Confartigianato: “Meno 0,7% di imprese in Provincia di Lucca”

Le imprese in provincia di Lucca al 31 marzo sono 36.491 con un calo dello 0,7% rispetto allo stesso trimestre del 2016. Lo sostiene un rapporto stilato da Confartigianato Lucca. “Se esaminiamo il comparto artigiano – si legge –  vediamo che il calo è assai più alto rispetto alla totalità delle aziende, si assesta intorno al – 2,1% con punte del – 6,8% nel settore dell’autotrasporto a testimoniare una crisi che sembra non aver fine. Al 31 marzo 2017 le aziende di autotrasporto ancora attive erano 558 con una diminuzione degli addetti del -7,4%. Ciò si può attribuire al ricorso sempre più frequente da parte delle grandi imprese per la consegna delle merci ad aziende di altri Paesi della Comunità. Anche le imprese di costruzioni calano del – 3,2% come pure il manifatturiero che scende del – 2,8%”.

Il confronto è stato fatto tra aziende attive al 31 marzo 2017 nei riguardi di quelle che lo erano al 31 marzo 2016. “Per ciò che riguarda le aziende edili  – specifica l’analisi diffusa oggi – il calo era prevedibile, come si può evincere da un mercato immobiliare fermo e dove l’investimento nel mattone non è più considerato remunerativo tale quanto piuttosto un peso per chi possiede opifici, abitazioni, ecc. sia per le imposte da pagare, sia per le difficoltà che si incontrano nell’affittarli come dimostrano i molti cartelli affittasi e vendesi. Senza considerare che molti proprietari per non lasciarsi andar via l’inquilino sono stati costretti ad abbassare gli importi degli affitti. Riguardo poi alle aree del nostro territorio che hanno visto una percentuale maggiore di cali di imprese il primo posto spetta alla Versilia con un – 2,5%, seguito dalla Piana (- 2,1%) mentre più contenuta è la diminuzione delle aziende nella Valle del Serchio (- 0,6%). Analoghi cali per ciò che riguarda gli addetti occupati nelle nostre imprese. Se poi focalizziamo la nostra attenzione sulla forma giuridica delle aziende solo le società di capitale sono in netto aumento (+ 3,4%) mentre calano le società di persona (- 3,4%) e le ditte individuali (- 1,9%).
Le considerazioni che si possono fare dal nostro piccolo osservatorio è che molte società di persone, snc soprattutto, si trasformano in Srl per limitare i rischi conseguenti, non si sa mai a futuri fallimenti, concordati”.

Altro dato significativo che deve indurre ad una seria riflessione per chi vuol aprire un’attività è la mortalità imprenditoriale a distanza di 3 anni dalla nascita.
Dai dati forniti dall’Ufficio statistica della Camera di Commercio risulta che dopo 3 anni circa il 30% delle imprese ha cessato l’attività.
Per questo, come Associazione di categoria la Confartigianato, invita tutti coloro che vogliono aprire un’attività a mettersi in contatto con il nostro personale dell’ufficio “Fare Impresa” che è in grado di fare uno studio in base ai dati richiesti e forniti dal futuro imprenditore, sulle probabilità di successo che può avere questa iniziativa imprenditoriale.
“Imprenditori giovani e meno giovani a volte si nasce altre volte lo si diventa- si conclude la nota – ma perché l’entusiasmo di cimentarsi in un’attività artigianale non si riveli un flop è necessario avere creatività, manualità, conoscenza del mestiere, ma anche conoscenze in ambito contabile e amministrativo.
Per questo noi facciamo corsi di avvio all’impresa dove ai futuri imprenditori vengono fornite informazioni in ambito tributario, fiscale, creditizio, di sicurezza nei luoghi di lavoro, ecc. Una volta capito che non c’è solo il lavoro manuale ma anche una parte amministrativa-burocratica, se vogliono possono aprire un’azienda ed in questo la Confartigianato è in grado di dar loro tutto il supporto possibile. Anzi ricordiamo, come continui l’azione di aiuto a chi vuol aprire un’attività a costo zero eccezion fatta per diritti, bolli, ecc. Vogliamo concludere con un dato che non abbiamo citato e che lasciamo per ultimo in quanto positivo.
Il comparto dei servizi sembra non risentire di questa lunghissima crisi come testimonia l’incremento del 2,4% di imprese ed anche l’aumento di addetti (2,0%).

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