Snai, respinte alternative sindacati ai licenziamenti

Entra nella sua fase decisiva la trattativa fra Snaitech e i sindacati per giungere ad un accordo su ammortizzatori sociali e numero degli esuberi: il prossimo 7 maggio, infatti, scadono i termini della procedura di mobilità attivata dall’azienda che, come è noto, ha dichiarato la necessità di licenziare 68 lavoratori, di cui 54 alla sede di Porcari. Oggi (21 aprile) al tavolo nazionale che si è riunito alla sede di Assidustria Firenze, le sigle sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil, Uil e Uiltucs hanno tentato il “blitz” proponendo ai vertici aziendali una sorta di “solidarietà” per azzerare gli esuberi. La proposta mirava ad ottenere una riduzione dell’orario dei lavoratori per mantenere i livelli occupazionali, ma è stata declinata da Snaitech, che anzi, nel ripercorrere le varie fasi della vertenza, è tornata a sottolineare che la ristrutturazione e la riorganizzazione dell’azienda ormai è imperativa.

Per Snaitech, che di contratti di solidarietà non intende discutere, soluzioni come quelle proposte oggi dai sindacati non servirebbero a risolvere i problemi, anche se è stata ribadita la piena volontà a ricercare tutte le possibilità per ridurre i licenziamenti, stabilendo contratti part time o fuoriuscite volontarie di lavoratori.
Più importante semmai la conferma di voler giungere ad un accordo condiviso sugli ammortizzatori sociali. Che per il momento saranno quelli del settore commercio. Perché, come ormai è noto, l’Inps, dopo la fusione con Cogemat, non ha riconosciuto a Snai la classificazione industriale e, allo stato, non è possibile applicare gli ammortizzatori previsti dal contratto dei metalmeccanici. Tuttavia, le sigle mirano a mettere nero su bianco sull’accordo la possibilità di ricorrere anche a quei tipi di sussidi per la disoccupazione qualora – visto che il ricorso l’azienda l’ha presentato – cambi la situazione nel braccio di ferro con l’Inps.
Se ne riparlerà il prossimo 4 maggio, nella nuova riunione convocata a Firenze. Riunione che si annuncia fiume, visto che ancora non c’è una bozza d’accordo e considerato che tre giorni dopo scadranno i termini della procedura.
Se non si arriverà all’intesa, la procedura sarà trasferita al tavolo ministeriale e i tempi potrebbero ulteriormente dilatarsi. Una ipotesi a cui nessuno, né azienda né sindacati, sembrano comunque disposti ad arrivare. Il prossimo 26 aprile si farà un primo punto, nell’assemblea generale dei sindacati e dei lavoratori. Poi l’ultimo round con Snai.

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