferiamo al mercato antiquario ed ai numerosi posteggi fissi, ubicati in centro storico, nonché al mercato settimanale del Don Baroni, senza dimenticare le fiere del settembre a Borgo Giannotti e quelle tradizionali di piazza Grande. Ad alcune di queste manifestazioni, che hanno cadenza mensile o che sono concentrate in pochi periodi dell’anno, partecipano operatori che si recano nella nostra città solo per i giorni e gli orari previsti, risiedendo spesso fuori provincia e regione. Quello che chiediamo con forza è una politica a sostegno dell’intero comparto, fatta di incentivi e di agevolazioni. Non si può pensare che in 6 mesi un’attività economica possa cambiare il bene strumentale essenziale per il proprio esercizio senza aiuti ed incentivi. Il provvedimento, se non graduato nel tempo, e strutturato in modo da dare la possibilità agli operatori di adeguarsi, rischia di provocare un forte danno sociale”. “Si prospetta, infatti, la chiusura o addirittura il fallimento di attività – concludono -, che nel breve periodo (poco più di 6 mesi) non possono adeguarsi per difficoltà economiche”.

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