Alla scuola Pea si studia.. il Dada: ecco la nuova didattica per ambienti

A scuola per imparare il Dada. Non è uno scioglilingua né tantomeno si parla dell’avanguardia artistica. Ma avanguardia dell’insegnamento potrebbe essere il termine giusto per definire la nuova didattica da quest’anno adottata dalla scuola Pea di Porcari. In questi ultimi anni l’Istituto comprensivo si è molto impegnato per il miglioramento degli ambienti di apprendimento nella convinzione che un ambiente accogliente e ben strutturato sia un requisito indispensabile per favorire gli apprendimenti. Nella scuola secondaria di prima grado Enrico Pea, con l’anno nuovo, è iniziato una vera e propria rivoluzione che tenderà a trasformare le aule in laboratori di apprendimento in relazione alle diverse discipline. Non più quindi aule concepite come spazio omologato e “in serie”, sempre uguali nel corso dell’anno e per tutte le materie, in cui l’alunno entra la mattina ed esce dopo le canoniche ore di lezione, ma trasformate in un ambiente strutturato in relazione alla disciplina.

Il progetto Dada, didattica per ambienti di apprendimento, vede ormai diverse scuole italiane cimentarsi con una nuova organizzazione degli spazi e dei tempi scolastici. Gli studenti si muoveranno fra le classi in base all’orario delle lezione e raggiungeranno i docenti nelle aule della materia: gli spazi saranno progressivamente allestiti secondo il profilo professionale e culturale dell’insegnante e in base alla materia di insegnamento.
Ma cosa c’è dietro questa nuova impostazione? Qual è il valore aggiunto?
La dirigente scolastica Emiliana Pucci e i docenti hanno le idee molto chiare sulla nuova impostazione: “Innanzi tutto – spiegano – la possibilità di avere sempre materiale organizzato secondo la materia di riferimento e a disposizione di alunni e docenti, per arricchire le lezioni in modo vario anche con l’uso delle tecnologie. Gli studenti hanno degli spazi a disposizione (armadietti) dove lasciare il loro materiale evitando così il trasporto spesso faticoso di libri e oggetti. Negli spostamenti tra le varie aule didattiche i ragazzi saranno fortemente responsabilizzati, attivi e indipendenti: sanno
che ad ogni cambio dell’ora devono avvicinarsi in tempi brevi verso l’aula della lezione successiva. L’approccio attivo del metodo è in linea con alcuni studi neuro-scientifici che dimostrano che la regola d’oro per mantenere attiva la mente è stimolare il corpo al movimento, secondo il ben noto principio di mens sana in corpore sano. In sostanza la nuova organizzazione tenderà ad una maggiore responsabilizzazione di tutti gli utenti, una maggiore identità e continuità. Da parte dei docenti una maggiore attenzione e cura nella gestione e nella personalizzazione dell’aula non solo da un punto di vista estetico (più cartelloni, ausili, poster e colore), ma anche nella creazione di un rapporto di continuità fra lezioni e programma scolastico. Per gli studenti un richiamo alla crescita degli apprendimenti con maggiore motivazione”.

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