Olive, raccolto più magro ma più ‘bio’

Raccolta delle olive in anticipo e leggermente generosa (10-15%). Colpa dei morsi della mosca olearia che sulla piana ha “morso” quasi un olivo su cinque e di una stagione non perfetta che ha costretto i 3mila olivicoltori lucchesi a muoversi prima per evitare di perdere ulteriore raccolto. Si produrrà meno olio, a causa delle rese minori, per preservare la qualità e garantire al consumatore – e al mercato – un prodotto all’altezza delle aspettative.

Intanto i frantoi sono già aperti: è il segnale che la stagione è iniziata. La stima sulla base dei dati Ismea/Unaprol presentati alla giornata nazionale dell’extravergine italiano da Coldiretti (info su www.lucca.coldiretti.it) che sta monitorando questa delicata fase. In Toscana la riduzione media di produzione si attesterà intorno alle 16mila tonnellate di olio, il 17% in meno pari a circa 3mila tonnellate. Molto più pesante invece la previsione a livello nazionale con il 38% in meno di raccolto. “La stagione non è stata delle più facili. La presenza della mosca, già a luglio, inciderà così come l’andamento climatico, non dei più favorevoli, ma sarà un calo contenuto che non comprometterà la qualità del prodotto finale – analizza Cristiano Genovali, presidente Coldiretti Lucca – Chi aveva preso le contromisure in anticipo, già a giugno, ha salvato il raccolto, chi si è fatto prendere in contropiede avrà delle perdite anche sensibili. Il dato da sottolineare è la tendenza sempre più diffusa tra le aziende agricole alla conversione al biologico e ai trattamenti e metodi naturali per difendere le piante dalla mosca e da altre malattie mantenendo altissima l’attenzione sulla qualità”. Non allarmistiche le stime che arrivano dai produttori della piana. Per Aurelio Barattini dell’Antica Locanda di Sesto questo raccolto potrebbe essere il primo con la Dop: “Puntiamo ad ottenere la Dop – anticipa –. Il nostro obiettivo è la qualità anche a discapito della resa. Abbiamo iniziato il processo di conversione al biologico e devo dire che siamo riusciti, in una stagione non facile, a contrastare molto bene la mosca. Avremo una riduzione fisiologica del 10%: accettabile per questa annata”. L’azienda di Barattini ha 400 olivi da cui ricava anche una piccola quantità per il mercato americano oltre che per il ristorante di proprietà. “Raccoglieremo intorno al 20 ottobre. – prosegue – Sono molto ottimista. Stagione molto positiva per noi”. A Segromigno Monte Giovanna Rosi dell’agriturismo La Chiusa di Nanni parla di stagione “complicata”. “Avremo meno resa, è innegabile, ma abbiamo preservato la qualità che è il vero valore aggiunto per il prodotto più importante della dieta mediterranea. – spiega – La mosca c’è stata e se non fosse stato per i trattamenti biologici in anticipo avremo perso sicuramente più raccolto. Siamo stati bravi e fortunati”.
A preoccupare Coldiretti, più della mosca, almeno in lucchesia, sono però sempre i fenomeni di speculazione, concorrenza sleale e mancanza di trasparenza che sfruttano la toscanità ed il brand Made in Italy senza averne alcun diritto e che rappresentano un danno per il vero olio di qualità prodotto invece dalle aziende locali: 2 bottiglie di olio su 3 contengono prodotto straniero proveniente per oltre il 60% dalla Spagna, il 25% dalla Grecia, ma per quasi il 10% da un paese extracomunitario come la Tunisia nonostante l’obbligatorietà di indicare in etichetta l’origine delle olive, così come al ristorante sono fuorilegge 3 contenitori di olio su 4 (76%) che non rispettano l’obbligo del tappo antirabbocco entrato in vigore quasi 2 anni fa con la legge europea 2013 bis. “Dubitate da confezioni di olio che costano pochi euro – spiega Maurizio Fantini, direttore Coldiretti Lucca – perché non state acquistando vero extravergine di oliva italiano franto con olive italiane. Leggete bene l’etichetta: a volte, per ingannare il consumatore, le scritte sono così piccole tanto da richiedere l’impiego di una lente di ingrandimento. Se c’è scritto “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” non è tutto olio Made in Italy. Per essere sicuri di spendere bene i soldi per un prodotto basilare della nostra alimentazione che è anche un potente anti-tumorale, acquistate solo olio a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica”.

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