Sistema dei trasporti a confronto, Lucca e la dimensione europea

Il quadro generale dei trasporti pubblici su ruota e rotaia in Italia non è mai stato dei più rosei, tuttavia, si deve sottolineare l’importanza della caso Lucca. A giugno del 2014 l’assessore alla mobilità della città toscana, Francesca Pierotti, infatti, ha deciso di apportare modifiche al trasporto pubblico volte a favorire la semplificazione delle modalità di pagamento e l’abbassamento del tariffario per l’utenza. I tariffari delle aziende Clap Spa e Lazzi di Lucca vedranno, inoltre, l’equiparazione del costo del biglietto per il trasporto extraurbano a quello urbano (1,20 euro), ciò gioverà, senz’altro, alle tasche degli abitanti pendolari nelle zone limitrofe del centro storico con un risparmio a corsa di 40 centesimi di euro. Questa coraggiosa decisione pone Lucca, e dunque l’Italia, nella già lunga lista di esempi virtuosi di trasporto pubblico, quali, per esempio, quello di Parigi, di Nantes e della Bretagna in generale. Quest’ultima regione, pur avendo una ben diversa realtà socioculturale rispetto all’Italia, possiede, infatti, un’ottima linea di autobus che, grazie ad una progettazione capillare di parcheggi scambiatori e servizi di bike sharing, consente un trasporto confortevole per l’utenza ed una efficace ed economica alternativa all’utilizzo dei mezzi di trasporto privati.

Già dal 1994 con la sottoscrizione da parte dei paesi membri dell’Unione Europea della Carta di Aalborg si assiste ad un impegno verso uno sviluppo più eco-sostenibile. Impegno che molte pubbliche amministrazioni italiane ed europee riconfermano sottoscrivendo la dichiarazione Civitas, che esplica il cosiddetto modal split, ossia una razionalizzazione nella ripartizione dei diversi mezzi di trasporto. Nel concreto, poi, l’Unione Europea si è focalizzata nuovamente sulla tematica della programmazione eco-sostenibile e sul finanziamento di nuove metodologie gestionali e di sinergie economiche per il miglioramento del trasporto pubblico, stanziando 10,7 miliardi d’euro fra il 2000 e il 2013. Questi fondi venivano e vengono impiegati per l’attuazione di piani chiamati Sutp (Sustainable Urban Transport Project), secondo l’acronimo inglese, oppure Pum (Piano urbano della mobilità), secondo quello italiano. Questi sono, a tutti gli effetti, una rappresentazione di una metodologia di programmazione efficace, volta alla risoluzione delle problematiche dei trasporti attraverso principi di sostenibilità.
Gli stati devono, infatti, affrontare il sempre crescente fenomeno della suburbanizzazione, soprattutto nelle zone adiacenti alle grandi metropoli e quello dell’aumento dell’utilizzo da parte di una popolazione in crescita di mezzi di trasporto privati ed altamente inquinanti. Un aumento dei prezzi nel trasporto pubblico appare, dunque, una scelta perdente in partenza, poiché, come dimostrano i dati raccolti da GoEuro, piattaforma per l’organizzazione e comparazione delle modalità di viaggio in tutta Europa, il prezzo dei biglietti è sì un riflesso del costo della vita nelle singole città prese in esame, tuttavia, va anche considerata la qualità degli stessi servizi e dei trasporti multimodali. Una metropoli in espansione e che sta vivendo un vero e proprio boom economico come Pechino si trova in una posizione ben più alta nel ranking dei trasporti più economici rispetto alla capitale italiana.
Come il caso di Lucca, precedentemente preso in esame, dimostra: i piani di trasporto pubblico dovrebbero essere costruiti secondo una visione degli obiettivi a lungo termine per consentire uno sviluppo coerente alle richieste dell’utenza, consentendo anche un incremento della ricchezza futura.

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