Con ‘The rider’ Chloe Zhao coglie nel segno

Dopo un grave infortunio alla testa, il giovane Brady viene informato che difficilmente potrà tornare a gareggiare. Tornato a casa per la convalescenza egli si interroga sul suo futuro, tra l’irrefrenabile desiderio di risalire in sella e le innumerevoli responsabilità verso il padre vedovo, la sorella autistica e un amico semi-paralizzato.

Siamo a Pine Ridge, in una riserva del South Dakota, dove albe e tramonti fanno da cornice a un film puramente contemplativo e di davvero poche parole. Ieri Brady era una giovane stella nascente del Rodeo, ma oggi la possibilità di diventare un famoso bull-rider gli è stata negata. In poco più di un’ora e mezza, The Rider riflette con molta malinconia su cosa significhi essere “disarcionati” per sempre dal sogno di una vita, ed essere costretti a dare un nuovo senso alla propria esistenza.
Scritto e diretto da Chloe Zhao, la regista e sceneggiatrice cinese è stata notata dai Marvel Studios e sarà lei la regista del prossimo cinecomic del Marvel Cinematic Universe, Gli Eterni.
L’indipendente The Rider arriva infatti in Italia con due anni di ritardo ma nel frattempo, sin dalla sua presentazione, ha fatto incetta di premi ed è stato solo elogiato dalla critica (vanta addirittura un altissimo 92 per cento di metascore).
Per quanto non ci abbiano pienamente convinto né la freddezza del protagonista, né la monotonia generale del racconto, se per una volta volete sperimentare un film molto intimo (e magari deprimervi), quasi del tutto fuori dai radar, questo è proprio il film che fa per voi.
“Se fosse successo a un cavallo ciò che è successo a me, sarebbe stato abbattuto. Ma io non posso… io devo continuare a vivere.”

Voto 6,5

La recensione a cura di Marco Andreini la trovate anche su Project Movie su Facebook.

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